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Editoriali

Youtube e la libera informazione, oscurato canale Tv: come la mettiamo con la Costituzione italiana?

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Presidente Mattarella: “Ogni attentato contro la libera informazione è eversivo”

Sarebbe ridicolo se non fosse tragico. Dopo una lunga campagna di notizie ‘orientate’, che ancora dura, a proposito di vaccini, effetti avversi (ignorati), morti improvvise (non c’è correlazione), green pass obbligatori; dopo la morte senza resurrezione di centinaia di ristoranti, trattorie, tavole calde, bar, colpiti da provvedimenti tesi non alla sicurezza sanitaria, ma alla distruzione di un tessuto economico prezioso, vitale per la nazione Italia, (ricordiamo la disposizione secondo la quale queste imprese avrebbero dovuto chiudere entro le 18,00) oggi si parla, da parte del Capo dello Stato, di informazione inibita e prevaricata.

Secondo Sergio Mattarella, “Ogni attentato contro la libera informazione è eversivo” un attentato alla democrazia, in un paese in cui ad ogni piè sospinto si inneggia ad una democrazia come all’invocazione alla divinità, e ad una Costituzione che in realtà è bellamente ignorata e calpestata ogni volta che la ‘ragione di Stato’ ne chieda la testa.

Robert Musil scriveva , tempo fa, che “La democrazia è la forma più avanzata di dittatura”. Dipende da che parte la si guarda. Se chi si arroga il diritto di essere ‘democratico’ si fa una democrazia a suo uso e consumo, o se il termine ‘democratico’ attiene soltanto ad una posticcia denominazione di un partito che poi influenza le scelte altrui. In questo non si avverte la partecipazione o l’assenso di una popolazione che ha affidato le proprie volontà civili a delegati che, una volta eletti, ne hanno fatto ciò che hanno voluto. Questo è uno dei motivi della crescita esponenziale dell’assenteismo elettorale.  Nella realtà dei fatti, la nostra libertà d’informazione non segue i canoni di uno Stato che si picca d’essere democratico, costruendo in tal senso una facciata di maniera suffragata dai media, anch’essi succubi (nella migliore delle ipotesi) a finanziamenti che possano garantirne la sopravvivenza, e a istruzioni della proprietà, che ha acquisito una testata giornalistica non per il desiderio di partecipare a una libera informazione, foriera di libertà e civiltà, ma per interessi personali attinenti a varie imprese e industrie, produttrici di denaro e non di diritti. Satelliti del potere politico e finanziario. Ci sono argomenti, relativi a notizie d’interesse pubblico, che dovrebbero portare come insegna quella che si mette sui pali dell’alta tensione, mutuata dal Jolly Roger del Corsaro Nero, un teschio sorridente con due tibie incrociate.  

Accade quindi che una testata on line che si esprime su YouTube (Visione TV, 260.000 iscritti e 5 milioni di visualizzazioni) venga chiusa per una settimana, per aver mostrato, tre mesi prima, in un video del 10 aprile, un titolo che il quotidiano di Belpietro, La Verità, pubblicava in prima pagina. Parla l’allora ministro Speranza: “Sapevo che il 20% degli effetti avversi era gravissimo”. Ma purtroppo gli argomenti ‘vaccini’ ed ‘effetti avversi’ hanno il cartello ‘chi tocca muore’, teschio e tibie. Gli ordini vengono dall’alto, molto probabilmente da oltre oceano e non da una persona sola, ma da gruppi di potenti che non hanno piacere che si parli male del liquido magico. La ragione ufficiale recita: “Violazione delle regole della Community, disinformazione in ambito medico”. Accuse formulate in un tribunale in cui no ci si può difendere. Inaccettabile anche la formula con cui è stata comunicata la sospensione: “Rifletti sugli errori, cambia e impara”. Il cartellino giallo, calcisticamente parlando, che precede quello rosso e l’espulsione definitiva. Se fossimo sul set de ‘Il Padrino- Parte seconda’, potremmo parlare di ‘avvertimento’. Dopo tre cartellini gialli, YouTube sventola il rosso, senza remissione. “E’ evidente che possono ripescare qualsiasi video dal passato e rinfacciarci di aver violato le regola” dice il fondatore Francesco Toscano “ed è sconcertante il tono messianico con cui veniamo redarguiti.

Non è la prima volta che Visione TV viene bloccata sui social: è accaduto anche quando aveva sostenuto le tesi di Donald Trump, (evidentemente altro argomento ‘pericoloso’) fino al punto di vedersi bloccare la monetizzazione. Non si capisce dove sia la colpa,( e la retroattività) d’aver mostrato durante la rubrica mattutina ‘Il Controcanto’, qualcosa che era già stato ampiamente divulgato a mezzo stampa, e di cui s’era fatta disamina in varie rassegne TV; né, se la notizia ha dato tanto fastidio a qualcuno da essere ripescata mesi dopo, si capisce perché lo stesso provvedimento non sia stato applicato al quotidiano che tale frase ha riportato in prima pagina, La libertà d’informazione è un diritto costituzionale, e, se guardiamo la fresa del presidente Mattarella, il comportamento di You Tube risulta eversivo e quindi terroristico.

