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di Angelo Barraco
California – Gli investigatori che stanno indagando sulla strage di San Bernardino hanno individuato un legame tra la strage e l’Isis. La Cnn riferisce –citando fonti investigative- che Tashfeen Malik avrebbe scritto un post su facebook dove incitava Abu Bakr al-Baghdadi, il temuto leader dello Stato Islamico. L’Fbi ha riferito, in merito alla strage, che si tratta di “un atto di terrorismo”. La conferma arriva dalla rivendicazione ufficiale dell’Isis che attraverso Aamaq, network di propaganda, afferma che a compiere la strage sono stati due sostenitori dello Stato Islamico e si afferma che l’attacco “è arrivato dopo la dichiarazione degli americani che gli Usa non erano a rischio di attentati terroristici” inoltre in diversi account dell’Isis si festeggia quanto accaduto a San Bernardino e vengono lanciate nuove e ulteriori minacce agli Usa. Circola inoltre un’immagine in cui si vede l’Empire State Building con la scritta “Fiumi di sangue aspettano l’America”. In America intanto si è generato un ulteriore incitamento all’uso delle armi da parte dello Sceritto di una contea di New York: “Alla luce dei recenti avvenimenti negli Usa e nel mondo. Incoraggiando i cittadini che sono autorizzati a portare un'arma da fuoco a farlo”. Il capo della Polizia di San Bernardino inoltre ha riferito che i killer avrebbero potuto colpire ancora e avrebbero potuto fare un altro attacco. Ricordiamo che i colpi esplosi sono stati 12 ma a casa di Syed Rizwan Farook e la moglie, Tashfeen Malik sono state trovate munizioni e armi. In quella casa inoltre c’era una copia di istruzioni su come fabbricare una bomba.
La Strage di San Bernardino. Un massacro che è costato la vita a 14 persone e ha portato al ferimento di 21 persone, l’America piange ancora morti e ha paura. I due killer Syed Rizwan, 28 anni, e Tashfeen Malik, 27 anni, si sono introdotti in un centro disabili, armati, e hanno sparato per 30 secondi. Non hanno esitato a fermarsi di fronte a chi non poteva reagire, ma si sono fermati soltanto per caricare i fucili. La strage attualmente risulta senza un movente ben preciso. I killer poi sono fuggiti a bordo di un suv nero, mentre sul posto la polizia e gli artificieri provvedevano a controllare un pacco sospetto e dell’esplosivo trovato dopo nell’edificio. Una segnalazione ha portato gli inquirenti a Redlandes, dove è stato individuato il suv che precedentemente si era dato alla fuga. Inizia così un vertiginoso inseguimento con scontro a fuoco tra polizia e killer che hanno lanciato esplosivi dai finestrini. Le forze dell’ordine hanno sparato contro l’autovettura dei killer, i killer erano dotati di due fucili e due pistole e nel corso dello scontro a fuoco sono morti. E’ stata fermata inoltra una terza persona che, allo stato attuale, non è dato sapere se è coinvolta o meno nella vicenda poiché, come riferisce il capo della Polizia di San Bernardino “E' stata vista fuggire dal luogo della sparatoria e la stiamo interrogando”. Nella loro abitazione, nella località di Redlands, a pochi chilometri dal luogo della strage, gli agenti federali hanno trovato un vero e proprio arsenale, tra cui oltre 5 mila munizioni ed esplosivi artigianali: 12 'tubi-bomba' come quello rinvenuto nei pressi della sala conferenze dell'Inland Regional Center, teatro della sparatoria, dove era in corso un party di Natale proprio degli ex colleghi di Farook. Emergono i legami con il terrorismo e a riferirlo sono fonti dell’Fbi: “"Era in contatto telefonico e via social media con più di un soggetto legato al terrorismo internazionale". Gli agenti per fermare a loro fuga hanno esploso 380 colpi. L’Isis esulta sui social scrivendo con l’hashtag #American Burning “Tre leoni ci hanno fatto diventare orgogliosi” oppure “le strade della California sono piene di soldati con armi pesanti, l'America sta bruciando”.
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