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Redazione Lazio

ZAGAROLO E LA CENTRALE A BIOGAS, LA MOZIONE DEL CENTRODESTRA ASFALTA LA REGIONE LAZIO E L’AMMINISTRAZIONE GABINA, L’INCHIESTA DE L’OSSERVATORE D’ITALIA PROSEGUE

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Misteri all’"Arsenico e vecchi merletti" sul progetto industriale al biogas dove per ora emerge la totale incapacità della giunta e degli assessori all’ambiente che dovevano vigilare sul territorio. Dalle risposte dei capigruppo della maggioranza nonché del Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori si solleva un unico eco: “MEA CULPA”

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) -Prosegue l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia sulle minacce dei progetti delle Centrali a Biogas nate come ciambelle salva economia dedicate agli agricoltori in crisi, diventate però il nuovo business dei rifiuti. Imprenditori e ora anche amministratori locali realizzano cordate per presentare progetti che nulla hanno a che vedere con la tutela del patrimonio e della salute pubblica ma che celano una corsa alla conquista dei finanziamenti e incentivi energetici. Progetti “esclusivamente industriali” che invece di responsabilizzare ogni comune sulla chiusura del ciclo della differenziata e quindi della frazione organica prodotta internamente, vengono impostati come un business per smaltire rifiuti di molte altre città incassando bei guadagni. Con lo slogan chiudiamo il ciclo dei rifiuti, si mettono così in cantiere progetti industriali impattanti senza tener conto del “Principio di Precauzione”, che obbliga le autorità competenti, nonché amministratori, di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione sugli interessi economici. La scorsa settimana finalmente, i cittadini di Zagarolo hanno potuto constatare personalmente il grado di inaffidabilità dell’amministrazione non solo attuale, ma anche della precedente, riguardo il progetto industriale della Centrale a Biogas che proposta dal Comune di Gallicano nel Lazio nel lontano 2008, avrebbe coinvolto direttamente i cittadini di Valle Martella. Infatti la centrale incriminata sulla carta è posizionata a soli 400 metri dalle abitazioni e alle attività scolastiche, in un territorio già compromesso da altre situazioni di degrado urbanistico e ambientale. Purtroppo, nessuno dei responsabili amministrativi aveva concretizzato la posizione di contrarietà su questo progetto. Al Consiglio di Zagarolo dello scorso 29 Aprile 2014, era presente la delegazione del Comune di Gallicano con il Sindaco Marcello Accordino, cui non è stata concessa la parola per difendere il proprio progetto, i consiglieri Betti, D’Uffizi e Galli contrari invece alla sua realizzazione oltre una folta platea. La mozione presentata dal centro destra NCD e Forza Italia, letta dal Consigliere Michelino Conti, ha permesso di impegnare ufficialmente l’amministrazione di Zagarolo, all’unanimità il dissenso alla centrale a biogas. L’opposizione così, in adiuvandum alle posizioni dei comitati territoriali e delle mozioni e interrogazioni fatte alla Regione Lazio, hanno messo con le spalle al muro l’intera amministrazione, inchiodandola alle proprie responsabilità. Una situazione davvero grottesca e alquanto imbarazzante per un’amministrazione che dovendo gestire l’opinione pubblica e dare la propria lettura a questa vicenda ha potuto solo dire “MEA COLPA”. Mea Colpa purtroppo è la condizione che inchioda il sindaco Paniccia e del suo predecessore nonché dei preposti assessori all’Ambiente all’interessamento del proprio territorio, è l’impossibilità di poter dimostrare ai propri cittadini le loro azioni volte al dissenso a questo progetto ma soprattutto alla mancata comunicazione istituzionale, che doveva per legge coinvolgere l’intera cittadinanza. I progetti importanti non vengono lasciati in balia di decisioni singole ma vengono discussi nella Conferenza dei Servizi, dove le pubbliche amministrazioni si riuniscono in un tavolo comune quando è opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici. La legge in questo caso predispone uno strumento il più agile possibile, prevedendo anche un acquisto automatico dell’assenso delle amministrazioni invitate e non partecipanti o partecipanti tramite soggetti non titolati ove non abbiano tempestivamente espresso il proprio motivato dissenso, ex art. 14 L. 241/90. L’effettivo valore della conferenza di servizi prevede che l’assenza di partecipazione alla conferenza o la partecipazione con persone prive di competenza, e quindi non idonee a vincolare le Amministrazioni di appartenenza, importa una situazione analoga a quella conseguente alla prestazione di consenso. E allora dov’erano gli amministratori di Zagarolo? Ora che la situazione è sfuggita di mano, ora che le comunità interessante sono state informate con altri canali e purtroppo non istituzionali, quella centrale a biogas diventa inquinante e non la vuole nessuno!!! Si corre ai ripari, solo dopo che è stata presentata una mozione che impone a tutti i consiglieri la votazione. Signori e signori si è aperto il sipario della commedia all’italiana.
