Vincenza Sicari "fuori" dall'ospedale Mondino: un caso tra vergogna e paradossi

Roberto Ragone

Di Vincenza Sicari, ex maratoneta nelle file dell’Esercito Italiano e ventottesima alla maratona di Pechino, abbiamo già scritto fin da aprile del presente anno, e chi ci segue conosce già tutti i problemi di questa giovane. Vincenza è allettata da circa due anni, senza che nessun medico abbia potuto formulare una diagnosi precisa. Il fatto è che è paralizzata dalla vita in giù, e non riesce più a muovere le gambe, né ad alzarsi dal letto autonomamente. Vincenza Sicari è stata dimessa dall’ospedale Mondino di Pavia, contro la sua volontà, nonostante le sue condizioni di salute. Siamo in un film dell’orrore. Questa non può essere la realtà che noi viviamo tutti i giorni, quella fatta di carità umana, di quella misericordia che s’invoca per i disgraziati che arrivano con i barconi, e  che il Papa predica nel suo Giubileo straordinario. A che serve, a chi serve, a chi è mai servito raccomandarsi alle Istituzioni, quando esse sono composte di persone che si guardano l’ombelico, soltanto protese al proprio vantaggio? Quando chi dovrebbe essere a capo di un Ministero importante come quello della cosiddetta ‘Salute’  in pratica sembra funzionare soltanto in certe circostanze istituzionali, quando si tratta di gestire i rapporti con la gente importante? Quali iniziative ha preso la ministra Lorenzin nei confronti dell’ospedale Mondino, e del caso di Vincenza Sicari? Si limita a credere ai comunicati dei medici che dicono che il caso di Vincenza è un caso psichiatrico, oppure ha deciso di andare a fondo della questione? L’impressione è che la Lorenzin viva un profondo imbarazzo, non sapendo che pesci prendere, perché magari da una parte vorrebbe riuscire a risolvere la situazione, ma dall’altra forse non vuole sbugiardare i medici implicati nella questione. E comunque ignorare Vincenza Sicari e le sue condizioni è la scelta peggiore, in ogni caso. Allora, una piccola riflessione: siamo proprio sicuri che le persone messe a capo di certi organismi siano sufficientemente competenti, visto oltretutto che i Ministeri si assegnano per chiamata – mentre i posti nel pubblico impiego per concorso – seguendo il vantaggio politico del governo in carica? Così può capitare, come succede, che si vada a capo di un Ministero senza averne la necessaria competenza, non avendo forse conseguito una laurea specifica. Personalmente ritengo che alla Sanità – come si diceva una volta – dovrebbe andare una persona con competenze mediche, cosa che, così a memoria, non mi pare di scorgere nel curriculum della ministra Lorenzin. A parte il fatto che qui non di competenze mediche si tratta, ma, appunto, di umanità e di voglia d’intervento per risolvere una situazione di coscienza. Per chi la coscienza la mette in moto. Un medico potrebbe ricordarsi del giuramento d’Ippocrate, quello che lo consegna ad una coscienza professionale che tende al bene del malato, fino all’ultimo. Chi medico non è, e non sarà mai, non ha di queste sollecitazioni. Forse questo potrebbe fare la differenza. Purtroppo in questo disgraziato Paese tutti sono bravi a parlare, e ad andare in televisione, nel grande palcoscenico mediatico che fa pubblicità e da’ visibilità. Quanto ai fatti, è un’altra storia. Allora, bocciata la Lorenzin, a chi ci rivolgeremo? Al Presidente della Repubblica? Al Presidente del Consiglio? Al Papa? Ad un intervento soprannaturale? Quello che sgomenta è la totale indifferenza di certe persone, pur di fronte ad una situazione che è sotto gli occhi di tutti; a parte lo staff medico dell’ospedale Mondino che, fatta una riunione al vertice, ha deciso di dimettere Vincenza Sicari, dichiarando – ma, a quanto pare non per iscritto – che la sua è una questione psichiatrica. Ma allora, perché Vincenza è paralizzata dalla vita in giù? I matti non camminano? E perché, visto che i medici sono così convinti di ciò che dicono,  nessuno finora si è assunto la responsabilità di stilare una diagnosi di disturbi mentali ed una richiesta di ricovero un psichiatria, limitandosi a buttar fuori da un letto d’ospedale una persona che ha bisogno comunque di cure mediche? Siamo in un film dell’orrore. Oggi Vincenza è ospite in una casa privata, e ringraziamo la persona che le ha dato questa possibilità. Ci sono due Italie, una come quella che vediamo a Montecitorio e Palazzo Madama, la ‘Casta’, tutta tesa ad alchimie politiche che sono fine a sé stesse; gente che vive in una bolla avulsa dalla realtà di tutti i giorni; gente che ha tutto a disposizione, lavorando il minimo indispensabile, e alle volte neanche quello; gente che ha tutti i diritti, e i doveri se li sceglie; gente che strepita che non può tirare avanti con appena 5.000 euro al mese, mentre c’è chi stenta a prenderne mille, e deve campare; gente che protesta e fa riscorso al Tar quando le si vogliono limitare ingiustificati privilegi: gente che per un pasto che altrove costerebbe almeno 70 o 80 euro spende al ristorante del Parlamento quanto uno di noi per un cornetto e cappuccino, o per un trancio di pizza al taglio; gente che va a fare la spesa al supermercato con la scorta. Poi c’è gente, invece – l’altra Italia – che accoglie in casa propria una persona completamente estranea, soltanto perché in quel momento ha bisogno di qualcuno che la ospiti, perché non ha dove andare, perché è vittima, da anni, di una delle più grosse e incomprensibili ingiustizie che mai si siano viste sotto il sole. Mentre invece si fa spazio ai migranti, li si accoglie in alberghi a quattro stelle, con vitto, diaria, sigarette e schede telefoniche, con la scelta del menù. Forse Vincenza Sicari dovrebbe rivolgersi al Ministero del Migrante, se ne esistesse uno, visto che quello della Salute è latitante. Buone ferie a tutti i nostri politici, quaranta giorni senza la rottura di scatole di dover andare a Montecitorio e altrove ben due giorni e mezzo alla settimana! Che diamine, un po’ di sole fa bene a tutti, no?