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di Silvio Rossi
"Stanno calpestando il nome di nostro fratello". Questo è quanto, in sintesi, stanno cercando di far capire Massimo e Dario Vassallo, che nel nome di Angelo, il sindaco pescatore, ucciso cinque anni fa con nove colpi di pistola, hanno costituito una fondazione per non farne dimenticare l’opera, e per riuscire a scoprire la verità sull’omicidio che a tutt’oggi non ha accertato i colpevoli.
Bersaglio della critica dei fratelli Vassallo è il sindaco del paese cilentano, Stefano Pisani, che era vicesindaco con il sindaco ucciso, e che nella primavera successiva è stato eletto al suo posto, colpevole di aver sfruttato la vicenda per trarre vantaggi personali e politici.
Ci dice infatti Massimo Vassallo: “Con la Fondazione Angelo Vassallo non siamo più sul territorio, perché non abbiamo nulla da spartire con questa amministrazione. Il sindaco accusa noi di parlare solo per avere visibilità politica, quando se tiriamo le somme, l’unico che ha avuto vantaggi è stato lui, che oggi è nella segreteria PD, ed è diventato Presidente delle città slow, chi ne beneficia è lui, noi abbiamo perso un fratello”.
Abbiamo provato a sentire l’opinione della federazione provinciale del partito, che alla nostra domanda sulle polemiche hanno detto di non sapere nulla, che avrebbero fatto sapere la loro opinione, che, nonostante la nostra disponibilità non è ad oggi giunta.
“Abbiamo appreso sulla pagina Facebook dell’amministrazione che oggi si sarebbe celebrata una messa in ricordo di Angelo – ci dice il fratello Massimo – ma ci chiediamo come sia possibile che proprio oggi ci sia nel paese la sagra del pesce. Le chiedo, se a lei ammazzassero un familiare il 5 settembre, e lo stesso giorno il sindaco autorizzasse la sagra del pesce, non sarebbe anche lei arrabbiato? Anche se vogliamo incentivare il turismo, ma la dobbiamo fare proprio a settembre, non ci sarebbe stata più gente una settimana prima?”
Aggiungiamo, noi della redazione, che la festa si svolge in contemporanea con una iniziativa simile, organizzata a pochi chilometri da Pollica, in un paese più grande, con maggiore peso turistico.
Sul rapporto con l’amministrazione attuale, la famiglia Vassallo è divisa, alcuni parenti hanno detto che anche Angelo avrebbe voluto che si facesse una festa, ma i fratelli che hanno dato vita alla fondazione contestano questa scelta, tanto è vero che hanno lasciato il paese di origine, per continuare la loro opera di memoria e di ricerca di giustizia da Montopoli Sabina, in provincia di Rieti.
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