Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
Redazione
Milano – Giornata importante per Massimo Giuseppe Bossetti, 45 anni e accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio. Per il muratore di Mapello si chiude oggi, dopo due anni e mezzo dal suo arresto, il processo dinnanzi alla Corte D’Assise di Bergamo. Si tratta della 45esima nonché ultima udienza che si è aperta proprio con le parole di Bossetti “Sarò anche stupido, un ignorantone, un cretino, ma non sono un assassino; questo sia chiaro a tutti” e ha precisato che si debba portare alla luce la vera verità sull’omicidio di Yara. Ha riferito inoltre che vorrebbe incontrare i genitori della piccola Yara, anche loro vittime poiché “non ha ancora saputo trovare il vero colpevole o i veri colpevoli”. Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee sottolinea che “Quel Dna non è mio, vi imploro, ripetete il test” e ha continuato dicendo “Se fossi l'assassino sarei un pazzo a dirvi di rifarlo”. Ricordiamo inoltre che il Pm Letizia Ruggeri ha chiesto per Bossetti l’ergastolo con 6 mesi di isolamento. Tale richiesta è stata formulata a fine maggio e il Pm ha detto inoltre che non vi è nessun dubbio che l’omicidio sia stato volontario ma ha aggiunto che non è possibile individuare un movente per il delitto. Il Magistrato ha detto che le ipotesi sono le seguenti “O Bossetti l’ha convinta a salire o l’ha tramortita” e ha aggiunto che l’omicidio sarebbe stato compiuto per un’incapacità di controllo. Il pm ha precisato che, malgrado non vi sia la certezza, l’incontro tra Bossetti e Yara non è avvenuto davanti la palestra ma sarebbe avvenuto o in Via Morlotti o in Via Rampinelli, strade che la giovane avrebbe dovuto percorrere necessariamente per far rientro a casa. In merito alle telecamere ha precisato che l’uscita di Yara dalla palestra coincide con il passaggio di Bossetti, in merito alle fibre rinvenute sugli indumenti di Yara ha spiegato che vi è compatibilità. Ha inoltre puntualizzato che oltre alla prova del dna vi è un “corollario significativo” di indizi.
Ad ascoltare le parole ci Bossetti c’è anche la moglie, Marita Comi, la sorella. Ha detto ai giudici che non vedeva l’ora di poter parlare con loro “per dirvi come realmente sono, non la persona descritta in quest'aula”. Ha sottolineato “Sarò uno stupido, sarò un cretino, sarò un ignorantone ma non sono un assassino: questo deve essere chiaro a tutti. Quello che mi viene attribuito è vergognoso, molto vergognoso”. Ha concluso dicendo “il verdetto qualunque esso sia perchè pronunciato, ne sono convinto, in assoluta buona fede. Ma ricordatevi che se mi condannerete sara' il piu' grave errore giudiziario di questo secolo. Mi rendo conto che è molto difficile assolvere Bossetti, ma è molto piu' difficile sapere di aver condannato un innocente”. Gli avvocati hanno depositato una memoria che contiene la storia della traccia 31G20, che contiene il Dna che inchioderebbe il muratore di Mapello. Il comportamento dei legali è stato ritenuto singolare poiché il dibattimento è concluso. La memoria è stata ammessa dalla Corte. Questa sera si saprà l’esito processuale di questa lunga e tortuosa vicenda.
Correlati