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Roma

XVII LEGISLATURA: UN MENU’ A 5 STELLE

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Tempo di lettura 2 minutiDebutto alla bouvette: Così, tutti al bouvette, il bistrot dei deputati dove si mangia con due soldi

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Chiara Rai

Roma – Il ballo delle debuttanti è l’immagine che più si accosta all’odierno ingresso nella XVII legislatura dei neodeputati Pd e Cinque Stelle. Assente il Pdl perché impegnato a fare cerchio attorno all’accidentato Cavaliere alle prese con l’acchiapparella messa su con i magistrati. Si è perso il punteggio col passare delle legislature. Al momento delle registrazioni alla camera ognuno ha rispolverato l’abito buono, qualcuno se l’è comprato ad hoc per calcare la scena, salire al secondo piano e raggiungere la sala del Mappamondo dove tutto è pronto per la registrazione: una bella foto e poi le impronte digitali che serviranno per votare in parlamento e null’altro. Tanto adesso che la nuova casta ha messo il piede in Parlamento c’è l’immunità a proteggere eventuali smarrimenti. C’è chi alle nove del mattino si è presentato puntuale come un orologio svizzero. C’è una fila da seguire anche per registrarsi e come si dice l’appetito vien mangiando. Così, tutti al bouvette, il bistrot dei deputati dove si mangia con due soldi.

Il primo approdo nel mondo dei balocchi: un menu a cinque Stelle. Un carpaccio di filetto con salsa al limone per antipasto costa soltanto 2 euro e 76 centesimi. Uno spaghetto alle alici soltanto 1 euro e sessanta centesimi, poco più di un nostro umano caffè ristretto. Quando mai gli italiani che pagano le tasse e fanno i sacrifici spendono circa cinque euro per un filetto di orata in crosta di patate? Neppure la carne ci si può più permettere di mangiare spesso. Oggi la casta ha debuttato alla buvette. Gli eletti Cinque Stelle rinunceranno a duemila e cinquecento euro netti e l’altra metà gli resterà in tasca. Forse restituiranno parte della diaria (oltre tre mila euro mensili) ma questo è ancora da decidere. Per il momento i pentastellati cercano monolocali da due camere in su a prezzi onesti. Certo si dovranno trovare i guardaroba giusti e poi la metropolitana sarà troppo affollata e il tram troppo lento e il treno troppo veloce. E la Tav, quella no. Lo portava scritto anche il senatore piemontese, Marco Scibona: senza dubbio un tocco di classe!
 

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