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CASO VINCENZA SICARI – OSPEDALE S. ANDREA
DI ROBERTO RAGONE
Ci occupiamo dello strano caso di Vincenza Sicari – potrebbe essere il titolo di un giallo di Agatha Chistie – da quasi un anno, ma la malattia misteriosa che ha aggredito Vincenza all'improvviso data da quasi tre. Vincenza Sicari, maratoneta in quota all'Esercito Italiano, con un discreto palmares di vittorie e partecipazioni internazionali, un bel giorno – o un brutto giorno – incomincia ad accusare stanchezza, debolezza generale, finchè i muscoli sempre così esercitati la teradiscono, e progressivamente l'abbandonano, fino a costringerla a letto. A nulla serve il ricovero all'Ospedale del Celio, a Roma, da cui viene dimessa con una strana motivazione: perchè il suo ricovero era diventato antieconomico per il nosocomio. Da quel giorno Vincenza, sempre senza che alcun medico le dicesse qual'era la sua malattia, viene trasferita da un ospedale all'altro, con una minaccia anche di un TSO, visto che alla fine qualcuno aveva pensato di 'farla passare per pazza' (parole sue). Oggi Vincenza Sicari è ricoverata all'ospedale S. Andrea di Roma, ed è finalmente assistita da due avvocati, Luana Sciamanna e Giorgio La Leggia, che hanno preso a cuore il suo caso. La cosa strana è che, nonostante il caso di Vincenza sia andato sui giornali, sia quotidiani che rotocalchi; nonostante se ne siano occupate reti televisive nazionali come Canale 5 e Rete 4; nonostante numerosi appelli rivolti a colei che sembrava dovesse rivelarsi come il deus ex machina della faccenda – il famoso genio della lampada – cioè il ministro Lorenzin, oggi, a distanza di quasi tre anni dal primo ricovero, la Regione Lazio pare non fosse al corrente di questa situazione, a dispetto delle numerose e-mail indirizzate alla Regione e al Ministero proprio da Vincenza, a cui non ha mai ricevuto risposta. Per cui il trasferimento a Tor Vergata, necessario a determinare – forse – finalmente la causa del male di Vincenza, deve segnare il passo, stante il fatto che i responsabili della Regione Lazio demandati a questo particolare caso solo da poco sarebbero venuti a conoscenza del problema. Non vogliamo accusare nessuno. Siamo in Italia, e preda dei burocrati a tutti i livelli, cioè di coloro che detengono il potere reale, e lo esercitano a volte soltanto spostando una pratica sulla loro scrivania un po' più in alto, o un po' più in basso. Dopo la conferenza stampa indetta qualche giorno fa presso la sede della FIDAL di Roma, e dopo la cassa di risonanza dei vari media, è difficile sostenere ancora che si ignorano le condizioni di Vincenza. Purtroppo da parte del S. Andrea si è dichiarata in questi giorni la 'dimissibilità' della paziente, senza che gli esami affettuati abbiano portato ad alcun risultato. questo è il motivo per cui il collegio difensivo della Sicari ci ha trasmesso il Comunicato Stampa che qui pubblichiamo, sperando che finalmente le acque stagnanti attorno a Vincenza si trasformino in un fiume in piena, senza secche e senza torbidità. È davvero triste che le condizioni di salute di una persona come Vincenza Sicari, ex maratoneta, all’epoca dei suoi successi atletici in forze all'Esercito Italiano, debbano essere affidate, extrema ratio, ai codici della giurisprudenza, piuttosto che alle cure dei sanitari. Pubblichiamo questa precisazione degli avvocati della signora Sicari, doverosa e puntuale, al fine di sgombrare l’orizzonte da ogni equivoco.
<<In merito alle affermazioni della Direzione dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea corre l’obbligo precisare quanto segue.
Nessun accertamento medico e/o diagnostico è stato mai “fortemente sollecitato” dal collegio difensivo della sig.ra Sicari. Gli attuali legali hanno esclusivamente chiesto al Primario di Neurologia le ragioni sottese alla mancata esecuzione di accertamenti prescritti dal Policlinico di Bari che, a completamento del quadro diagnostico, erano stati consigliati contestualmente al trasferimento della nostra assistita nel nosocomio romano. Lo stesso confermava che i predetti esami venivano ritenuti non necessari salvo poi effettuarli in data 3 gennaio.
Quanto al venire meno del rapporto fiduciario tra medico e paziente, definito dall’Azienda come uno dei motivi che avrebbe reso dimissibile la nostra assistita, si precisa che sebbene sia prerogativa del paziente interrompere il rapporto di affidamento con il medico, venuta meno la fiducia, non è altrettanto consentito a quest’ultimo di scegliere i pazienti a cui prestare le cure prescritte, dichiarando dimissibili quelli che appaiono sforniti della necessaria fiducia nella struttura ospedaliera che li ospita.
E dunque, poichè la sig.ra Sicari non ha mai chiesto di essere dimessa, la sua condizione di dimissibilità ci auguriamo trovi conforto in argomentazioni di carattere medico/scientifico che tengano in debita considerazione lo stato di salute fisiologico della paziente, piuttosto che l’atteggiamento di sfiducia mostrato nei confronti del personale sanitario.
Quanto, infine, perdita di fiducia manifestata da Vincenza Sicari nei confronti dei medici che l’hanno attualmente in cura, ribadiamo che la stessa non trova ragione nella mancanza di mezzi dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, ma piuttosto nella omessa ricerca di una diagnosi per più di quaranta giorni, il tempo maturato tra l’inizio del ricovero in data il 21 novembre sino alla presa in carico del caso da parte di questo collegio difensivo avvenuto in data 28 dicembre. Nell’arco temporale descritto, peraltro, così come nel corso di tutto il ricovero, la sig.ra Sicari dichiara di non essersi mai rifiutata di sottoporsi ad alcun accertamento diagnostico.>>
Avv. Luana Sciamanna e Avv. Giorgia La Leggia
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