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Redazione
Entro il prossimo 26 ottobre il Governo Monti approverà la proposta di riordino delle Province così come concepita dal decreto sulla spending review. In questi giorni, dopo le riunioni dei CAL regionali, della vicenda si sta occupando la Commissione Affari Istituzionali, su iniziativa del ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Come previsto le Province dovranno essere accorpate per diminuire di numero, perdendo competenze che andranno ridistribuite tra Comuni e Regione di riferimento. Entro il 3 ottobre, sempre secondo le indicazioni del Governo, i CAL delle Regioni avrebbero dovuto presentare all’Esecutivo Monti proposte di riordino e accorpamento, comunque non vincolanti.
"Il Consiglio delle autonomie locali del Lazio, riunitosi i primi di ottobre e in precedenza lo scorso 18 settembre, – Dichiara in una nota il Presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi – ha deciso di seguire la strada indicata dalla Regione Lazio: quella, cioè, del ricorso di incostituzionalità. Gli amministratori della Pisana e noi presidenti delle Province del Lazio riteniamo infatti che, così come concepita, la proposta di soppressione delle amministrazioni provinciali presenti evidenti vizi di legittimità. La riforma risulterebbe poi difficilmente applicabile: le fasi operative del passaggio di competenze, funzioni, beni e risorse, non sono state affatto chiarite, né è stato spiegato il funzionamento dei servizi sui territori. I consigli comunali della Tuscia, poi, così come quelli di tutta Italia, avrebbero già da luglio dovuto deliberare sulle ipotesi di accorpamento, cosa oggettivamente impossibile. Conseguentemente i Comuni sono stati esclusi dalle scelte. Rivolgerci alla Corte Costituzionale è stato, perciò, un atto dovuto per opporci ad una riforma non seria, demagogica e controproducente, che porterebbe solo ad un aggravio dei costi per la collettività (come certificato da uno studio dell’Università Bocconi) e ad una sensibile riduzione dei servizi. Per affrontare questi argomenti e per parlare della battaglia comune che mi auguro porteremo avanti insieme a difesa del nostro territorio, ho invitato i sindaci dei Comuni del Viterbese il prossimo 11 ottobre a Palazzo Gentili. A seguito di quell’incontro, dal quale sono certo emergeranno spunti interessanti per stabilire un’azione comune, sarà poi necessario coinvolgere in questo percorso anche imprenditori, sindacati, associazioni di categoria e del volontariato ed ogni altra componente attiva. Stiamo vivendo un momento politico e amministrativo che definire delicato è eufemistico, con un Governo che non ascolta le ragioni di alcuno, con la Regione Lazio che si avvia verso le elezioni a seguito delle brutte vicende che tutti conosciamo e con una carenza di presenza istituzionale francamente preoccupante. – Conclude Meroi – Credo che la riflessione sul ruolo e le funzioni delle Province debba servire da occasione a tutti noi amministratori della Tuscia per ragionare in maniera concreta sul futuro del Viterbese. Per valutare scelte strategiche, disegnare un programma di sviluppo condiviso, tracciare priorità di intervento, individuando specificità del nostro territorio da porre a base di un'azione comune di rilancio. Il tempo delle attese e delle speranze pare essere drammaticamente dissolto e non è più possibile non impegnarsi, tutti, in un percorso condiviso. Questo passaggio deve tradursi necessariamente in un’azione in cui ognuno che abbia a cuore il destino di questa provincia dovrà dare il proprio contributo di idee e di operatività, per lo sviluppo e la ripresa di una terra per troppi anni penalizzata e che ora rischia di rimanere anche priva di riferimenti istituzionali all’altezza delle sfide che la attendono.
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