VITERBO E PROVINCIA: TRA MITI, FIABE, LEGGENDE E STORIA PARTE LA RUBRICA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

di Emanuel Galea

Viterbo – Cosa non sarà stato ancora detto della città di Viterbo? Una città con grandi tradizioni storiche, la città dei Papi, costruita centinaia di anni fa, la cui storia si ode ancora oggi nel sussurro del vento che soffia intorno alle sue mura, la città dove ogni pietra narra fiabe, leggende, intrecci e avvicendamenti meravigliosi di un luogo che da sempre attira milioni di visitatori curiosi, studiosi, amanti di storia, dell’arte, della poesia e della pittura.

Inoltrarsi nella storia di quest’antica città è sicuramente un’impresa. E il ricercatore si troverà a doversi districare, in particolar modo a partire dall’alto medioevo, tra passaggio dei longobardi, conquista dei romani, trattati con la sede pontificia, il riconoscimento della città dallo stesso Federico Barbarossa, l’insediamento nel 1207 del Parlamento degli Stati della Chiesa e via discorrendo, fino al riordino delle circoscrizioni provinciali, attuato da Benito Mussolini.

Non è certamente nostra intenzione addentrarci in questa impresa titanica, in primis perché ciò esula dalle nostre competenze e poi il nostro interesse in questa città è rivolto ad altro. Ci accontentiamo di guardarla da lontano, osservando le sue bellezze e ci lasciamo incantare dal suo fascino e dalla sua magia. Nel XIII secolo Viterbo fu sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo Papale ospitò e vi furono eletti vari Papi.  

Il nome della città deriva dal latino Vetus Urbs, cioè Città Vecchia.  Terra di scrittori, di poeti e pittori, non è stata nel passato immune  a  intrecci, stravaganze e leggende. Vanta di un vasto centro storico medioevale, in gran parte ben conservato, cinto di mura antiche. Ad est si assiste alla nascita di nuovi quartieri moderni, mentre ad ovest si scopre il cuore della Vetus Urbs: zone archeologiche e termali, la città necropoli di Castel d’Asso, la sorgente del Bullicame, il teatro romano di Ferento e tutto quanto si può mai immaginare della vecchia città. Lungo il suo sottosuolo corrono numerose gallerie sotterranee scavate nel tufo.  Molti degli edifici del centro sono intercomunicanti tramite questa rete di cunicoli, provvidenziali come rifugi, nel 1943-44, durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.Geograficamente è locata in una vasta piattaforma, all’inizio delle pendici del Monte Palanzana. Non mancano tracce d’insediamenti neolitici e varie tracce di presenze etrusche come testimoniano  varie presenze nel sottosuolo.

Quello che ci ha affascinato e spinto a indagare, sono le sue stravaganze, intrecci e leggende del passato. Di questi intendiamo redigere una collana di racconti, che appariranno su questo giornale, edizione del sabato, nella rubrica “Viterbo – passeggiando e curiosando per la città e dintorni” A partire dal prossimo sabato 12 aprile 2014 noi saremo qui a raccontare queste leggende che riaffiorano.