La libertà d’informazione è un diritto costituzionale, come recita l’art. 11: “Libertà d’espressione e d’informazione – 1: Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere e comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche, e senza limiti di frontiera. 2: la libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati. L’art. 21, poi, parla più in esteso del diritto di cronaca e del diritto d’informazione, a tutela dell’attività giornalistica. Quindi le ‘regole della Community’, ci viene il sospetto che siamo anticostituzionali, e quindi da cassare. Possiamo solo dire che la manovra di You Tube è stata quanto meno avventata e dettata da uno spirito infantilmente pedissequo. Abbiamo la quasi certezza che tali sanzioni procurino un guadagno a chi le applica, prova ne sia il ripescaggio del titolo de La Verità pubblicato nel mese di aprile, e attivato, secondo una mentalità bambinesca, soltanto oggi. Vediamo una colpa senza dolo nel comportamento di You Tube che usa per i suoi scopi persone non adeguatamente preparate, né dotate di discernimento, dote fondamentale quando si tratti di temi come quello della libertà d’informazione.

La formula adoperata “Disinformazione in ambito medico” denota una puerile ricerca di qualcosa che possa essere censurata: in realtà, la disinformazione in ambito medico non esiste, e non sarebbe neanche avvenuta riportando il titolo di giornale su Visione TV. Semmai da censurare per aver legittimamente pubblicato notizie fastidiose per qualcuno sarebbe il quotidiano La Verità, che ha nel suo palmares un notevole numero di scoop giornalistici che hanno portato a risultati anche eclatanti, cioè un quotidiano che fa del giornalismo autentico, e non ha venduto la sua penna ai poteri forti. All’orizzonte si profila un ricorso che ha tutti i motivi d’essere. Ci auguriamo che la sanzione venga presto ritirata, in ossequio alla libertà in generale, e a quella d’informazione in particolare. LASCIATECI FARE IL NOSTRO MESTIERE! Sulla faccenda è intervenuto l’onorevole Marco Rizzo, coordinatore di ‘Democrazia Sovrana e Popolare’: “Ci chiediamo se un’azienda privata possa avere la meglio sulla libertà d’espressione nel nostro paese, ancora garantita dalla Costituzione”.

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Editoriali

19 luglio 1992: un maledetto pomeriggio

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Lo ricordo come allora quel tragico 19 luglio 1992.
Un caldo improponibile, come quello di questi giorni.
Ma era sabato e con gli storici amici del paese l’appuntamento era fisso: “… ci vediamo più tardi al chiosco, verso le 5, e poi decidiamo dove passare pomeriggio e serata …“.
E cosi facemmo!
Arrivammo un po’ alla spicciolata (cellulari, WhatsApp ed altro sarebbero arrivati anni dopo).
Per ultimo, ma non per questo meno importante, uno dei nostri amici, all’epoca cadetto alla scuola sottufficiali dei Carabinieri.
Lo sguardo basso, ferito oserei dire.
Il passo lento, non era il suo solito passo.
Gli occhi lucidi che facevano presagire che qualcosa di grave era successo.
“Hanno ammazzato pure Paolo”, furono le sue uniche indimenticabili parole.
In un momento i nostri sorrisi, la nostra voglia di festeggiare quel sabato si ruppe.
Non erano passati neanche due mesi dell’attentato di Capaci in cui Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta erano stati ammazzati per ordine della Mafia ed ora anche Paolo Borsellino e la sua scorta erano lì dilaniati dall’ennesimo atto vigliacco di Cosa Nostra.
Giovanni e Paolo incarnavano i sogni di quella nostra generazione pronta a scendere in piazza per dire “NO ALLA MAFIA”.
Una generazione che aveva fatto dell’impegno politico e sociale la propria stella polare.
Quei due uomini seppero farci capire quanto l’impegno dovesse essere sempre animato da uno spirito di sacrificio personale.
Ci fecero capire che per cambiare il mondo il primo impegno era mettersi in gioco.
Quel pomeriggio i nostri sogni di ragazzi che volevano un mondo migliore saltarono in aria come quella maledetta bomba in via d’Amelio.
Ma capimmo, anni dopo, che dalla loro morte sarebbe germogliato quel seme che avrebbe fatto crescere la pianta rigogliosa della legalità.
Oggi a più di 30 anni dalla loro morte tengo in mente due loro pensieri:

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

L’ importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza (Giovanni Falcone)
La paura è umana, ma combattetela con il coraggio (Paolo Borsellino)


Ecco paura e coraggio … le loro vite, il loro impegno, il loro sacrificio ci hanno insegnato che possono convivere e farci essere grandi uomini.

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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