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Roma – Secondo pareggio consecutivo per la Prima categoria della Virtus Divino Amore, anche se la sostanza è abbastanza diversa: nel turno precedente, infatti, la squadra capitolina aveva imposto l’1-1 alla Vivace Furlani Grottaferrata seconda della classe in campo esterno, mentre domenica scorsa è arrivato il medesimo risultato nel match interno contro il Tor de’ Cenci. «Un risultato tutto sommato giusto per quello che si è visto in campo – dice Alessandro Trevisani, difensore centrale classe 1984 e capitano della Virtus Divino Amore – Va tenuto conto che gli avversari hanno giocato in inferiorità numerica nell’ultima mezzora e quindi alla fine il pareggio ci può stare». I gol che hanno deciso il match di domenica scorsa sono arrivati nel giro di una manciata di minuti. «Siamo passati in vantaggio con un gol di Simone, ma poco dopo abbiamo subito la rete dell’1-1 che è un po’ lo specchio dell’attuale momento delle due squadre. Più in generale non siamo riusciti ad esprimerci con la giusta determinazione e concentrazione». Dopo sette partite di campionato, c’è ancora un preoccupante “zero” alla voce delle vittorie conquistate dalla Virtus Divino Amore. «La mancanza della vittoria pesa a livello morale. Siamo partiti con un grosso handicap organizzativo perché c’è stata grande incertezza sull’iscrizione della squadra nel campionato di Prima categoria e poi questo è un gruppo molto giovane che paga un po’ di inesperienza e una certa paura di essere sotto esame. Ma dobbiamo rimboccarci le maniche e provare con tutte le nostre forze ad uscire da questa situazione di classifica: teniamo duro in questo momento anche perché il campionato è lungo e poi magari a dicembre la società potrebbe prendere qualche rinforzo». Trevisani e compagni dovranno attendere ancora per il loro assalto alla prima vittoria, stante la decisione dell’Aia di non inviare arbitri nelle sfide laziali del prossimo fine settimana per i noti fatti accaduti a San Basilio. «Non so se che questa presa di posizione porterà ad un cambiamento. Purtroppo episodi simili capitano da tempo, è un problema di mancanza di cultura sportiva».
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