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Cronaca

VERONA, INCIDENTI HELLAS -INTER: DENUNCE E PERQUISIZIONI

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Redazione

Verona – Con 13 perquisizioni a Verona e provincia, e nelle province di Milano e Brescia, effettuate nella mattina odierna con l'impiego di oltre 50 Agenti della Polizia di Stato, appartenenti alle Digos delle menzionate città, si è conclusa una vasta attività investigativa che era iniziata già nella notte tra il 15 ed il 16 marzo scorsi, al termine dell'incontro di calcio Hellas Verona – Inter disputatosi al Bentegodi come anticipo del sabato sera, dopo che con ripetuti e mirati interventi dei reparti di polizia si era riusciti ad evitare che i due gruppi ultrà venissero reciprocamente a contatto fisico.

Già prima della partita il clima tra opposte fazioni si era particolarmente surriscaldato. Gli ultras locali si erano spostati in massa, con un movimento coordinato alla maniera quasi-militare, in direzione della curva destinata agli ospiti, ma il rapido schieramento dei reparti di polizia aveva dissuaso i facinorosi a dare seguito ad intenzioni evidentemente non pacifiche nei confronti degli ultras interisti, che nel frattempo stavano parcheggiando i loro mezzi nell'area riservata.

Perfino a partita iniziata (alle ore 21.00), appreso che ultras nerazzurri, giunti in ritardo, si trovavano ancora nel parcheggio in attesa di essere controllati dagli steward prima di accedere nel settore loro assegnato, un gruppo di facinorosi locali che era ancora fuori dallo stadio, quasi a presidiare fisicamente gli spazi ritenuti a proprio esclusivo appannaggio, aveva tentato di raggiungere gli odiati rivali, ma anche in questo caso furono bloccati dal pronto intervento dei contingenti di polizia. Da segnalare che a tale blitz avevano provato a partecipare anche alcuni ultras gialloblu che avevano già preso posto nella loro Curva: costoro avevano cercato di oltrepassare con la forza una separazione interna dell'impianto sportivo, al fine di andare a dar manforte all'altra compagine di sodali, cagionando lesioni ad uno steward che si era opposto alla loro azione violenta.

Falliti gli assalti precedenti, i facinorosi locali non si erano dati per vinti. Alla fine della partita, consapevoli che il dispositivo di sicurezza disposto dalle Questure, come di consueto, trattiene gli ospiti nel loro settore il tempo necessario al deflusso dei locali, gli ultras veronesi, favoriti anche dal buio notturno, si erano proditoriamente appostati lungo il percorso che dallo stadio conduce al casello autostradale. Al passaggio degli autobus che trasportavano i rivali nerazzurri, avevano scagliato contro di loro mortaretti, sassi, bottiglie, bombe carta e perfino due razzi-bengala.

Gli ultras interisti non si erano sottratti alla provocazione, erano scesi di corsa dai pullman e avevano replicato lanciando a loro volta corpi contundenti. Soltanto l'immediato intervento dei reparti di polizia, preposti alla scorta della carovana dei veicoli interisti aveva evitato il degenerare degli scontri, impedendo che le due fazioni venissero a contatto fisico: gli ultras veronesi venivano dispersi con cariche di alleggerimento, i facinorosi interisti obbligati a risalire sugli autobus ed a ripartire per le destinazioni di provenienza.

Nella loro azione di contenimento i poliziotti, che si erano frapposti fra i due gruppi contendenti, venivano colpiti dalla gragnuola di bottiglie, sassi e petardi che le frange di tifosi violenti si stavano reciprocamente scagliando, tanto che tre operatori erano poi stati ricoverati in ospedale per le ferite riportate.

Se nel momento le esigenze prioritarie di ripristinare la sicurezza cittadina e di evitare ulteriori turbative all'ordine pubblico avevano prevalso sul dovere di reprimere tali condotte criminose, la risposta giudiziaria non si è fatta attendere.

Con il coordinamento della locale Procura della Repubblica (P.M. dott. Marco Zenatelli), la Digos scaligera ha ricostruito in modo certosino la successione degli eventi, individuando numerosi ultras che avevano fattivamente contribuito a provocare i disordini in argomento: sono 33 le denunce complessivamente contestate, a vario titolo, per i reati di radunata sediziosa, violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate, detenzione e lancio di artifizi esplosivi e di oggetti contundenti in occasione di manifestazioni sportive.

Dei trenta denunciati, di età compresa tra i ventidue ed i quarantanove anni, sedici hanno precedenti giudiziari e ben dodici erano stati sottoposti in passato a divieto di frequentare gli stadi per reati specifici commessi in occasione di partite di calcio.

Grazie anche alla collaborazione del collaterale ufficio della Polizia francese, la Digos veronese ha riconosciuto, tra i facinorosi presenti in mezzo agli ultras dell'Hellas, tre hooligans del Paris Saint-Germain, già frequentanti il "Kop of Boulogne", compagine ultrà disciolta in passato dal Ministro dell'Interno francese, tristemente famosa per fatti di violenza collettiva e pericolose tendenze di estrema destra. In particolare, uno di loro era tra quelli più agguerriti nel partecipare agli incidenti sopra descritti.

A carico delle tredici persone oggi perquisite e comunque nei confronti di tutti i denunciati, il Questore Gagliardi ha disposto l'avvio del procedimento amministrativo per impedire in futuro il loro accesso negli stadi in occasione di manifestazioni sportive.

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Macabro ritrovamento a Vignale: Il mistero dei resti di neonati in una villetta di Parma

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A Vignale di Traversetolo, Parma, la scoperta dei resti di un neonato e forse di un altro bambino ha sconvolto la tranquilla comunità. I corpi, rinvenuti in un giardino di una villetta abbandonata, hanno portato all’accusa di omicidio e occultamento di cadavere per una ragazza di 22 anni. L’autopsia sul primo neonato ha confermato che il piccolo era nato vivo, ma le cause del decesso restano ignote. Le indagini proseguono sotto il massimo riserbo, con i RIS sul posto e la villetta sotto sequestro.

A dare l’allarme è stato un vicino, e i resti sono stati ritrovati a distanza di un mese l’uno dall’altro. La comunità di Traversetolo, circa 10mila abitanti, è sotto shock, e i dettagli emersi non fanno che aumentare l’angoscia. Il sindaco Simone Dall’Orto ha descritto il quartiere come un’area benestante e tranquilla, dove nessuno si sarebbe aspettato una tragedia del genere.

Gli inquirenti stanno interrogando la giovane e il suo fidanzato, cercando di capire se la ragazza abbia agito da sola o se ci siano stati complici. Il fidanzato, che ha dichiarato di non sapere nulla della gravidanza, ha affermato che la loro relazione si era raffreddata negli ultimi tempi. Un dettaglio significativo è che la giovane era appena tornata da un viaggio in America, postando foto sui social mentre emergevano le notizie sul ritrovamento del cadavere.

La vicenda è ancora avvolta nel mistero, e si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero portare alla scoperta di altri corpi e chiarire le dinamiche di questo oscuro dramma.

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Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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