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Viterbo, falsa autocertificazione disposizioni coronavirus: dice di andare a fare la spesa invece viene trovato con 20 grammi di hashish. Arrestato

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VITERBO – I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Viterbo, durante un servizio perlustrativo finalizzato a verificare il rispetto delle restrizioni imposte dal cosi detto decreto sul “coronavirus”, hanno notato e controllato un pregiudicato straniero, di origini marocchine, che giustificandosi con autocertificazione, diceva di dovere andare a fare la spesa per alimenti in un negozio di generi alimentari.

I carabinieri, al termine del controllo lo hanno lasciato proseguire, ma insospettiti dall’atteggiamento, hanno deciso di attivare un servizio di osservazione a distanza, ed effettivamente, il pregiudicato , dopo avere fatto finta di prendere la strada per il supermercato, ha iniziato a fare vari giri fino a recarsi in prossimità di un parco in città.

A quel punto i  militari sono intervenuti di nuovo e lo hanno prima bloccato e poi perquisito, trovandolo in possesso di ben 20 grammi di hashish, pronti per essere spacciati: immediatamente lo hanno dichiarato in arresto e tradotto presso le camere di sicurezza della compagnia di Viterbo e lo hanno denunciato anche per avere commesso falsità ideologica con la falsa autocertificazione oltre all’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.

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Economia e Finanza

Imprenditorialità sociale: come creare valore per la società

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L’imprenditoria sociale sta cambiando il modo in cui si percepisce il business. Non si tratta esclusivamente di profitti, ma di contribuire al benessere della comunità e di lasciare un impatto positivo. Imprenditori e imprese scelgono di affidarsi a modelli che generano valore per la società, con un miglioramento della qualità della vita delle persone e affrontando problematiche sociali importanti. Ma come si può creare un’impresa che abbia successo e che possa anche cambiare il mondo?

Il Philanthropy Advisory e l’imprenditorialità sociale

L’imprenditorialità sociale richiede un cambiamento di mentalità: è necessario comprendere che il successo di un’azienda non si misura solo dal guadagno economico, ma anche dall’influenza positiva che essa può esercitare sulla comunità. Quello del Philanthropy Advisory è un concetto fondamentale nel contesto dell’imprenditorialità sociale, così come nell’ambito del terzo settore.

Si tratta di una forma di consulenza che aiuta le aziende e i privati a rendere massimo l’impatto delle loro donazioni e dei loro investimenti sociali. Grazie agli esperti del settore, è possibile identificare progetti molto utili e costruire strategie di lungo periodo per un cambiamento sostenibile.

Il Philanthropy Advisory supporta le organizzazioni nel raggiungimento dei loro obiettivi filantropici, aiutandole a capire come e dove intervenire per creare il maggior valore possibile per la società. La consulenza, oltre a consigliare la destinazione delle donazioni, si occupa di definire strategie efficaci che permettano di generare un impatto profondo.

Attraverso questa figura, le organizzazioni possono comprendere come le loro risorse possano essere utilizzate per risolvere problemi complessi, per fare in modo che ogni intervento sia in linea con una visione di cambiamento a lungo termine.

Creare valore attraverso l’innovazione

Un aspetto importante dell’imprenditorialità sociale è quello dell’innovazione. Gli imprenditori sociali riescono a trovare soluzioni a problemi che spesso vengono trascurati dal settore pubblico e privato. L’uso delle nuove tecnologie, lo sviluppo di modelli di business flessibili e la collaborazione con altre realtà sono tutti elementi che creano valore.

Innovazione non significa necessariamente fare grandi investimenti. A volte è sufficiente cambiare il punto di vista, vedere un’opportunità dove altri vedono un ostacolo. Ad esempio, le piattaforme digitali possono essere sfruttate per offrire servizi educativi a distanza in alcune aree oppure per creare reti di supporto tra imprenditori locali. Innovare significa anche saper adattare i modelli esistenti alle nuove esigenze del mercato e della società.

L’importanza delle comunità e del networking

Nessun imprenditore sociale può agire da solo: il coinvolgimento della società e la costruzione di reti di supporto sono essenziali. Un modo importante per amplificare l’impatto che le iniziative possono avere consiste nella collaborazione con organizzazioni, enti pubblici e privati. La società non è soltanto destinataria del cambiamento, ma partecipa in modo attivo alla sua creazione, passo dopo passo.

Tutte le iniziative di successo si basa su un forte legame tra l’imprenditore sociale e le persone che si vogliono aiutare: per questo motivo il cambiamento diventa una responsabilità condivisa. Il networking diventa essenziale per condividere risorse, conoscenze ed esperienze.

