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YouTube si rifà il look per le esigenze dei più giovani

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YouTube si rifà il look. Google cambia il modo di presentare i formati video sia sulla versione web che app, iOS e e Android, della popolarissima piattaforma. Come anticipato su Twitter dall’account ufficiale TeamYouTube, poi confermato sul blog del servizio, si vedranno presto tre menu distinti per altrettante tipologie di filmati. Uno per i video classici, il secondo per gli shorts e il terzo con le dirette degli utenti. La volontà sarebbe quella di riportare i più giovani sulla piattaforma, cercando di controbattere all’ascesa di rivali come Tik Tok. Quando si fa partire un cosiddetto “shorts”, il contenuto di breve durata, l’app mostreranno anche altri video dello stesso formato, sia dell’autore del primo che di altri correlati. Questo, per il team di YouTube, dovrebbe incrementare il tempo di fruizione dei filmati brevi. A fine settembre, il colosso americano aveva dichiarato la volontà di ampliare il programma di retribuzione per i creator, consentendo a più utenti di ricevere contributi per i loro video. Dal 2023, basterà raggiungere una soglia di 1.000 iscritti e 10 milioni di visualizzazioni sugli short in 90 giorni per entrare nel Partner Program. La riprogettazione di sito e app segue un altro importante aggiornamento di YouTube che ha introdotto, qualche settimana fa, gli “handle”, ossia la possibilità di scegliere un nome utente diverso per il proprio canale. Gli username permetteranno ai creatori di identificare il proprio canale e interagire meglio con gli spettatori attraverso gli shorts, le pagine e i commenti. Con queste modifiche la piattaforma video più famosa al mondo diventa ancora più fruibile e funzionale per i più giovani senza stravolgere quanto è presente nella versione attuale.

F.P.L.

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Castelli Romani

Centrodestra in crisi, tra “veggenti” e rivalità in Regione Lazio

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Tensioni esplosive: la coalizione si scontra su poltrone e deleghe, mentre il caso Righini agita la Pisana

La Regione Lazio è scossa da una crisi politica che sembra aggravarsi di giorno in giorno, alimentata dalle tensioni all’interno della coalizione di centrodestra e da un nuovo caso che coinvolge l’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, e la sua compagna, Lorella Biordi. In un post sui social, Biordi aveva infatti anticipato contenuti di una delibera regionale ancora non pubblicata, un fatto che ha suscitato immediate critiche e ha spinto qualcuno, in tono sarcastico, a definirla “veggente”. Questo episodio ha contribuito ad alzare il livello di tensione, portando all’apertura di una commissione Trasparenza nella quale il Partito Democratico ha richiesto le dimissioni di Righini.

Nelle stesse ore, la situazione alla Regione ha subito un ulteriore colpo. Nonostante il centrodestra avesse espresso sostegno all’assessore, il giorno successivo è stata improvvisamente annullata la commissione Bilancio, nella quale Righini avrebbe dovuto presentare il bilancio consolidato 2023 della Regione Lazio. Per l’opposizione, questo dietrofront è stato l’ennesimo segnale di una coalizione in balia delle lotte interne, divisa e incapace di portare avanti il lavoro amministrativo.

Dietro la crisi politica ci sono da mesi attriti irrisolti. La Regione ha visto il blocco quasi totale dei lavori dal termine della pausa estiva, con sedute del consiglio rimandate a più riprese, e con il Documento di programmazione economico-finanziaria (Defr) in attesa di approvazione. Parte di questo stallo è attribuibile a una profonda spaccatura tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, infatti, da tempo chiede maggiore spazio e visibilità, puntando alla vicepresidenza della giunta, una richiesta finora respinta dal partito di Giorgia Meloni, che non vuole concedere altri ruoli chiave.

Di fronte alla situazione, il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha provato a mediare. Dopo un viaggio istituzionale negli Stati Uniti, Rocca è rientrato dichiarando che “siamo al dunque” e proponendo una ridistribuzione delle deleghe. Tuttavia, questa soluzione è stata giudicata insufficiente da Forza Italia, che insiste per una presenza più concreta nella gestione regionale.

L’opposizione, dal canto suo, ha colto l’occasione per attaccare la giunta e denunciare quello che definisce “un mercato delle poltrone”. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno criticato duramente Rocca e la maggioranza per l’impasse che ha immobilizzato la Regione. Rappresentanti di Italia Viva e Azione hanno accusato il centrodestra di essere più concentrato sulle lotte interne che sui reali bisogni dei cittadini.

A questo punto, l’uscita di Forza Italia dalla giunta appare come l’unica soluzione possibile, soprattutto se Rocca non interverrà con una decisione che possa sbloccare la situazione. Il rischio è che il centrodestra si trovi costretto a proseguire con un appoggio esterno, soluzione estrema che renderebbe il governo regionale ancora più fragile. Intanto, il clima politico alla Pisana rimane teso, con un orizzonte sempre più incerto e nessuna soluzione concreta all’orizzonte.

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Editoriali

Sicurezza stradale o fonti di entrate? L’Italia al centro del dibattito sulle multe da record

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Con oltre 1,5 miliardi di euro incassati nel 2023 e un numero spropositato di autovelox e T-Red, il Paese si interroga se il fine ultimo sia davvero la protezione degli automobilisti o un’opportunità di guadagno per le amministrazioni locali

Negli ultimi due anni, il concetto di “sicurezza stradale” in Italia è stato messo in discussione, con cifre record di multe che hanno portato a incassi straordinari per le amministrazioni comunali, spesso a scapito della vera protezione degli automobilisti.

