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di Gennaro Giardino
Viterbo – Rispetto dei tempi, nomina di un referente aziendale, sospensione o riduzione dell’intramoenia e ricognizione delle figure professionali esistenti. Sono solo alcuni punti della proposta di riduzione delle liste di attesa negli ospedali della regione Lazio avanzata dall’Attivo Unitario CGIL, CISL, UIL Confederali, Pensionati e Funzione pubblica”. A renderlo noto è Giancarlo Turchetti, Segretario Generale della Uil Viterbo.
L’obiettivo – prosegue Turchetti – è quello di assicurare un diritto sacrosanto dei cittadini: il diritto alla salute e ad un servizio erogato in tempi rapidi e certi. Su 26 milioni di prestazioni (al netto delle prestazioni di laboratorio) le strutture pubbliche ne hanno effettuate il 51,5% e le strutture accreditate il 48%. Il sistema Recup, sempre su 26 milioni di prestazioni, ne ha gestite solo il 25%. Non solo, l’ISTAT – in base all’ultimo censimento – ha riconosciuto alla Regione Lazio 300.000 abitanti in più. Questo comporterà un trasferimento aggiuntivo di risorse dallo Stato alla Regione pari a circa 450 milioni di euro e un adeguamento della rete ospedaliera. Un passaggio importante – dichiara Giancarlo Turchetti – a partire dal quale intervenire anche sulle liste di attesa, a fronte di un Piano regionale 2013-2015 che prevede: 1) Estensione del Recup regionale a partire dal 1 gennaio 2014 fino al raggiungimento di almeno il 60% delle prestazioni erogate da parte delle strutture accreditate; 2) Estensione dell’utilizzo delle apparecchiature ad alta tecnologia per almeno 12 ore e per 6 giorni a settimana; 3) Approvazione da parte delle ASL, entro 60 giorni dalla pubblicazione del piano regionale governo liste di attesa, del piano attuativo aziendale (5 gennaio 2014); 4) Sospensione dell’attività libero professionale intramuraria qualora i tempi dell’attività istituzionale superino quelli previsti dal piano nazionale liste di attesa; 5) Le prestazioni inserite nel decreto regionale devono essere effettuate entro 30 giorni e le 29 prestazioni per diagnostica strumentale entro 60 giorni; 5) Approvazione regolamento per l’inserimento a Recup dei privati accreditati per regolamentare le agende entro 30 giorni dall’emanazione del decreto (5 dicembre 2013); 6) Le prenotazioni delle prestazioni in intramoenia (private) dovranno avvenire solo attraverso il sistema Recup a patire dal 2015; 7) Divieto di sospensione delle prenotazioni (agende)”.
Dovranno essere individuati da parte di ogni azienda – sottolinea Franco Palumbo della Uil Pensionati Viterbo – gli ambiti territoriali di garanzia, nei quali dovrà essere garantito il rispetto dei tempi massimi di attesa. Gli ambiti di garanzia per le prestazioni elementari dovranno poi essere effettuate nell’ambito dei distretti e le prestazioni di media ed alta complessità erogate nell’ambito della ASL. Inoltre – spiega Palumbo – le ASL potranno definire accordi con strutture fuori dal territorio di competenza qualora non fossero disponibili, nei tempi previsti, le prestazioni sopra citate. Ad esempio, se ad un utente è stato dato un appuntamento nei tempi previsti all’interno della ASL non può rivendicare nessun diritto, se invece i tempi non sono rispettati, dobbiamo impegnarci affinché vengano sospese o ridotte le prestazioni in intramoenia e pretendere che le prestazioni vengano effettuate anche privatamente, ma con il solo pagamento della quota del ticket”.
Dopo l’approvazione del riordino della rete dell’emergenza e della rete – evidenzia invece Lamberto Mecorio, Segretario Organizzativo della UIL FPL Viterbo – le ASL dovranno innanzitutto predisporre l’atto aziendale, per il quale il sindacato richiederà un confronto serrato, dopodiché le ASL che non hanno ancora approvato il piano aziendale sulle liste di attesa verranno sollecitate per un confronto di merito sempre con le Organizzazioni Sindacali. Nel frattempo, chiediamo la nomina di un referente aziendale delle liste di attesa da parte delle ASL, trasparenza dei tempi con l’inserimento nei siti aziendali del monitoraggio ex ante ed ex post, la sospensione/riduzione intramoenia in caso di superamento dei tempi istituzionali, un piano liste di attesa sui ricoveri ordinari e infine – conclude Mecorio – un protocollo sulle relazioni sindacali da richiedere ad ASL, aziende ospedaliere, IRCCS e policlinici universitari”.
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