Zuckerberg dice no all’UE ed espande il suo “AI Meta” in sei altri paesi

Meta espande il suo chatbot di intelligenza artificiale “AI Meta” in sei Paesi, ma nemmeno uno di essi è nell’Unione Europea. Le nazioni scelte sono infatti Brasile, Regno Unito, Filippine, Bolivia, Guatemala e Paraguay. A darne notizia è stato lo stesso Mark Zuckerberg sul suo canale WhatsApp. La società, a giugno scorso, ha bloccato il lancio del software in Ue perchè, ha spiegato successivamente in una lettera aperta Mark Zuckerberg, c’è “incertezza normativa”. Con quest’ultima espansione Meta AI sarà disponibile in 43 paesi e circa una dozzina di lingue e la piattaforma prevede di lanciarlo in più paesi a breve. L’assistente di intelligenza artificiale è disponibile su Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger e sul sito Meta.ai. Durante l’evento Meta Connect del mese scorso, Zuckerberg ha affermato che Meta AI ha ora quasi 500 milioni di utenti in tutto il mondo, aggiungendo che il chatbot è sulla buona strada per diventare l’assistente più utilizzato al mondo entro la fine dell’anno. La decisione di Zuckerberg è l’ultima di una serie che evidenzia come, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, Meta e l’Ue non siano molto allineate. In primavera la società aveva già annunciato che non ha intenzione di portare i suoi prodotti di AI multimodale (le tecnologie di AI che combinano input provenienti da fonti diverse) in Europa. Con risultati concreti per i clienti europei che, ad esempio, hanno a disposizione solo una versione standard (e molto meno «intelligente») degli smart glasses prodotti da Meta ed EssilorLuxottica. In occasione della 50 esima edizione del Forum di Cernobbio Luca Colombo, country director di Meta per l’Italia, ha confermato la linea dichiarando: “Niente da fare, per ora, per l’AI multimodale in Europa. E la motivazione portata da Meta è proprio il quadro normativo europeo che, oltre a vietare le tecnologie più rischiose, introduce una serie di requisiti e paletti per lo sviluppo dei modelli di AI”. La società di Zuckerberg ha, infine, firmato, insieme a Essilorluxottica e a una trentina di aziende di diversi paesi, una lettera inviata all’Ue. “L’Europa è diventata meno competitiva e meno innovativa rispetto ad altre regioni e ora rischia di perdere ancora più terreno nell’era dell’intelligenza artificiale a causa di decisioni normative incoerenti”, hanno scritto le imprese. Bisognerà aspettare i prossimi mesi per vedere se la linea europea cambierà linee oppure la situazione resterà invariata.

F.P.L.