Attraverso le reti di supporto, gli imprenditori sociali possono accedere a nuovi mercati, trovare collaboratori per specifici progetti e ottenere finanziamenti per espandere le loro attività. Il ruolo della società, quindi, è quello di essere protagonista attiva, con idee e risorse che possono dare un ottimo contributo. La cooperazione aiuta a costruire un tessuto sociale più forte, in cui tutti possono beneficiare dei risultati raggiunti.

L’imprenditorialità sociale è un passo verso un mondo più giusto, in cui le persone sono al centro delle decisioni e del progresso. Con l’innovazione continua e una visione chiara del cambiamento che si vuole creare, l’imprenditorialità sociale riesce davvero a trasformare la comunità e aprire la strada a nuove possibilità per tutti.

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Costume e Società

Misteri e attualità a Officina Stampa: un viaggio tra fantasmi e storie di vita

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Un ricco parterre di ospiti con Chiara Rai per parlare di fantasmi, disagio sociale e imprenditoria nel mondo del gelato

Officina Stampa torna giovedì 17 ottobre 2024, alle ore 19, in diretta dal Black Jack Cafè di Grottaferrata, per la terza puntata della nuova stagione. Il programma ideato e condotto da Chiara Rai promette una serata ricca di ospiti e argomenti avvincenti.

Protagonista della puntata sarà un racconto che intreccia mistero e storia: la giornalista e pittrice Patrizia Claps, il soprano Emmanuelle D’Alterio e la medium Ariel narreranno una vicenda di fantasmi accaduta al Castello di Tor Crescenza. Secondo la leggenda, il fantasma del celebre tenore Francesco Mercuri, detto “Checco”, vissuto tra Ottocento e Novecento, continua ad aggirarsi nel maniero, legato a una storia d’amore non corrisposta.

Oltre a questo affascinante racconto, si parlerà di temi di grande attualità con Roberto Giuliano, giornalista e scrittore, e la psicologa Daniela Pavoncello, che presenteranno il loro libro Disagio Sociale: dal Bullismo al Codice Rosso. Un’opportunità per riflettere su fenomeni complessi che toccano la nostra società.

In studio anche Massimo Angelè, imprenditore nel settore della gelateria, che parlerà delle sfide imprenditoriali e dei segreti per creare un gelato di qualità. Non mancheranno gli interventi del blogger Massimiliano Baglioni e della studentessa Ginevra Galea, che offriranno punti di vista stimolanti e differenti.

Una puntata da non perdere, con storie e ospiti che spaziano dal mistero alla realtà quotidiana, come solo Officina Stampa sa fare.

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Editoriali

“Fuori dal Coro”, Mario Giordano: accuse e disinformazione, tra “ladri di salute” e realtà distorta

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La trasmissione di Rete4 punta il dito sulle liste d’attesa con tagli e montaggi che distorcono la realtà dando poco spazio alle spiegazioni sulle cause strutturali e storiche di questo problema

Le liste d’attesa sanitarie nella regione Lazio rappresentano da anni una delle maggiori sfide per i cittadini e le istituzioni. Problemi come i lunghi tempi di attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici affliggono il sistema sanitario da decenni, ereditati da diverse amministrazioni regionali. Negli ultimi mesi, tuttavia, la trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano su Rete4, ha acceso i riflettori sul tema, con servizi che spesso sembrano puntare il dito contro l’attuale governatore Francesco Rocca e i dirigenti delle ASL.

La narrazione mediatica proposta dal programma sembra suggerire che la responsabilità delle inefficienze sia interamente da attribuire alla giunta Rocca, ignorando la complessità storica e sistemica del problema.

La campagna mediatica di Fuori dal Coro

La trasmissione di Giordano, Fuori dal Coro, è nota per il suo stile provocatorio e per servizi che mirano a denunciare inefficienze e disservizi in vari settori della vita pubblica italiana. Negli ultimi tempi, il programma ha rivolto un’attenzione particolare alla sanità del Lazio, accusando il sistema di essere gestito da “ladri di salute”. Giordano, con i suoi servizi taglienti, ha puntato il dito contro la gestione delle liste d’attesa e il ruolo delle ASL, alimentando polemiche sulla responsabilità del governatore Rocca e delle amministrazioni locali nel garantire un servizio sanitario efficiente utilizzando filmati montati ad arte per evidenziare episodi di presunta incompetenza o scarsa trasparenza da parte dei dirigenti delle ASL. Questi servizi, sebbene utili per accendere il dibattito pubblico, rischiano di presentare un quadro distorto della realtà, facendo sembrare che il problema delle liste d’attesa sia frutto esclusivo dell’attuale amministrazione. Gli spezzoni video presentati, tagliati e cuciti ad arte, non offrono sempre un quadro completo delle azioni e delle iniziative messe in campo per risolvere un problema così complesso. Rocca e le ASL regionali vengono spesso messi in ridicolo, attraverso un montaggio selettivo che dà poco spazio alle spiegazioni sulle cause strutturali e storiche di questo problema.