Un esempio eclatante arriva dal semaforo di via Tuscolana a Frascati, che da solo può emettere fino a 1.300 multe al giorno, alimentando il dibattito sull’effettiva funzione di questi strumenti di controllo.

Una delle tante foto giunte in redazione che mostrano la coda del semaforo di via Tuscolana a Frascati

Il 2023 ha segnato un record, con sanzioni che in totale hanno superato la cifra di 1,5 miliardi di euro. Tra le città più colpite c’è Firenze, con una media di 198,6 euro di multe per abitante. Ma è il piccolo comune di Colle Santa Lucia, in provincia di Belluno, a destare scalpore: con soli 346 abitanti, ha raccolto ben 747 mila euro in contravvenzioni.

Un’indagine più ampia ha poi rivelato la sorprendente diffusione di autovelox in Italia

Su 113.831 autovelox presenti a livello mondiale, ben 11.303 si trovano nel nostro Paese, che rappresenta così il 9,93% del totale globale, nonostante la rete stradale italiana si estenda per circa 487.700 chilometri, una lunghezza ben inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti o di altre nazioni europee con minore densità di apparecchi. Questo confronto mette in luce una realtà preoccupante: se Paesi come Regno Unito, Germania, Spagna e Svezia dispongono di un numero inferiore di dispositivi nonostante le reti stradali più ampie, ci si interroga sul perché l’Italia abbia così tanti strumenti di controllo.

Il fenomeno T-Red

A Cerveteri, comune con 37.978 abitanti, i sistemi T-Red hanno emesso oltre 4.200 multe in un anno, mentre a Roseto degli Abruzzi, con 25.670 abitanti, si sono registrate oltre 1.000 sanzioni in pochi mesi. Questi esempi fanno sorgere domande sull’effettivo scopo dei controlli, progettati per garantire la sicurezza stradale ma spesso percepiti come strumenti per far cassa.

La proliferazione di autovelox e T-Red, nati per proteggere gli automobilisti, porta oggi molti a domandarsi se l’obiettivo non si sia spostato da quello della sicurezza stradale a una mera fonte di entrate per le amministrazioni locali.

È tempo di riflettere sul reale significato di sicurezza stradale e garantire che questi strumenti rispondano a un’autentica necessità di protezione, piuttosto che al bisogno di riempire le casse pubbliche.

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Costume e Società

Predappio, chiude lo storico ristorante “Del Moro”: un addio che profuma di tagliatelle al ragù e ricordi

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Dopo quasi mezzo secolo, una delle trattorie simbolo della cucina romagnola abbassa le serrande, lasciando dietro di sé un’eredità di amore e tradizione

A Predappio, tra le dolci colline dell’Appennino forlivese, c’è un luogo che racchiude il calore di una casa e i sapori di un tempo che sembra non voler svanire: il Ristorante Del Moro.

Da quasi mezzo secolo, Rino e sua moglie accolgono i clienti con sorrisi sinceri e una cucina che profuma di tradizione, diventando un punto di riferimento per chiunque abbia voglia di gustare la vera cucina romagnola.

Il signor Rino

Eppure, questo angolo prezioso di storia e sapori si appresta a chiudere i battenti entro dicembre, con un misto di nostalgia e gratitudine.

Il ristorante è famoso per le sue tagliatelle al ragù, fatte in casa seguendo una ricetta tramandata da generazioni. Ogni piatto, preparato con maestria e passione, racconta di mattinate trascorse a impastare e di profumi che si diffondono lentamente, avvolgendo ogni angolo della sala. Il rumore delle posate che si mescola alle risate dei clienti, il tintinnio dei bicchieri di un ottimo vino rosso locale, e la voce gentile di Rino che chiede: “Tutto bene?” sono ricordi che chiunque abbia varcato la soglia del Ristorante del Moro porta con sé.

Dietro a ogni pietanza c’è l’amore di una coppia che ha dedicato la propria vita a mantenere viva una cucina autentica, lontana dalle mode e vicina al cuore. Una conduzione familiare impeccabile, fatta di piccoli gesti e attenzioni, dove la cortesia è un ingrediente invisibile che arricchisce ogni portata.


Ma, dopo 48 anni di instancabile lavoro, Rino e sua moglie sentono che è giunto il momento di “passare il testimone”. “È arrivato il tempo di godersi un po’ di riposo, di riscoprire la vita senza orari e di lasciare spazio a nuove energie,” ha detto Rino con un sorriso, forse velato da un pizzico di malinconia.

La domanda che ora riecheggia tra i tavoli della trattoria è: chi prenderà in mano questa eredità? Chi avrà la forza e la passione per continuare a custodire un patrimonio che non è solo gastronomico, ma anche umano e culturale?

La speranza è che una giovane coppia del posto decida di raccogliere questa sfida, portando avanti non solo le ricette, ma l’anima di un luogo dove il tempo sembra fermarsi, e il cibo è una carezza al cuore.

Predappio si appresta a salutare un pezzo della sua storia, con la certezza che il profumo delle tagliatelle al ragù, l’ospitalità di Rino e il calore di quei momenti a tavola rimarranno impressi per sempre nella memoria collettiva. Perché il Ristorante “Del Moro” non è stato solo un ristorante, ma una casa per chiunque vi entrasse, anche solo per una sera.

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