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di Andrea Barbi
FERRARA – Lunghe code di auto e pure i bus bloccati nell’orario del rientro a casa lungo l’asse Cavour-Giovecca, corso Isonzo, viale Po e zona stazione. È questa l’istantanea del corteo della Lega Nord contro la mancata bonifica del Palaspecchi, una bellissima struttura costruita negli anni ’80, che avrebbe dovuto ospitare uffici, ma non è mai stata utilizzata per questioni legali poco chiare riguardanti la ditta che ha costruito lo stabile, che ora è diventata un edificio fatiscente che da anni ospita senza tetto, tossicodipendenti e ora anche clandestini.
Il corteo di ieri sera si è trasformato rapidamente in una marcia anti-immigrati, annacquata dalla fastidiosa pioggia che ha tenuto lontano potenziali manifestanti e anche gli stranieri che stazionano abitualmente attorno al grattacielo, ma rinvigorita nei toni dalla recente vittoria di Trump negli Usa. Un’ottantina di persone in mezzo ad un massiccio spiegamento di forze dell’ordine composto da almeno tre furgoncini della polizia, svariate auto dei carabinieri e un numero imprecisato di pattuglie dei vigili urbani. Il viso del nuovo presidente Usa campeggiava sulla maglietta di Nicola Lodi, l’organizzatore del corteo, come sulle bocche di molti manifestanti, non pochi con accento veneto, tutti pronti a commentare favorevolmente la vittoria dell’imprenditore Newyorkese.
Alan Fabbri, ex sindaco del comune ferrarese di Bondeno e attuale capogruppo regionale della Lega Nord, anch’egli presente alla manifestazione ha dichiarato: “In America ha vinto la voglia di legalità e normalità, anche da noi possiamo dire no agli immigrati democraticamente, anche senza fare barricate”, ha poi aggiunto rivolgendosi al prefetto di Ferrara, Tortora: “A Bondeno non abbiamo neanche un richiedente asilo, non li vogliamo, e se il prefetto farà l’errore di portarcene uno solo è un casino. A Gorino è stata la gente a ribellarsi, la Lega è arrivata dopo. Rispettiamo la legalità e andremo bene”. Lodi, invece, ha riportato una confidenza fattagli qualche giorno prima di un poliziotto in servizio nella città estense: “Mi ha raccontato che lo scorso week end ha tentato per due volte di identificare un richiedente asilo, e alla fine lui gli ha sputato sui piedi: non si può continuare così, la polizia lì viene picchiata giornalmente”.
E il Palaspecchi? La ricetta leghista è sempre quella: l’edificio va demolito. come recitava uno striscione. Lodi si è scagliata contro la proroga di 45 giorni per la bonifica del Palaspecchi, concessa dal sindaco, contro il quale si sono sprecati gli inviti ad andare a casa. Ma i pensieri e le parole dei manifestanti, nell’oretta di durata del corteo, si sono concentrati soprattutto sui migranti.
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