Ma andiamo per ordine con la documentazione delle testimonianze che l’Osservatore d’Italia ha acquisto dai Consigli Comunali sia di Gallicano nel Lazio che di Zagarolo.
Il Sindaco Accordino, al consiglio straordinario aperto alla partecipazione pubblica , del 17 aprile 2014 affermava che il progetto della Centrale a Biogas, un “compostaggio” anaerobico con produzione di energia elettrica ottenuta bruciando il metano prodotto, non è un iter che nasce all’improvviso, ma da un processo avviato ormai dal 2008: “Su invito della Provincia di Roma, tutti i comuni della provincia furono chiamati dal Presidente Zingaretti e in quella sede e nelle successive si era deciso un programma dei rifiuti proposto da Zingaretti che prevedeva, intanto la raccolta porta a porta nei 120 comuni della provincia, assieme a questo con degli incentivi sia come contributo e per le isole ecologiche. Questa era l’idea, una volta avviata la differenziata doveva essere individuata sul territorio provinciale, e noi ci siamo in quella sede proposti per un impianto di compostaggio (?), che portavano a compimento il ciclo dei rifiuti. Abbiamo fatto cinque incontri pubblici, sono state elette due amministrazioni e non ci siamo sottratti ad alcun tipo di confronto.” Rivolgendosi ai cittadini di Valle Martella, che evidenziando l’assenza del Sindaco Paniccia e l’assessore all’Ambiente in quel consiglio, chiedevano se c’erano stati incontri formali, Accordino rispondeva senza alcun fraintendimento: “a me dispiace dell’assenza del sindaco, non posso rispondere per loro. No ho problemi legati alle critiche degli amministratori dei paesi vicini, quindi l’assenza del Sindaco e dell’assessore non è nelle competenze del consiglio comunale di Gallicano. Riguardo agli incontri ufficiali, sono stati invitati, sono venuti da me, il sindaco Paniccia e l’ex assessore Colabucci (ma l’assessore all’ambiente non è Vernini?) a parlare di questo problema e dovevamo organizzare per andare assieme a Salerno (dove c’è in funzione una centrale a biogas)”.
L’antido a queste rocambolesche apparenti verità viene fortunatamente stabilito ogni qualvolta che i preposti vengono messi nella condizione di prendere posizione ufficiale. Così al consiglio comunale gabino, sfilano tutte le osservazioni inquietanti su questa centrale che però lo stesso Accordino, in virtù di un territorio già violentato da altre situazioni, proponeva senza sollevare alcun dubbio sui danni ambientali non riconoscendo tra l’altro le evidenze scientifiche citate al confronto pubblico.
Marco Bonini, capogruppo NCD, riporta nell’alveolo della votazione una serie di osservazioni, quali la tutela di un paesaggio agrario, dove esiste un vincolo TTPR che molto spesso non consente neanche la sanabilità delle abitazioni: “abbiamo sempre spinto l’amministrazione comunale a valorizzare quell’area, abbiamo espresso anche in passato i dubbi in merito sulla variante dei piani di Corsano, che il territorio, un polmone verde a ridosso di Roma, debba essere tutelato. Zagarolo deve dare una posizione chiara e decisa perché questo insediamento sorgerà a 400 metri dalle abitazioni. Noi chiediamo con forza a questo Consiglio Comunale di votare chiaramente alla nostra proposta di contrarietà al progetto.”Così magicamente ecco che il capogruppo del PD, il consigliere Salvi fa sapere che in base alla salvaguardia della salute pubblica (ma davvero?) a nome del suo gruppo, dice no al biogas, tra l’altro si dichiara esser un medico, e si riserva di ascoltare gli esperti di una commissione ad hoc. Segue l’intervento dell’ex assessore all’ambiente, nonché ex vice sindaco di Zagarolo, Enrico Saracini del nuovo gruppo consiliare appena formatosi, Cambio Democratico. Anche qui dopo un effetto scenografico, i cittadini accorsi a questo consiglio hanno potuto ascoltare la posizione chiara e netta del suo “No” non solo sul Biogas, ma ad ogni tipo di trattamento dei rifiuti, anche del semplice compostaggio: “Lo dico con estrema cortesia al sindaco Accordino, fattela a casa tua! Il comune di Gallicano e Ambiente, la società che vanno a realizzare questo impianto, avrebbe potuto scegliere la bella zona che c’è tra Gallicano e Palestrina, o Gallicano e San Vittorino. Non si può fare a ridosso di una zona soggetta al rispetto delle falde idriche, noi sappiamo quanto peniamo a Valle Martella per questi vincoli. Dò atto all’opposizione, al centro destra in generale e all’enorme lavoro delle associazioni sul territorio, che per fortuna non sono state strumentalizzate (?) e accolgo la mozione facendola anche nostra.”
