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di Matteo La Stella
Roma – Lunedì 15 giugno, Nella giornata in cui avrebbe compiuto 95annI, si sono aperte alla stampa le porte della villa di Alberto Sordi, dove i vertici della Fondazione costituita dall'artista scomparso nel 2001, insieme a Carlo Verdone e al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini, hanno annunciato di voler spalancare al pubblico la dimora dell'interprete, simbolo capitolino oltre i confini nazionali.
Della villa, sita in Via Druso di fianco alle Terme di Caracalla, nido di Albertone dal 1958 fino alla fine dei suoi giorni, il 24 febbraio del 2003, la Fondazione vorrebbe farne un museo vivo, così da trasmettere ai visitatori l'essenza dell'interprete di uno spaccato d'Italia ormai giurassico, dove tutto era più genuino. Il progetto, che non ha ancora avuto termini precisi di scadenza, punta proprio a far resuscitare Alberto Sordi, perso tra le stanze della sua casa: nella barberia, oppure nel suo studio, circondato da premi e foto; nel suo salone, dove argenti e porcellane la fanno da padrona, e da dove spuntano le sue poltrone in velluto beige, oppure nel suo teatro, dove era solito vedere rappresentazioni con un vero e proprio palcoscenico.
Del rapporto con la casa di Alberto Sordi, ne ha parlato l'amico e collega scenico Carlo Verdone:”Questa casa è una fortezza per Alberto Sordi, quando usciva metteva una maschera sorridente ma quando rientrava qui era una sorta monaco. Era tutto in ordine, perfetto, regnava il silenzio, la metodicità, gli orari della cena, del pranzo. Non voglio dire che era un Dr. Jakyll e Mr Hyde ma quasi”. Del teatro interno alla villa, Verdone ha spiegato: “È stato chiuso per tantissimo tempo, c'erano due proiettori molto grandi, dietro ci sono anche i camerini. Questa sala ha funzionato fino al 1972, ci fu anche una grande serata, vennero Jeck Lemmon e Walter Matthau a vedere non so quale film, il personale ha questo ricordo. Dopo il 1972, – ha continuato – anno della morte di Savina la sorella prediletta, Sordi entra in una sorta di lutto e questa casa non è più quella delle cene e delle proiezioni e diventa del silenzio e del rigore. Oggi invece lo ricordiamo con affetto riaprendo questa struttura- che, ha concluso l'attore romano- quando Sordi staccava la spina, era qualcosa di inviolabile”.
Secondo Italo Ormanni, presidente della Fondazione Sordi, i tempi per aprire i battenti della villa saranno “ragionevolmente lunghi”:la casa infatti dovrà essere resa nuovamente abitabile, poiché trascurata per molto tempo. Al via, dunque, lavori di conservazione edilizia per combattere le infiltrazioni di umidità e l'intonaco cadente. Ormanni, in merito ai lavori di adeguamento ha poi precisato:” Faremo le cose con la massima trasparenza, chiederemo ad almeno 3 imprese specializzate un preventivo e sceglieremo quello più affidabile, sia dal punto di vista del prezzo che della rapidità dell'esecuzione”. Ancora un mistero la cifra che dovrà essere impegnata per il restauro della villa, che dovrà comprendere anche la sistemazione di Piazzale Numa Pompilio, situato difronte alla villa e preda del degrado e della noncuranza.
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