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Pietro Vereni, antropologo, è il nuovo Direttore del Museo del Giocattolo di Zagarolo.“Sono orgoglioso e insieme intimorito di questo incarico che accetto con sincero spirito di servizio – dichiara Vereni. – Sono convinto che il Museo rappresenti un bene prezioso per la Città di Zagarolo, i suoi amministratori e tutti i cittadini. Mi impegno a rendere il Museo ancora più visibile nel panorama dei musei laziali e a farne un centro di sviluppo per i tre principi guida di ogni progetto museale: educazione (con il compito di sostegno didattico alle scuole), intrattenimento (come luogo di gioia per tante famiglie) e di ricerca scientifica (impegnandomi nella raccolta di finanziamenti per progetti specifici dedicati al mondo del gioco e del giocattolo)”.“Una nomina che permetterà al nostro Museo di interpretare al meglio il ruolo che riveste in Italia – aggiungono il Sindaco di Zagarolo, Emanuela Panzironi, e la Presidente dell’Istituzione di Palazzo Rospigliosi, Andrea Celeste Peronti. – Il Museo del Giocattolo di Zagarolo ha imboccato da diversi anni la strada dell’innovazione e, grazie alla presenza dello Spazio Attivo LOIC, ci sta aiutando a plasmare Zagarolo in una vera e propria Città del Gaming. Farlo con Pietro Vereni sarà ancora più stimolante, grazie alla sua professionalità, ecletticità e innata capacità di stimolare fantasia e creatività”.CHI È PIETRO VERENIPietro Vereni è un antropologo veneziano che vive e lavora a Roma dal 2000. Ha condotto ricerche in Macedonia e Irlanda del Nord negli anni Novanta, e ha lavoro in molte università europee (Belfast, Lubiana) e italiane (Venezia, Teramo, Cosenza, Roma, Napoli, Firenze). Si è occupato di antropologia politica, antropologia dei media, storia della cultura materiale, immigrazione e progetti di antropologia applicativa. Dal 2008 insegna a Roma Tor Vergata e dal 2009 nel campus romano del Trinity College di Hartford (CT). Tra le sue ultime pubblicazioni: Perché l’antropologia ci aiuta a fare politica (e a vivere meglio), Roma, Castelvecchi, 2021; Il glocalismo di Tor Bella Monaca. Conversazioni periferiche su una città che non esiste, Roma, Bordeaux.
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