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Viterbo, l’associazione italiana persone down spegne 40 candeline
VITERBO – La vita è bella è la colonna sonora di avvio dell’incontro dedicato ai quarant’anni dell’Associazione italiana persone down, un modo per sottolineare i successi dei ragazzi, che vengono mostrati, uno via l’altro, in un video che ne racconta i momenti di vita comune nel lavoro, nello sport e nell’arte.
Una festa, avviata da Stefania Fioravanti, presidente comitato Unicef Viterbo, che modera l’incontro e presenta le autorità coinvolte, dalla presidente Aipd Viterbo Anna Lupino, al sindaco Arena e all’assessore Sberna, insieme ai presidenti nazionali Paolo Grillo (Aipd), e Enzo Razzano (Fondazione verso il Futuro). In Sala Regia anche i consiglieri comunali Achilli e Insogna, presidente della Consulta del Volontariato.
L’attenzione di Stefania si sposta subito su Leda Pasquali, fondatrice convinta dell’associazione persone down, mamma di Paoletto, e Giuseppe Foti, negli stessi anni fondatore di Unicef Viterbo. “Un viaggio che ha unito una mamma e un preside dall’animo grande verso i suoi studenti – sottolinea la Fioravanti – specie quelli bisognosi di attenzioni, tra cui anche Paoletto, E’ stata Leda la prima a comprendere, in città, l’importanza dell’associazionismo, un mezzo utile per coinvolgere famiglie e risolvere i problemi. Fu lei a creare la sezione cittadina nel 1979 Aipd, che allora si chiamava Bambini down, seguita poco dopo da Foti che portò a Viterbo l’Unicef. Una scelta univoca che li ha uniti”.
Subito i saluti dal sindaco Arena: “Saluto e ringrazio tutti voi e ricordo il grande ruolo che svolge l’associazione per questa comunità. Sono un’insegnante e negli anni ho avuto come allievi tanti amici come voi – dice rivolgendosi ai ragazzi in prima fila – e con loro ho passato i momenti più belli, imparando soprattutto ad amare, partecipando con gioia ai loro successi. Se avrete bisogno del sindaco venite e sarò sempre presente”.
E’ Anna Lupino a raccontare la sezione viterbese: “Siamo 25 soci, genitori, per lo più, di ragazzi adulti, che sono coinvolti in diversi corsi. Cerchiamo di seguire con attenzione le indicazioni che ci propone il nazionale e collaboriamo con tante realtà del territorio. Siamo qui a riflettere sul lungo viaggio percorso dai nostri ragazzi, e per raccontarci meglio invitiamo tutti a visitare il camper davanti la Sala Almadiani, dove, tra l’altro, è allestita una mostra. Personalmente ricordo quando mi dissero della sindrome di Martina – confessa Anna – era appena nata e crollai nel dramma ma una cugina mi presentò l’associazione. All’inizio la rifiutai e Leda mi disse ‘fai come ti senti, sei libera, noi siamo qui’. A distanza di anni sono qui a raccontare quanto di buono si riesce a fare e per questo invito tutti i genitori, magari di bimbi piccoli, che dovessero trovarsi nella mia stessa situazione, che provano ora quello che io provai anni fa di venirci a trovare, ora sono io a dire ‘noi siamo qui’. Ho tenuto a raccontare la mia storia perché è quella di tutti” ha concluso molto emozionata.
E’ il presidente nazionale a raccontare l’importanza di Viterbo: “La prima sede dopo Roma, sono felicissimo di essere qui. Anche io sono genitore di un ragazzo come voi e oggi comprendo l’importanza del nostro lavoro, del coraggio avuto nel cambiare le cose. E’ necessario trasformare il concetto di bisogni nel concetto di diritti. Dobbiamno stimolare verso il domani – precisa il dottor Grillo – i nostri ragazzi parlano di lavoro, di relazioni sentimentali, di vita. L’associazione è nata con Roma, seguita da Viterbo e ora siamo in tutta Italia, per questo siamo in giro con il Down tour, per raggiungere ogni luogo e diffondere il nostro messaggio”.
