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10 anni faon
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'amministrazione comunale alle dichiarazioni del consigliere Marini sulla decadenza dei consiglieri comunali.
"Nessuna malafede politica sulla vicenda riguardante la decadenza dei consiglieri comunali, consigliere Marini. Per l'ennesima volta ci troviamo a gestire situazioni irrisolte o create dalla sua amministrazione e a far fronte a danni provenienti dalla gestione della partecipate a cura di amministrazioni comunali di cui anche lei ha fatto parte. Se non ci fosse stato il problema del contenzioso in essere tra il Comune di Viterbo e l'assicurazione, derivante dalle precedenti amministrazioni, l'ente avrebbe in cassa i soldi che una sentenza, immediatamente esecutiva, emanata dalla Corte dei Conti, ha sancito. Il problema si è concretizzato durante il suo mandato. Problema che avrebbe potuto risolvere anziché crearlo. Invece ha prevalso la solita sciatteria e ciò che ne è derivato come al solito è stato scaricato su questa amministrazione. I due fatti restano comunque distinti. La prossima udienza per il contenzioso civile tra l'assicurazione e il Comune si terrà tra un anno. Ammesso che la causa si concluda in tempi celeri, cosa fa il comune? Rinuncia a un credito certo ed esigibile riconosciutogli dalla Corte dei Conti? Se il giudizio rimanesse pendente per anni, come è molto probabile, cosa fa il Comune? Fa prescrivere il suo diritto/dovere di incamerare le somme? L'iter deve andare avanti nel rispetto della norma. L'assicurazione, se condannata a pagare, rifonderà i suoi assicurati (ex e attuali amministratori). Non diffondiamo informazioni tendenziose e non rispondenti alla realtà. Resta invece il fatto che esiste una sentenza della Corte dei Conti immediatamente esecutiva, che riconosce al Comune un credito certo, liquido ed esigibile. E se il Comune non ne avesse tenuto conto non avrebbe tutelato l'ente e la totalità dei suoi contribuenti. Ė un dovere, non una scelta discrezionale. Ė chiaro che c'è chi vuole buttare in politica ciò che è prettamente tecnico. Un atto di gestione. Nessuna vittima sacrificale, nessun complotto contro qualcuno. Il Comune è tenuto a rispettare la sentenza per tutti i 10 condannati, oltre a tenere un comportamento equo e coerente verso tutti i coinvolti, che siano dentro o fuori l'amministrazione. Il Comune non è quello di vent'anni fa dove certe volte c'era la tentazione, oltre alla possibilità, di aggiustare le cose con le mani. Oggi non è più così. Esistono leggi che vanno rispettate e per avere la certezza che questo avvenga c'è una netta separazione tra la gestione delegata ai dirigenti, e gli atti di indirizzo, di competenza degli amministratori. Guai a voler far credere ai cittadini che siano in atto persecuzioni o complotti ai danni dei consiglieri comunali interessati o degli altri che condividono lo stesso destino, o che siano gli amministratori a gestire in maniera politica e/o discrezionale tali vicende. Caro consigliere Marin la carità pelosa se la risparmi, se avesse voluto tutelare gli allora consiglieri avrebbe potuto farlo, impedendo che si verificasse il problema con l'assicurazione. La sua mancanza ha prodotto un contenzioso. Esistono tutte le possibilità di affrontare la situazione all'interno dei confini obbligati della legge. Ė patetico il tentativo di ergersi a difensore politico per tali vicende, un'amministrazione seria ha il compito di tutelare tutti gli interessi e i diritti compresi quelli degli amministratori e non più tali, ricaduti in tale situazione. Ovviamente come è d'obbligo l'interesse pubblico dell'ente e quindi dei cittadini".
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