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di Paolino Canzoneri
TOSCANA – Terzo caso confermato di meningite in 24 ore in Toscana. Il primo caso riguardava una ragazza ventenne di Prato ricoverata ieri sera nel reparto intensivo dell'Ospedale Santo Stefano affetta da meningite di tipo C, diagnosi confermata dal laboratorio Meyer; il secondo caso ha coinvolto un uomo di 83 anni circa di Venturina in provincia di Livorno ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale di Livorno con diagnosi confermata di meningite da emofilo di tipo B ; e il terzo caso sempre della stessa diagnosi per un uomo di 55 anni circa residente a Impruneta vicino Firenze ricoverato all'Ospedale Santa Maria Annunziata. Da una nota delle ASL fiorentine, ai pazienti sono state attivate le dovute misure di profilassi e le condizioni al momento sembrano stabili e sotto controllo. Tre casi che suscitano seria preoccupazione nonostante le autorità sanitarie escludano si tratti di un principio di epidemia, nonostante la meningite sia una malattia infettiva dal contagio rapido.
Il professor Antonio Chirianni, primario di Malattie infettive all'Ospedale Monaldi-Cotugno di Napoli e presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) rassicura: "Non c’è una maggiore concentrazione di decessi per meningite, in questo momento c’è per lo più un’attenzione mediatica. Non è una malattia debellata e le meningiti sono tante perché gli agenti che le provocano sono diversi. In questo momento, i casi che si sono registrati sono dovuti al meningococco, una delle tante forme. Dunque non c’è una maggiore concentrazione di decessi. La meningite è una malattia sempre presente che ogni anno fa registrare un certo numero di pazienti che la contraggono e ha un tasso di mortalità tra il 5 e il 10%. Ma un aumento, a livello nazionale, tra l’1 e il 2% non è tale da fare statistica. Il consiglio è sempre quello di vaccinare: il vaccino copre un certo numero di meningiti, non è obbligatorio, ma nella maggior parte delle regioni italiane, è gratuito e offerto soprattutto ai bambini. Ad oggi, però, nonostante la gratuità del vaccino, la copertura è molto bassa. La responsabilità è la cattiva informazione fatta da alcuni sui vaccini e le vaccinazioni in senso più ampio e non legata solo alla meningite".
A voler tracciare un quadro preciso sui casi di meningite nella regione, ci si accorge che fra il 2015 ad oggi si sono registrati 13 decessi su 31 casi e a questi va aggiunto un ulteriore decesso di un paziente causato da una forma gravissima di meningite di ceppo B pneumococcica nel novembre scorso. Il virus ha colpito prevalentemente la fascia d'età compresa dai 20 ai 30 circa, di meno la fascia da 0 a 29 anni e si registrano appena 10 casi di pazienti affetti con età maggiore di 40 anni. La diffusione della malattia si trasmette via aerea e i batteri più pericolosi sono il meninginocco scoperto nel 1887, il pneumococco e l'emofilo. Naso e gola sono le vie respiratorie dove risiedono questi potenti e pericolosi batteri che infiammano meningi e le membrane che rivestono cervello nonchè il midollo spinale. Questi batteri però sono sensibili alle temperature basse e all'essiccamento cosi all'esterno sopravvivono pochissimo, ragione per cui il contagio è limitato da persona a persona tramite secrezione respiratoria. Vi sono anche altre forme di contagio provocate da infezioni virali derivati da infezioni virali o fungine da farmaci. Putroppo un decorso accellerato può portare al decesso anche in poche ore ma per fortuna nella maggior parte dei casi si riesce a debellare anche in 10 giorni circa. Conviene sempre e comunque ricorrere ai vaccini presso le strutture ASL distribuite nel territorio che al momento stanno registrano un "boom" di richieste di vaccinazioni da parte di coloro che hanno assunto una posizione scettica sull'importanza, specie per i più piccoli, dell'uso del vaccino come prevenzioni di prassi.
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