Un problema di lungo corso: le cause storiche delle liste d’attesa

La questione delle liste d’attesa nel Lazio ha radici profonde, e risale a molto prima della gestione di Rocca. Secondo i dati forniti dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la Regione Lazio si è trovata negli ultimi 10 anni a fronteggiare un aumento costante delle richieste di prestazioni sanitarie. Questo è avvenuto in un contesto di scarsità di risorse, con un personale sanitario insufficiente rispetto al fabbisogno, strutture ospedaliere spesso sovraccariche e difficoltà nel gestire in modo efficiente il sistema delle prenotazioni.

Le precedenti amministrazioni regionali hanno tentato varie riforme per affrontare il problema, ma con risultati alterni. Nel 2019, sotto la giunta Zingaretti, il Lazio era già tra le regioni con le più lunghe liste d’attesa in Italia, con pazienti costretti ad attendere mesi, se non anni, per accedere a esami diagnostici e visite specialistiche .

Gli sforzi della giunta Rocca per ridurre i tempi

Dal suo insediamento, Francesco Rocca ha reso le liste d’attesa una priorità per la sua amministrazione. Il governatore, insieme agli assessori competenti, ha avviato un piano di riorganizzazione del sistema sanitario regionale che mira a ridurre significativamente i tempi di attesa. Uno dei punti chiave è l’incremento delle risorse destinate all’assunzione di nuovo personale sanitario e all’implementazione di sistemi digitali più efficaci per la gestione delle prenotazioni.

Un passo importante è stato l’avvio della piattaforma Recup, il sistema unico regionale per le prenotazioni di visite ed esami, che dovrebbe rendere più trasparente e immediata la gestione delle richieste. Inoltre, la giunta Rocca ha stanziato fondi per migliorare l’infrastruttura tecnologica degli ospedali, con l’obiettivo di abbattere le inefficienze burocratiche che spesso causano ritardi nelle prestazioni sanitarie.

Nonostante questi sforzi, il sistema sanitario del Lazio si trova ancora in una fase di transizione, e ci vorrà del tempo prima che le riforme possano produrre risultati tangibili. Le criticità attuali, infatti, sono l’eredità di anni di mancati investimenti e tagli alla sanità, e non possono essere risolte nell’arco di pochi mesi.

Il ruolo delle ASL e il problema della comunicazione

Un altro punto sollevato da Fuori dal Coro riguarda i dirigenti delle ASL, spesso accusati di essere poco trasparenti o addirittura di boicottare le riforme. Tuttavia, è importante ricordare che le ASL sono strutture complesse, e molte delle inefficienze segnalate dipendono da vincoli amministrativi e da una scarsità di risorse che si protrae da anni.

La campagna di discredito portata avanti da alcuni programmi televisivi rischia di delegittimare il lavoro di migliaia di professionisti della sanità, che ogni giorno si impegnano per garantire il miglior servizio possibile ai cittadini, nonostante le difficoltà.

La necessità di una corretta informazione

In un contesto così delicato, è fondamentale che il dibattito pubblico venga alimentato da informazioni accurate e contestualizzate. La disinformazione, come quella veicolata da montaggi video parziali, non fa altro che creare sfiducia nei confronti delle istituzioni e alimentare tensioni sociali. Al contrario, è necessario riconoscere gli sforzi che la Regione Lazio sta compiendo per risolvere un problema che affligge non solo questa regione, ma molte altre parti d’Italia.

Le riforme sanitarie richiedono tempo, risorse e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, dai politici ai dirigenti sanitari, fino ai cittadini stessi. Solo attraverso un approccio condiviso e una comunicazione trasparente si potranno raggiungere risultati concreti e duraturi nella riduzione delle liste d’attesa e nel miglioramento della sanità pubblica.

E così, mentre la trasmissione Fuori dal Coro punta il dito contro Rocca e le ASL del Lazio, sarebbe invece importante non perdere di vista la complessità della questione e il lavoro che si sta facendo per migliorare una situazione ereditata da anni di difficoltà strutturali.

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