L’assessore ai servizi sociali, Antonella Sberna, spiega come è stato giusto accogliere l’associazione nella casa comunale: “L’emozione di Anna ci ha fatto riflettere e ragionare sulla situazione di questi figli, ma voglio sottolineare come questi nostri ragazzi viterbesi sono i più medagliati tra tutti i concittadini. E’ una sezione che lavora e lo dimostra. Come amministrazione siamo pronti ad affrontare la coprogettazione e quello che ritenete importante nel Dopo di noi. Proveremo a dare risposte reali e tangibili”.
Un argomento che sta a cuore a Enzo Razzani, che saluta dicendo: “Rendo omaggio a questa sala e a questa città, dove è nata la prima sezione, all’epoca era davvero una scelta innovativa. Un primo passo che dal 1975 ha iniziato a farci pensare al futuro, con la nascita della fondazione. Siamo nati imponendo il nome sindrome di down, aiutando tante famiglie e genitori a porsi nel modo giusto verso i figli. Accolgo con piacere la presenza dell’assessore e le sue parole, una collaborazione che può portare la giusta vicinanza, difficile da ottenere nella grandi città. Infine ricordo la bravura dei nostri figli, la loro forza, creatività e i tanti successi ottenuti”.
In sala è presente anche Alessia Brunetti, presidente associazione Dopo di noi viterbese.
E’ il momento della cerimonia e un nuovo video, quello del Down tour prodotto dal Nazionale, mostra “40 anni di fatica, gioia, successi, cadute e grandi risate”. I ragazzi vogliono portare le loro testimonianze, e in rappresentanza di tutti intervengono Fabiana, che legge una poesia tratta dal suo libro “I miei occhi vedono”, un breve racconto sulle sue sensazioni e sul grande amore con cui è solita vedere, scelta tra tante poesie di cui è autrice. Poi è la volta di Jacopo, in Aipd Viterbo dall’età di 15 anni: “Sono socio dell’associazione, ho trovato un luogo dove darmi da fare, frequentare corsi, imparare ad essere autonomo, ora lavoro e sono findanzato con Giovanna”, che lo accoglie al posto con un grande abbraccio.
Sono quattro le targhe consegnate ai soci fondatori dell’Aipd Viterbo, da quella alla memoria della storica presidente, Leda Pasquali, a Mario Conti, Caterina Lucidi e Maria Grazia Savino.
Per Leda arriva il figlio Guido e con lui l’emozionante ricordo della nascita del fratello Paolo, nel 1974: “Un bambino per cui la mamma ha lottato per dargli una vita diversa, non chiusa in casa. Mamma capì subito che era necessario usare tutti i mezzi di comunicazione, scriveva sui giornali e teneva una rubrica su Radio Sole, impegnandosi contemporaneamente nella scuola, per dare risposte concrete a bisogni reali. Ringraziandovi per la targa, consegno all’associazione una foto di mamma, affinché il suo sorriso illumini il futuro”.
Le ultime parole sono di nuovo per i ragazzi, tutti hanno portato un saluto, lasciato un pensiero, raccontato la propria visione della vita, la fierezza con cui affrontano competizioni e progetti, pensieri accolti dagli applausi dei presenti.
La festa si è poi spostata agli Almadiani, dove è allestita la mostra dell’associazione e dove è parcheggiato il camper che sta facendo il giro d’Italia, per celebrare una staffetta tra il team romano che lo ha lasciato e quello viterbese che lo ha preso in carico, e che domani lo porterà fino a Perugia.
Alla mostra una sorpresa: tre studenti dell’istituto Alberghiero Farnese di Montalto di Castro hanno raccolto dei fondi a scuola, donando ben 115 euro all’Aipd Viterbo. Il Down tour vede tra i partner anche l’Associazione Italiana Chef e i ragazzi ne sono venuti a conoscenza grazie a loro, associando un gesto d’affetto per la loro collega Veronica, una studentessa down diventata la protagonista dell’istituto montaltese.