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Viterbo

VITERBO, PADRE PADRONE MALMENAVA LA MOGLIE E LE DUE FIGLIE COSTRINGENDOLE A BADARE AL GREGGE. ARRESTATO

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Tempo di lettura 2 minutiL'uomo e' inoltre accusato di aver provocato, davanti alle figlie, un gravissimo incendio che si e' esteso per oltre 20 ettari, distruggendo alcune zone boschive.

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Redazione

Malmenava brutalmente la moglie e, particolarmente, le figlie minorenni, di 13 e 14 anni. Oltre ai calci e pugni, utilizzava attrezzi da lavoro, come chiavi inglesi, gangi di ferro e il cric del trattore. Le due bambine erano costrette a badare per tutto il giorno al gregge di 100 pecore e venivano sottoposte a ogni forma di sevizia.
Queste le motivazioni dell’arresto del 37enne italiano, residente in un paese della provincia di Viterbo, ad opera dei poliziotti della Squadra Mobile, diretti dal vicequestore Fabio Zampaglione. L'uomo e' inoltre accusato di aver provocato, davanti alle figlie, un gravissimo incendio che si e' esteso per oltre 20 ettari, distruggendo alcune zone boschive. Per spegnere l’incendio e' stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco e di tre mezzi aerei. Al termine delle indagini nei confronti del “padre padrone” è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip Salvatore Fanti, su richiesta del Pm Paola Conti. Il provvedimento e' stato eseguito oggi all'alba. Le indagini erano iniziate da circa due mesi, dopo una segnalazione ricevuta dal telefono azzurro che, a sua volta, era stato allertato sulle condizioni delle minori con una telefonata anonima. Dalle svariate testimonianze raccolte è emerso che sovente le bambine riportavano dei lividi sul volto e sulle braccia. Altre volte sono state viste perdere il sangue dal naso. Una delle minorenni ha riferito agli inquirenti che una volta il padre ha tentato di investirla con l'auto perchè non era riuscita a fare le cose come lui voleva. L'aspetto piu' preoccupante dell’intera vicenda, secondo gli investigatori, e' lo stato di grave prostrazione in cui versano le due bambine. Circa dieci giorni fa gli investigatori hanno trasferito la madre le due bambine e un fratellino di 4 anni in una casa famiglia in un luogo tenuto segreto al fine di evitare che una volta informato dell'indagine in corso l'uomo potesse dare luogo a ulteriori violenze. Le ragazzine non avevano nessuna occasione di svago, nessun tipo di vita sociale, d'estate dovevano restare nei campi dalla mattina alla sera dove durante l'anno scolastico venivano accompagnate appena terminate le lezioni. Una delle due ha dovuto lavorare tutto il giorno prima dell'esame di terza media. Quando sono state prese, per poi essere affidate con la madre ad una struttura idonea, sono state trovate sporche, malvestite, con lividi ovunque e segni di morsi sulle dita. E' stato durante i colloqui con gli psicologi che le vittime hanno trovato il coraggio di raccontare la loro agghiacciante odissea: "Sarebbe meglio morire che continuare a vivere in questa situazione" una delle terribili frasi di una delle bambine e, fra le altre cose, e' venuta fuori l'incredibile storia dell'incendio appiccato dall'uomo per far vedere alle figlie come si dovevano metter in fuga eventuali animali che gironzolano attorno al gregge quando erano sole nei campi