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SANZIONI AI MEDICI DI FAMIGLIA: È SCONTRO CON LA LORENZIN

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Contestato al congresso FIMMG il ministro della salute. Il decreto ministeriale sull’appropriatezza, terrorizza e perseguita i medici. Proclamato lo stato di agitazione

di Cinzia Marchegiani

Chia (Sardegna) – Circa 1.800 medici di famiglia provenienti da tutta Italia si sono ritrovati a Chia in provincia di Cagliari, per l'apertura dei lavori del 71esimo Congresso nazionale Fimmg Metis dal titolo "Un medico per la persona, la famiglia, la società”. Il convegno cade in un momento particolare della politica Sanitaria del bel Paese, alle prese con tagli e spendig rewiew che interessano anche la sanità italiana. In questo contesto si cala la figura del medico di Famiglia primo terminale nel rapporto con il cittadino e il territorio. 

Il congresso ha visto un confronto faccia a faccia tra i medici e la stessa ministra Lorenzin in merito al decreto appropriatezza, deciso dal governo e dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 2 luglio. Il decreto è stato da subito oggetto di dibattiti e controversie, poiché di fatto permette di sanzionare i medici che prescrivono analisi o diagnostica definite “inappropriate” o meglio “inutili” di una lista dettagliata di 208 esami che spazia dalle Tac alle risonanze magnetiche, ai test allergici.

Lorenzin sulle sanzioni ai medici: colpa delle Regioni. Atteso l’intervento del Ministro Lorenzin, che sul tema caldo sull’appropriatezza degli esami inutili ripassa un’altra volta la palla alle Regioni: “il provvedimento è stato il frutto di una mediazione perché le regioni avevano proposto all’inizio la segnalazione diretta del medico alla Corte dei conti“. La stessa Lorenzin, con il gioco delle parole poi cerca di sedare le proteste che i medici hanno sollevato su questo Decreto Ministeriale:”per come è stato immaginato il sistema io credo che saranno pochissimi i medici che saranno richiamati. I medici non sono sicuri che siano applicate nel modo giusto. Ho detto loro che avevano ragione e mi sono fatta carico di convocare una conferenza stato-regioni per cercare di trovare un codice di operatività ben chiaro. Non basta questo? Facciamo di più. Ma l’importante è che l’appropriatezza si inizi a fare e non si può tornare indietro. Dobbiamo informare bene paziente su questo concetto. È il medico che decide, non il paziente”.

Caustico l’intervento Segretario Nazionale di FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia), Giacomo Milillo. Milillo è stato perentorio, facendo presente che il Decreto Ministeriale con cui si tagliano 2,4 miliardi di euro è tutto da dimostrare e poi: “Le sanzioni sono una prerogativa irrinunciabile delle regioni che sono state proprio loro a creare inappropriatezza programmatoria, organizzativa e gestionale”.

Posizione medici FIMMG. Decreto terrorizza e perseguita i medici. Mellillo nel suo discorso rincara e precisa:“I medici non credono più al titolo quinto della costituzione che sta minando il diritto costituzionale alla salute. Non si è tenuto conto delle opinioni dei medici come è avvenuto nella stesura del decreto dell’appropriatezza. Il taglio delle prestazioni ai cittadini è iniziato da tempo e le tecnocrazie approfitteranno per ricattare e perseguitare terrorizzare i medici”. Milillo spiega che la platea dei medici presenti guardano con indifferenza all'ipotesi di trovare un sistema uniforme di sanzionamento dei trasgressori, o alla banalizzazione dei suoi effetti: “Perché sanno che la caccia alle streghe è già iniziata e nessuna regione o azienda terrà conto delle decisioni della conferenza. E ciò non potrà che far male ai cittadini. I medici non considerano compensazione provvedimenti che potrebbero sembrare consolatori sulla responsabilità professionale, sul precariato o sul rispetto dei diritti costituzionali alla contrattazione. Questi sono interessi prioritari che il sistema Paese ha il dovere di perseguire, non benefit dei medici”

Milillo denuncia la persecuzione ai medici e un ricatto amorale. Il segretario Milillo approfitta dell’intervento della Lorenzin per spiegare come il taglio delle prestazioni ai cittadini, di cui la stessa ministra rigetta la responsabilità, è già iniziato da tempo ed aumenterà perché le tecnocrazie regionali ne approfitteranno: “Già lo stanno facendo -fa notare Melillo- di provvedimenti come questi per ricattare e perseguitare i medici. Hai ripetuto più volte che tu e il Governo volete la collaborazione dei medici, ma al momento attuale, salvo vostri ripensamenti, l'avete già persa e tantomeno ve la potrà restituire lo scatenare i NAS, la Guardia di Finanza e i funzionari regionali ed aziendali più miopi contro i medici ‘insubordinati’”.

La Lorenzin vorrebbe rimediare allo strappo sulle sanzioni. La Lorenzin dopo l’accusa di aver varato tagli alla sanità con un decreto che de finanzia di fatto con taglio di ben 2,4 miliardi di euro senza tener contro del contributo dei medici stessi, cerca di rimediare: “Abbiamo bisogno di lavorare da adesso e per i prossimi 5 anni con i medici di famiglia, l’appropriatezza la faremo insieme, le sanzioni riguarderanno solo casi gravi, c’è la necessità di ricostruire un filo organizzativo. Sulla 566 sono favorevole che l’atto medico resti pertinenza del medico, l’interpretazione data dai più sull’appropriatezza è sbagliata. Abbiamo bisogno di lavorare insieme in questo momento di cambiamento”.

FIMMG avverte lo stato di mobilitazione. Al 71 esimo Congresso nazionale Fimmg Metis, è unanime il verdetto, “Caro Ministro, avete perso la collaborazione dei medici, si va verso la mobilitazione, domani stato di agitazione”.

Il sospetto che dietro queste sanzioni e i tagli sull’appropriatezza, che farebbero risparmiare (a detta del ministro Lorenzin) solo106 milioni di euro a fronte dei 13 miliardi, ci sia la volontà di cancellare definitivamente le prestazioni ai cittadini che in massa hanno ottenuto l’esenzione dei tickets, avendo basso reddito o addirittura nullo, è sempre più forte. Chi avendo necessità e nell’emergenza si rivolge al privato, che tra l’altro costa meno rispetto ai prezzi statali e accessibili tempi brevi, altro che lista d’attesa snelle. Insomma sarebbe una beffa per il medico, non più libero deontologicamente, e per il cittadino su cui si abbatterebbe la scure della crisi economica due volte.

 

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