Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
di Christian Montagna
Bergamo – Dopo il susseguirsi di colpi di scena, stavolta a parlare è lei: Marita Coma, la moglie di Giuseppe Bossetti il presunto assassino della giovane Yara. Le era stato chiesto più volte di raccontare quel tragico giorno e finalmente l’ha fatto. Quella sera avevano cenato insieme alle nove di sera. Finora la donna si era sempre dimostrata titubante nei ricordi schierandosi però sempre dalla parte del marito. Descrive la vita di Bossetti abitudinaria e ripetitiva proprio come l’aveva raccontata lui al pm Ezia Maccora. Un padre di famiglia, premuroso e protettivo, insospettabile uomo di chiesa, benvoluto da conoscenti e amici, ma molto probabilmente turbato da fantasie aberranti. Aggiunge stavolta però quello che potrebbe essere un alibi qualora fosse veritiera l’affermazione. L’autopsia effettuata dall’ anatomopatologa Cristina Cattaneo infatti fissa la morte della piccola di Brembate tra le diciannove e le ventiquattro del 26 novembre 2010. Ad insospettire gli investigatori però restano i movimenti del telefono di Bossetti lo stesso giorno della sparizione di Yara. L’ultimo utilizzo del cellulare risale alle 17.45 dopodiché il nulla fino al giorno successivo. Un comportamento palesemente anomalo visti gli utilizzi soliti nei giorni precedenti. Ma i colpi di scena non terminano qui: il cellulare del presunto assassino non aggancia mai la cella di Chignolo d’Isola, luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Yara. Si pensa dunque che vista l’alta conoscenza dei funzionamenti dei cellulari che ha, quel giorno abbia lasciato il cellulare a casa. Rimane inoltre da chiarire la ripresa delle telecamere di una banca del furgone di Bossetti in via Rampinelli in orario compatibile a quello della scomparsa di Yara. Proprio per questo la prossima settimana infatti cominceranno gli accertamenti sulla Volvo grigia e sul furgone. E’ proprio sul furgone che gli investigatori sperano di trovare tracce che possano essere determinanti al processo di condanna. Oggi, dopo undici giorni di detenzione e isolamento, Bossetti incontrerà la moglie in carcere. Gli avvocati sono fiduciosi e convinti della sua innocenza e tenteranno di dimostrarlo in vista dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Brescia. Per ora le indagini proseguono senza sosta con la speranza di assicurare alla giustizia al più presto l’assassino della giovane Yara.
Correlati