Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
di Angelo Barraco
Bergamo – Yara Gambirasio e Massimo Bossetti si conoscevano? Nell’elenco dell’accusa per il processo a Massimo Bossetti, accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio, figura la testimonianza di Alma Azzolin, di Trescore Balneario.
Il suo racconto è reputato dagli inquirenti fondato. Risulta a verbale che una mattina tra agosto e l’inizio dell’anno scolastico 2010, la donna fosse parcheggiata a fianco al cimitero di Brembate e avesse notato una macchina color chiaro modello Station Wagon e alla guida dell’auto vi era un uomo su cui era salita una ragazza. La donna ha dichiarato che l’uomo fosse Massimo Bossetti e che la ragazza fosse Yara. La donna avrebbe visto Bossetti e Yara insieme circa 3 mesi prima della scomparsa. Lei frequentava il centro sportivo di Brembate poiché la figlia svolgeva attività sportive proprio lì. La testimone pare non avere dubbi: “Ho visto Bossetti e Yara insieme prima della scomparsa della piccola” aggiungendo che “È lei la ragazza vista in macchina con Bossetti accanto alla palestra agli inizi di settembre”.
Processo Bossetti: Il 3 Luglio è iniziato presso il Tribunale di Bergamo, il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e ritrovata tre mesi dopo in un campo, esattamente il 26 febbraio 2011. In Tribunale non ci sono stati i genitori di Yara che si costituiranno parte civile e saranno presenti in aula nel momento in cui dovranno testimoniare poiché vogliono evitare la pressione mediatica. L’attesa mediatica è stata tanta, come d'altronde dall'inizio di questa vicenda. Molti si sono accalcati fuori dal Tribunale di Bergamo per poter vedere qualcosa, cogliere l’attimo in cui entra il presunto Killer ed assaporare in diretta un momento che prima avevano visto soltanto attraverso uno schermo televisivo. L’udienza di è stata blindata e sono stati centellinati i posti per i giornalisti e le troupe televisive. Bossetti, in carcere dal 16 giugno dell’anno scorso, ha voluto presenziare in Aula ed è arrivato in Tribunale a bordo del furgone della Polizia ed è entrato dall’ingresso secondario, è stato condotto in aula ed è stato fatto entrare nella gabbia degli imputati.
Nullità Dna. Gli avvocati di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno chiesto ai giudici della Corte d’Assise la nullità del prelievo Dna con boccaglio eseguito a Bossetti nel corso del controllo stradale che poi portò alla comparazione con il Dna di Ignoto 1. Gli avvocati sostengono che quel prelievo doveva essere svolto con le garanzie difensive poiché non si può dire che il 14 giugno non fosse indagato dato che fu arrestato il 16. La difesa reputa nullo anche il capo d’imputazione che riguarda i due luoghi diversi per l’omicidio di Yara, ovvero Brembate di Sopra e Chignolo d’Isola. Secondo i legali sono da annullare anche i prelievi di sangue e materiale organico rinvenuto sugli indumenti di Yara perché “azioni non ripetibili”. Eccezioni anche per alcune indagini svolte dopo la scadenza dei termini in assenza di una richiesta di proroga. Il Pm Letizia Ruggeri ha replicato in aula –rispondendo alle richieste della difesa di Bossetti in merito all’esame del Dna e alle indagini- che “E' stato tutto regolare, e risposte alle eccezioni sono gia' nei documenti”. La decisione spetta ora al giudice Antonella Bertoja che darà il proprio responso nella prossima udienza che si terrà il 17 giugno.
Massimo Bossetti è in carcere dal 16 giugno 2014 ed è accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010,intorno alle 18,30 quando esce dal palasport di Brembate di Sopra e da quel momento non si saprà più nulla di lei fino al 26 febbraio 2011, dove viene ritrovata per puro caso. Ma oltre all’accusa di omicidio su Bossetti pende l’accusa di calunnia verso un collega, secondo l’accusa , Massimo Bossetti durante gli interrogatori avrebbe cercato di sviare le indagini e indirizzare gli inquirenti verso di lui sull’omicidio e come possibile colpevole. Per l’omicidio di Yara le aggravanti contestate quelle di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.
Correlati