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di Angelo Barraco
Bergamo – Nel corso dell’udienza di ieri per il processo a Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, le parti hanno presentato la lista delle prove e dei testimoni da portare a processo e la difesa di Bossetti ha cercato di dimostrare che “non si conoscevano né si potevano conoscere Yara era una ragazzina ingenua, immacolata e con la vita di una bambina: se l'obiettivo dell'accusa e' il contrario vogliamo sentircelo dire chiaramente”. La difesa ha chiesto che venga negata la presenza in aula della testimone che vide Yara in aula con Bossetti, la difesa ha chiesto inoltre la presenza di altri testimoni che avrebbero visto, la sera della scomparsa, la piccola Yara in compagnia di altri soggetti, e ha chiesto anche l’ammissione dello psicologo che segue Bossetti in carcere e degli investigatori che con i cani molecolari hanno puntato al cantiere di Mapello. E’ stata chiesta anche l’acquisizione del fascicolo sulla morte della 21enne indiana Sardjit Kaut, trovata cadavere nel fiume Serio a Cologno nel mese di dicembre del 2010 e il caso è stato archiviato come suicidio, è stato chiesto l’elenco di tutti i soggetti che si sono recati nei pronto soccorso di tutto il nord Italia tra il 26 e il 27 novembre del 2010. Invece il Pm Letizia Ruggeri ha chiesto l’acquisizione di 8 fatture del Moter Pegaso di Stezzano dove vi sarebbe stata Maria Comi –moglie di Bossetti- con un altro uomo, il pm vuole dimostrare una crisi familiare. i testi della difesa sono oltre 700.
Il processo tiene sulle spine l’Italia e divide lo stivale tra innocentisti e colpevolisti, intanto i giudici hanno ammesso le telecamere in aula solo ed esclusivamente al momento della lettura della sentenza. Gli avvocati di Bossetti, Salvagli e Camporini avevano richiesto una presunta indeterminatezza del capo di imputazione e chiedevano la nullità. I giudici invece hanno ritenuto sufficientemente determinato il capo d’imputazione. E’ stata respinta la richiesta di nullità della relazione del Ris dei carabinieri sul Dna su Ignoto 1, che si rivelò corrispondente a quella di Massimo Bossetti. Un punto che ha portato accusa e difesa in contrasto è stata la richiesta da parte della difesa, dell’ammissione di Mohamed Fikri come testimone. L’uomo, ricordiamo, era stato arrestato nella prima fase delle indagini, la difesa ha chiesto anche la disposizione del sequestro di un furgone di Fikri. Richiesta che non è ha visto l’opposizione del Pm.
L’iter: Il 3 Luglio è iniziato presso il Tribunale di Bergamo, il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e ritrovata tre mesi dopo in un campo, esattamente il 26 febbraio 2011. In Tribunale non ci sono stati i genitori di Yara che si costituiranno parte civile e saranno presenti in aula nel momento in cui dovranno testimoniare poiché vogliono evitare la pressione mediatica. L’attesa mediatica è stata tanta, come d'altronde dall'inizio di questa vicenda. Molti si sono accalcati fuori dal Tribunale di Bergamo per poter vedere qualcosa, cogliere l’attimo in cui entra il presunto Killer ed assaporare in diretta un momento che prima avevano visto soltanto attraverso uno schermo televisivo. L’udienza di è stata blindata e sono stati centellinati i posti per i giornalisti e le troupe televisive. Bossetti, in carcere dal 16 giugno dell’anno scorso, ha voluto presenziare in Aula ed è arrivato in Tribunale a bordo del furgone della Polizia ed è entrato dall’ingresso secondario, è stato condotto in aula ed è stato fatto entrare nella gabbia degli imputati.
Racconto di una testimone: Yara Gambirasio e Massimo Bossetti si conoscevano? Nell’elenco dell’accusa per il processo a Massimo Bossetti, accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio, figura la testimonianza di Alma Azzolin, di Trescore Balneario. Il suo racconto è reputato dagli inquirenti fondato. Risulta a verbale che una mattina tra agosto e l’inizio dell’anno scolastico 2010, la donna fosse parcheggiata a fianco al cimitero di Brembate e avesse notato una macchina color chiaro modello Station Wagon e alla guida dell’auto vi era un uomo su cui era salita una ragazza. La donna ha dichiarato che l’uomo fosse Massimo Bossetti e che la ragazza fosse Yara. La donna avrebbe visto Bossetti e Yara insieme circa 3 mesi prima della scomparsa. Lei frequentava il centro sportivo di Brembate poiché la figlia svolgeva attività sportive proprio lì. La testimone pare non avere dubbi: “Ho visto Bossetti e Yara insieme prima della scomparsa della piccola” aggiungendo che “È lei la ragazza vista in macchina con Bossetti accanto alla palestra agli inizi di settembre”.
Massimo Bossetti è in carcere dal 16 giugno 2014 ed è accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010,intorno alle 18,30 quando esce dal palasport di Brembate di Sopra e da quel momento non si saprà più nulla di lei fino al 26 febbraio 2011, dove viene ritrovata per puro caso. Ma oltre all’accusa di omicidio su Bossetti pende l’accusa di calunnia verso un collega, secondo l’accusa , Massimo Bossetti durante gli interrogatori avrebbe cercato di sviare le indagini e indirizzare gli inquirenti verso di lui sull’omicidio e come possibile colpevole. Per l’omicidio di Yara le aggravanti contestate quelle di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.
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