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di Ivan Galea
Regione Lazio – Una sana critica sulla figura che ha fatto il Lazio al Vinitaly è doverosa. Non si può certo affermare che il Lazio ne sia uscito vincente e non si può neppure asserire che sia stata sostenuta una promozione lungimirante e salda a tal punto da tenere unite tutte le aziende laziali sotto una forte identità e con alle spalle una agenzia regionale di sviluppo – l’Arsial – che abbia lavorato con largo anticipo all’evento.
Ciò ha prodotto uno sparpagliamento di molti grandi nomi di aziende storiche, quali Gotto d’Oro, Fontana di Papa, San Marco, Fontana Candida, Pallavicini e D’amico, che alla luce di una mancata e tempestiva organizzazione da parte della Regione Lazio e dei paletti piantati dall’Ente all’ultimo momento, hanno di fatto impedito una coesione sinergica, opportuna e necessaria, per la perfetta riuscita del Padiglione Lazio sulla prestigiosa vetrina del Vinitaly.
Tirando le somme, chi è andato per conto suo ha avuto sicuramente dei risultati migliori che non avrebbe, con tutta probabilità, conseguito se si fosse "uniformato" alle direttive dell’Arsial.
Infatti, quest'anno l'Arsial ha voluto dare al padiglione Lazio, una forma collettiva: tutti uguali.
L’effetto è stato mediocre: il Padiglione Lazio, si è mostrato occupato da tante piccole aziende, di valore sicuramente, ma è stato frequentato di conseguenza. E non a caso è stato uno degli stand meno visitati. Peraltro si è trattato di un padiglione condiviso con l'Irpinia, che pure è riuscita ad avere una sua rappresentazione appariscente. Il Lazio si è contraddistinto sostanzialmente per il suo anonimato. Dopo anni di faticosa ricerca di unità del vino Laziale, in un anno, si può affermare che si è rotto il giocattolo. Gli sforzi fatti ai tempi di Somma, sono stati vanificati e probabilmente non saranno più realizzabili.
“Il nostro Vinitaly – dice il presidente Gotto D’Oro Luigi Caporicci – ci ha consentito di ottenere soddisfazioni e sostanzialmente i risultati voluti. Anche se in extremis, abbiamo potuto inviare ai nostri interlocutori la posizione (padiglione e stand) e, per la prima volta dopo dieci anni, tutti, con calma e per tempo, hanno potuto visitarci e fare le loro proposte. Fuori dal caos abbiamo potuto raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi”.
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