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di Angelo Parca
Rocca di Papa (RM) – Botte insulti e vessazioni di ogni genere: questa è la cicatrice che si porteranno per sempre i due bambini di Stefania D’Acunto. "Chi l'ha visto" il programma RAI nella puntata del 3 febbraio 2016 ha parlato della storia di Stefania D'Acunto e dei suoi due figli che gli furono portati via nel 2007 dal Tribunale dei Minori e che dopo varie vicissitudini furono affidati alla Casa Famiglia di Rocca di Papa dove secondo le accuse subirono violenze e sevizie indicibili da parte di alcune suore. Ora le tre monache il prossimo 16 febbraio dovranno comparire davanti al giudice per rispondere delle pesanti accuse ipotizzate dalla Procura, tra cui anche violenze sessuali. Per anni Stefania combatte, e da un anno finalmente i bambini sono di nuovo a casa, ma hanno subito numerosi traumi e ne pagano ora il conto.
L'Osservatore d'Italia aveva raccontato la terribile storia di Stefania D'Acunto e dei suoi due figli già nel 2012 dando ampia visibilità al grido di denuncia lanciato oltreché da mamma Stefania anche da Roberta Sibaud vice presidente dell'associazione Donne per la Sicurezza Onlus dedicando alla questione 3 tabella.
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I due bambini Lorenzo 12 anni e Soraya 7 anni, secondo quanto raccontato avrebbero subito maltrattamenti molto gravi, addirittura sarebbero stati costretti, insieme ad altri bambini a mangiare il cibo rigurgitato, a dormire al freddo senza coperte perché uno di loro faceva la pipì a letto, a subire insulti e violenze.
Nel 2012 la Corte d'Appello di Roma Sezione Minorenni disse no a mamma Stefania. E i due bambini furono costretti a restare nelle rispettive case famiglia di Rocca di Papa. Il 16 agosto 2012 Stefania ritirò il Decreto emesso dalla Corte d'Appello di Roma, in cui venne respinta la sua richiesta di riavere i bambini in casa con lei! “Sono considerata non idonea ad occuparmi di loro per i conflitti (ovviamente generazionali, data l'età!) – disse a L’Osservatore Laziale – che abbiamo mia mamma ed io. Inoltre c'è un altro grosso problema – prosegue la D'Acunto – per i giudici: non ho un compagno e quindi non posso offrire ai miei figli una figura paterna, specialmente a Lorenzo, che dicono essere “aggressivo”. Sicuramente questa sua aggressività non pensano sia il risultato dei 5 anni di trattamento forzato in casa famiglia, dal doversi difendere da solo dalle angherie e dai soprusi dei ragazzi più grandi, dalla mancanza di affetto e dall’essere trattato come il figlio di nessuno?”.
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