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Editoriali

L’IMPIETOSO E BRUTALE SVEZZAMENTO FORZATO

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Tempo di lettura 3 minutiAd oggi non vi è alcuna possibilità di veder riconosciuta nell'ordinamento italiano la maternità surrogata. Speriamo che duri.

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di Emanuel Galea

Si discute molto sul caso Martina Levato, la studentessa 23enne condannata a 14 anni di carcere, per le aggressioni con l’acido che hanno sfregiato una sua ex "fiamma" dei tempi del liceo e sul fatto che dopo aver partorito, il giorno di Ferragosto, le è stato tolto subito il neonato.
Martina Levato avrebbe quindi chiesto di essere trasferita insieme a suo figlio in una delle comunità di don Mazzi.

Non si intende minimamente commentare questa notizia e tanto meno il fatto che lo Stato sta abdicando al suo compito di fare seguire un percorso di riabilitazione ai reclusi, delegando il compito ai privati. Prima della Levato si era presentato anche il caso di Fabrizio  Corona, consegnato alle cure di don Mazzi.
L'oggetto del presente articolo non è quindi il gesto criminoso oppure il comportamento dell’assassina e del suo complice.

Il protagonista è e rimarrà, Achille, il neonato, una creatura innocente, solo, in una culla, al quale è vietato qualsiasi contatto con la madre.

Don Mazzi ha detto di avere parlato con gli avvocati e con i genitori della ragazza. "Noi siamo pronti" ha spiegato il sacerdote convinto che "Martina deve stare con il bambino. Deve allattarlo perché questa è l’unica via per salvare la mamma e il bambino". La mamma l’affidiamo nelle mani della giustizia mentre per il bambino ci vorrebbe ben altra sensibilità. Con don Mazzi non sempre abbiamo condiviso le opinioni, questa volta però, confessiamo, di essere pienamente d’accordo.
Non è solo il sacerdote che si prodiga a favore del neonato. Tata Lucia, al secolo Lucia Rizzi, la tata più famosa d'Italia, protagonista del reality de La7 "SOS TATA “ a Mattino Cinque, sconsiglia la drastica interruzione dello svezzamento e raccomanda che “Il seno, quando non è più un nutrimento per il bambino, va gradualmente abbandonato” Ormai la Scienza insegna che l'angoscia dell'estraneo è una fase che attraversano i bebè, caratterizzata da un attaccamento totale alla madre con conseguente rifiuto di qualsiasi altra persona. Questo è quanto dice la Scienza, le opinioni degli scienziati è tutt’altra cosa. 
La convinzione è quindi che aggiungere altro non serva.  Tralasciando l’aspetto giurisprudenziale e accantonando  i desideri e “diritti” degli adulti, rimangono, nudi e crudi gli impulsi, i sentimenti e le angosce di chi ancora voce non ha. Ci arroghiamo il diritto di decidere e scegliere per ”lui” mentre in verità non facciamo altro che scegliere per noi stessi, soddisfare i nostri desideri, placare i nostri impulsi.
Fa orrore leggere, su internet, della pubblicità che con poco rispetto verso chi voce ancora non ha, calpestando le emozioni e le angosce , ignorando che anche i neonati dispongono di un cuore che batte e un cervello che pulsa. 

Ecco un inserto tratto da una pubblicità:
“I neonati escono dal paese con certificato di nascita con la postilla dell’Aia, iscrivendo al registro civile il bebé a nome del padre e successivamente potendo realizzarsi il processo di adozione da parte della madre, senza particolari problemi” Certe agenzie lavorano con tutti i paesi dove la gestazione surrogata é legale. Dipende da quello che il “cliente” è disposto a spendere. C'è un tariffario da consultare.  Stiamo parlando "dell’utero in affitto”. Un mercato con tanto di listino prezzi, condizioni di vendita, clausole compromissorie tra venditore e acquirente, consulenze legali eppure in tutte queste transazioni,  il “veramente avente diritto” è completamente escluso.

Achille, figlio di Martina Levato, dorme da solo in una culla,al quale è vietato qualsiasi contatto con la madre che sta a pochi chilometri distante da lui.
I “prodotti dell’utero in affitto” viaggiano da un continente all’altro. A loro è tagliato subito il cordone ombelicale, i rapporti e gli affetti con la madre, le radici con il paese d’origine, l’eredità culturale ; tutto ciò per soddisfare la voglia di paternità di qualche omosessuale, qualche lesbica, qualche sfortunata sterile. Non interessa conoscere ragioni, motivazioni, giustificazioni e quant’altro di queste persone. Il pensiero rimane polarizzato su quell’essere umano che, perché indifeso, di lui si fa un oggetto da disporre a piacimento.

Fa benissimo don Mazzi ed altri ad alzare la voce affinché Achille sia lasciato accanto alla madre, assassina o altro che risulti essere. Parimenti sarebbe umano e ugualmente dignitoso alzare la voce a favore di tutti quei neonati sottratti con brutalità e disumanità a uno svezzamento forzato.  Per fortuna, e finchè durerà, la legge 40 del 2004 non è stata toccata dalla Consulta sotto quest’aspetto e quindi, ad oggi non vi è alcuna possibilità di veder riconosciuta nell'ordinamento italiano la maternità surrogata. Speriamo che duri.