Per fortuna in salvataggio all’evidente caduta dell’amministrazione interviene l’ex assessore, ora di nuovo assessore al bilancio, Maurizio Colabucci (aveva presentato poche settimane fa le sue dimissioni): “rimango meravigliato ad ascoltare come se qualcuno che sta a questo tavolo (riferendosi alla giunta) è favorevole al progetto del Biogas. Noi ci siamo informati alle commissioni che sono avvenute in Regione Lazio, come qua siamo stati chiamati ad esprimerci. Il NO è, ed era secco. Lo diciamo tutti no al Biogas. E’ inutile che poi giochiamo a prendersi l’applauso, perché siamo degli amministrazioni responsabili delle proprie azioni, che quando prendono delle decisioni guardano l’interesse dei cittadini e non gli interessi propri. Non so se siete venuti qui a prendere in giro chi vi amministra, avete una buona volontà per farlo, alle prossime amministrazione non ci votate! Se siamo qui è per capire cosa pensano le forze politiche su quello che sta nascendo vicino a Zagarolo, il capogruppo è stato molto chiaro, il piano a Biogas è no. Il resto, per intenderci, non so quali sono le pratiche che sono avviate tra Gallicano e la Regione. Quando verranno fuori, noi diremmo no anche al resto se necessario, perciò quello che intende il collega Saracini, è no anche per noi! Più che seguire le pratiche, le informazioni, avete mai sentito un amministratore di Zagarolo dire si al biogas? Noi abbiamo immediatamente presentato la mozione al Consiglio… caro Bonini, questa non è la tua mozione, ma è la volontà di tutti i cittadini e gli amministratori di Zagarolo.”
Il capogruppo che ha proposto la mozione riporta alla realtà Colabucci, ricordandogli che hanno dovuto presentare la mozione per parlane. Il clima diventa surreale e Saracini ad adiuvandum alle affermazioni di Conti, rivolgendosi al presidente del Consiglio replica: ”se come amministrazione abbiamo commesso la leggerezza di non comunicare e non informare bene, diciamolo… di fatto abbiamo sbagliato, mettiamo una pezza, invito al presidente di convocare un consiglio straordinario a Valle Martella e fare l’appello nominale a chi è favore e chi è contro.”
La gestione di un’amministrazione si valuta sui fatti e dalla testimonianza dei documenti, e purtroppo prima di questa votazione, non esisteva alcun dissenso al progetto presentato, anzi esiste la chiara volontà ad non esprimersi e quindi a dare il proprio consenso! Il capogruppo Bonini dal canto suo rimanda al mittente, assessore Colabucci, l’accusa. :”Lei è il primo fare politica all’interno dell’aula, poiché nell’ultima seduta del consiglio comunale, aveva presentato le lettere delle sue dimissioni, dove vi era scritto che non si riconosceva più nell’amministrazione. Non capisco perché Colabucci può fare politica dentro e fuori il consiglio comunale, invece quando la minoranza, che viene coinvolta dai cittadini per affrontare un argomento di rilevanza comunale, porta una discussione di questo tipo, non se ne debba parlare oppure minimizzare. Lei ogni volta che noi presentiamo un punto, tende a prendersi il merito delle nostre proposte, dicendo ‘noi abbiamo portato la discussione in consiglio comunale’…allora noi ringraziamo la presidenza del consiglio che accolto il nostro punto, però noi siamo stati costretti a portare e presentare questa mozione, perché prima d’ora questo argomento di rilevanza importante per il territorio di Zagarolo e Valle Martella non era stato affrontato in consiglio!”
