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Cronaca

YARA GAMBIRASIO: MASSIMO BOSSETTI SARA' PROCESSATO IL 3 LUGLIO

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Tempo di lettura 2 minutiIntanto l’Unione delle Camere Penali, in una nota, contesta la diffusione del filmato dell’arresto di Bossetti

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di Angelo Barraco

Bergamo – Massimo Bossetti è stato rinviato a giudizio dal Giudice dell’udienza preliminare Ciro Iacomino. Il processo per Massimo Bossetti avrà dunque inizio il 3 luglio davanti alla Corte d’Assise di Bergamo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
 
Per l’omicidio di Yara le aggravanti contestate quelle di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.
 
L’avvocato di Salvagni ha presentato tre eccezioni di nullità davanti al Giudice, ma sono state tutte respinte dal gup Ciro Iacomino. L’avvocato Salvagni chiedeva la nullità degli accertamenti biologici del Ris, perché condotti con strumento di delega di indagine e non con l’avviso delle parti, l’altra richiesta era la nullità sul capo d’imputazione perché indicati due luoghi diversi del delitto (Brembate Sopra e Chignolo d’Isola), la terza ed ultima richiesta annullata era quella di tenera un incidente probatorio sul dna.
 
L’Unione delle Camere Penali, in una nota, contesta la diffusione del filmato dell’arresto di Bossetti con le seguenti parole: “La messa in onda, dopo lungo tempo dai fatti ma (non a caso) pochi giorni prima della celebrazione dell'udienza preliminare, delle crude immagini dell'arresto del cittadino Massimo Bossetti, presunto innocente fino a sentenza definitiva, non e' che la ennesima dimostrazione del degrado di buona parte della informazione giudiziaria italiana, Il limite massimo del degrado infatti  e' gia' stato da tempo raggiunto e superato e non sara' oramai la trasmissione di immagini di simili 'contributi informativi' da parte dell'oramai sperimentato circo mediatico giudiziario ad incrementarne in maniera sensibile la brutale arroganza. Le immagini che abbiamo visto  sono infatti soltanto la riprova del cinismo di buona parte della informazione italiana, che tratta gli esseri umani come trofei da inchiesta giudiziaria e di chi, ricoprendo ruoli pubblici delicati e funzioni giudiziarie di rilievo, non ha nessuna remora a dare in pasto agli 'informatori' carne fresca per l'esibizione muscolare quotidiana e per tentare di condizionare la giurisdizione”.