ROMA CITTA' "POCO" METROPOLITANA: UFFICI ANAGRAFICI APERTI TUTTO IL GIORNO MA NON NELL'HINTERLAND

di Silvio Rossi

Roma – Dal 7 gennaio Roma Capitale ha modificato l’orario dei servizi demografici, estendendo l’apertura degli sportelli dal lunedì al venerdì, con orario continuato tutti i giorni dalle 8:00 alle 18:30. Una buona notizia per i cittadini romani che, così come ha affermato il sindaco Marino, potranno: “… chiedere e avere un certificato o una carta d’identità senza dover prendere un giorno di ferie o di permesso”.

Un servizio che è stato attivato in tutti i municipi, nella maggior parte dei casi in tutti gli sportelli decentrati, frutto della riorganizzazione del personale voluta dal sindaco Marino, e che avvicina Roma alle capitali europee, come ha dichiarato lo stesso sindaco.
Il nuovo orario ha determinato le proteste di alcuni dipendenti, che hanno lamentato la scarsa affluenza nelle ore pomeridiane, ma siamo ai primi giorni e ancora pochi cittadini sono informati della novità. Il vicesindaco Nieri ha affermato “Sappiamo che ci sono ancora alcune perplessità fra i dipendenti, ma siamo certi che, presto, comprenderanno che grazie alle novità introdotte potranno lavorare più serenamente, distribuendo i carichi di lavoro su più turni e senza aumentare il numero di ore lavorate. Naturalmente percepiranno anche uno stipendio migliore, adeguato ai servizi avanzati offerti alla cittadinanza”.

Con l’orario prolungato Roma si avvicina all’Europa. Peccato però che i cittadini dell’hinterland romano non abbiano le stesse opportunità riservate ai cittadini del capoluogo. Nei comuni della Città Metropolitana gli orari di apertura degli uffici anagrafici sono irrisori rispetto a quelli di Roma. A Fonte Nuova l’anagrafe è aperta per sole dieci ore e mezzo la settimana. Nei comuni del territorio sabatino la media è di sedici ore. Il comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti che ha l’orario di apertura maggiore, Marino, vede gli sportelli attivi per circa ventisette ore settimanali. Finché non vengono eliminate queste disparità, non potremmo parlare di città metropolitana come entità unica. Sarà sempre una Roma che, con tutti i suoi difetti, funziona, e una serie di comuni in cui i servizi ai cittadini sono pura utopia.