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Cronaca

YARA GAMBIRASIO: MASSIMO BOSSETTI RIMANE IN CARCERE

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Tempo di lettura 4 minuti Un delitto come tanti altri avvolto da misteri imperscrutabili, dove emergono con tutte le conseguenti fragilità, quelle prove inizialmente schiaccianti

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Tutto resta sospeso e Bossetti rimane in carcere. Solo il giorno dopo la richiesta di scarcerazione, il giudice Ezia Maccora ha dichiarato inammissibile la richiesta degli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni che non inviarono la notifica, come previsto dal codice penale, dell’istanza ai legali della famiglia Gambirasio.

di Cinzia Marchegiani


Bergamo – Novità o forse nulla all’orizzonte per Giuseppe Bossetti che si trova rinchiuso ancora nel carcere di Bergamo. Accusato dal PM Letizia Ruggeri dell’assassinio di Yara Gambirasio ritrovata in un campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011 solo tre mesi dopo la sua scomparsa. Bossetti è l’indiziato numero uno dell’omicidio, agli occhi attenti dell’opinione pubblica viene dipinto come un uomo di ghiaccio capace di azioni di crudele ferocia, come giustificato dallo stesso Gip che ne ha convalidato il fermo. Un’Italia sempre più giustizialista forse perché è importante dare in pasto il mostro di turno, mentre non sono tutelati i diritti sanciti dalla stessa legge, che vuole il colpevole solo a condanna definitiva. Bossetti, indipendentemente dalla realtà dei fatti, è l’Enzo Tortora di turno, un monito che sembra non abbia gettato alcun seme. Proprio nei giorni scorsi, il 10 settembre 2014, i legali di Giuseppe Bossetti, la dottoressa Silvia Gazzetti ed il dottor Claudio Salvagni avevano presentato l'Istanza di scarcerazione del presunto colpevole per la giustizia italiana, ma il giudice non ha accolto la richiesta. Un delitto come tanti altri avvolto da misteri imperscrutabili, dove emergono con tutte le conseguenti fragilità, quelle prove inizialmente schiaccianti che con il tempo diventano troppo spesso labili, non databili e quelle stesse tracce nella scena del delitto anche  con tutte le tecnologie a disposizione per la ricerca scientifica, spesso rimangono fini a se stesse, poiché nel crimine perpetrato si cela molto di più di una macchia di sangue che non ha scritto nel suo codice genetico a che data e ora è stata prodotta. Così gli indizi forti e prova regina che ora hanno trovato solo un presunto colpevole, sono le tracce di DNA nei leggins e slip di Yara. Potrà essere questa unica prova a dimostrare la colpevolezza di Bossetti?

Ad oggi le notizie di questo giallo vedono  Bossetti in carcere,  il giorno dopo la richiesta di scarcerazione, il giudice Ezia Maccora ha dichiarato inammissibile la richiesta degli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, che come previsto dal codice penale, non hanno inviato la notifica dell’istanza ai legali della famiglia Gambirasio. Nell’ordinanza del GIP persistono i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di reiterazione del reato. Ora anche la seconda richiesta di scarcerazione è stata respinta.

Tutto è rimasto sospeso, ma non l’iter mediatico che spesso ha bisogno di essere alimentato per non far spengere la fiamma del sensazionalismo, nemico numero uno delle inchieste e del pudore che comunque dovrebbe essere difeso. E ora quelle stesse riflessioni del generale Luciano Garofano in un convegno dello scorso febbraio proprio sul femminicidio e la morte di una giovane ragazza riemergono con tutta la loro forza ad indicare la strada del monito che qui riportiamo: ”il legislatore nelle fasi d’investigazione deve porre attenzione sul ruolo invadente delle trasmissioni e giornali poiché le indagini preliminari vanno protette e non dibattute. L’art.5 inoltre rinnova la formazione degli operatori, errori umani fatti sui luoghi d’indagine in sede di primo intervento e anche successivamente non sono più tollerabili. L’omicidio di Serena Mollicone insegna che sono stati commessi troppi errori, tutti i processi dibattuti attendono ancora risposte dalle prove scientifiche, sciupate da un’anarchia investigativa, la scienza fa la differenza se la burocrazia, prima investigativa e poi processuale, sono nella giusta misura”. 

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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