Concludono con le arringhe a questo punto, il Consigliere Leoodori e il sindaco Paniccia, tranne un piccolo intervento dell’Assessore all’Ambiente Vernini, che ha fatto presente che solo da pochi mesi è venuto a conoscenza dei documenti, che parlano solo di progetto di compostaggio. Leodori, dal canto suo, difende il progetto dell’impianto di un eventuale compostaggio, che non sia a biogas e che deve essere individuata un’area del territorio che possa gestire la Forsu di 100 mila persone dei comuni limitrofi: “Io ritengo che il biogas non debba essere fatto. Ma il comprensorio deve individuare un meccanismo per essere autonomo per chiudere il ciclo dei rifiuti. Forse c’è stato un errore di comunicazione con tutto rispetto al sindaco Accordino (mi dispiace che non gli è stata data la parola), è quello di aver gestito questo progetto e questo intervento in maniera un po’ troppo autonoma. Tanto per essere chiari, nessuno questa materia la conosceva bene, è stato fatto un errore di sottovalutazione e anche quello di delegare troppo.” Il Sindaco invece, ricordando quando era in prima linea alla manifestazione non autorizzata contro la discarica di Corcolle, confonde la cittadinanza che non capisce come mai l’amministrazione non abbia avuto la volontà questa volta di coinvolgere i cittadini sulle tematiche degli interventi industriali nel proprio territorio. Conclude Paniccia che la mozione non ha senso perché la centrale a biogas non si farà più, e che il consiglio non è deliberativo, e si deve discutere solo su situazioni reali e non su illazioni.”
Quante occasioni perse! Quest’amministrazione ha messo da parte l’obiettivo primario, quello di dover informare la sua stessa comunità sui interventi che vanno a coinvolgere l’ambiente e la salute pubblica, anche se si trattano di progetti ancora su carta. In questo caso, tranne la mozione presentata dal centro destra e la volontà dei cittadini di non farsi calare dall’alto scelte irreversibili, come comitati e associazioni del territorio, nessuno (figuriamoci gli assessori all’ambiente) ha messo in agenda la dovuta comunicazione istituzionale. La fotografia appena scattata mostra come politici, comitati e associazioni interessanti al proprio territorio, hanno acquisito e studiato le relative documentazioni, fatto se non grave, alquanto imbarazzante per chi lo dovrebbe fare nel proprio compito istituzionale. Emblematica la posizione di Leodori (anche Presidente del Consiglio della Regione Lazio) sulle centrali a biogas, poiché ora vengono da lui stesso depennate come progetti non spendibili, di certo ne dovrà rendere conto allo stesso Presidente della Regione Lazio, Zingaretti che le aveva messe a disposizione nel territorio provinciale.
Per non dimenticare le leggi che tutelano i cittadini ricordiamo che la strategia del business di questi impianti, non possono essere gestiti senza la corretta partecipazione della cittadinanza e con un percorso di confronto, poiché si ipoteca la morfologia del territorio, della salute pubblica e dell’ambiente….soprattutto quando c’è un progetto in cantiere. Non esiste nessuna tecnologia ad emissione zero, se non apportando condizioni negative all’ambiente. La normativa italiana (art. 17 del decreto legislativo n. 387/2003, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., decreto legislativo n. 28/2011) annovera tra le biomasse (fonti rinnovabili) la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani. Una centrale una volta avviata, non può arrestare la sua attività, e ai fini della concessione di agevolazioni tariffarie, come CIP 6 e di certificati verdi per lungo tempo, è consentito di assimilare alla biomassa vegetale vera e propria la frazione non biodegradabile dei rifiuti solidi urbani (art. 17 D.Lgs. 387/2003 e s.m.i.). Sembra che per questa scelta, l’Italia è stata sottoposta a procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, altro che Vienna. Quindi occorre vigilare sia sulla realizzazione delle strutture ibride (con fotovoltaico) che accedono a incentivi economici (D.Lgs. n. 28/2011) che sugli impianti sovradimensionati alle esigenze del territorio, che purtroppo allettano il conferimento dei rifiuti di altri territori.
L’Osservatore d’Italia comincerà a mettere a confronto queste tecnologie anche con le centrali a carbone, e i relativi costi/benefici, che spesso inconsapevolmente si ritrovano inseriti nella componente A3 delle bollette energetiche, che di fatto hanno aiutato le imprese a fuggire all’estero per i costi troppo eccessivi della componente energetica. Questo consiglio, degno del film “Arsenico e vecchi merletti”, riconsegna dignità alla comunità di questo territorio, dimostrando che non sempre si può gestire la comunicazione e l’informazione istituzionale con un “Così è se vi pare”.

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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