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VERONA: CINQUANTESIMO VINITALY E CINQUANT’ANNI DI DOC ITALIANE

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di Antonella Avantaggiato

Verona – Il rituale appuntamento, che ogni anno si svolge alla fiera di Verona, è una tra le più importanti manifestazioni nel mondo dedicate al vino.

Quest’anno, il Vinitaly, ha celebrato la cinquantesima edizione, in concomitanza con la ricorrenza del cinquantenario delle denominazioni di origine del vino italiano. Il primo novembre 1966 entrarono in vigore i disciplinari delle prime quattro doc italiane, riconosciute da un Decreto del presidente della Repubblica del 3 marzo 1966:  la Vernaccia di San Gimignano, con disciplinare pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 110 del 6 maggio del 1966, l’Est! Est! Est! Di Montefiascone, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 111 del 7 maggio 1966, l’Ischia bianco, l’Ischia rosso e l’Ischia superiore pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 112 del 9 maggio 1966 e il Frascati, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 119 del 16 maggio 1966.

Con la presenza di 130mila operatori da 140 nazioni, ha visto superare lo storico record di 100mila metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie con più 4.100 espositori giunti da più di 30 Paesi. Aumentano in modo significativo le presenze: i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento).

Nei quattro giorni dell’evento si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, degustazioni guidate e incontri di formazione sul mondo del vino. In contemporanea a Vinitaly, si sono svolte Sol&Agrifood, la manifestazione sull’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola. Hanno seguito la manifestazione 2.357 giornalisti provenienti da 47 nazioni. I visitatori intervenuti, sempre più qualificati, sono stati, in questa edizione, prevalentemente addetti ai lavori. Fuori al salone il “Vinitaly and the City” ha registrato 29mila presenze, interpretando la strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali, da quella rivolta ai appassionati del vino con degustazioni ed eventi culturali nelle piazze del centro storico di Verona. L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che la 50ª edizione di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni: wine business in fiera e wine festival in città, come voluto dal presidente di Veronafiere, Maurizio Danese.

Una svolta storica, dopo anni, ha visto risalire le vendite del vino nei supermercati italiani del 2,8%, con un aumento record, è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti. I vini che hanno avuto maggiore incremento delle vendite in Italia, sono stati quelli da vitigni autoctoni, seguendo il trend di cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che premiano le produzioni legate al territorio.

Nella classifica dei primi dieci vini che nel 2015 in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, soltanto uno è internazionale. Si tratta dello Syrah che si colloca peraltro solo al decimo posto.Nel tempo della globalizzazione gli italiani, precisa la Coldiretti, bevono vino a “chilometri zero”. Sono pericolosi i tentativi di minare la distintività delle produzioni, come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione, che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Lambrusco, Negroamaro e Vernaccia, ma anche Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Falanghina e  Vermentino solo per fare alcuni esempi.

La Top Ten dei vini per crescita vendite bottiglie nel 2015 (Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Infoscan Census)

                 Vino                                                     Volumi (litri)    Variazione % volumi
1 – Passerina (Marche)                                      836.933                    34,3
2 – Valpolicella Ripasso (Veneto)                     503.419                    22,2
3 – Pecorino (Abruzzo/Marche)                     1.228.339                     19,9
4 – Nebbiolo (Piemonte)                                   756.852                     18,0
5 – Marzemino (Trentino A.A.)                            731.734                     14.9
6 – Traminer (Trentino A.A.)                          2.157.291                      13,2
7 – Negroamaro (Puglia)                              2.651.228                      13,0
8 – Custoza (Veneto)                                      1.707.500                      11,6
9 – Vernaccia di S.Gimignano (Toscana)  1.251.404                       11,0
10 – Syrah (Internazionale)                            2.547.050                        9,0

“Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti nel rilevare che “difendere la normativa comunitaria è la premessa per essere piu’ forti nei difficili negoziati internazionali che ci attendono a partire dall’accordo di libero scambio con gli Usa”.

Il Consorzio Chianti Classico ha celebrato i suoi 300 anni a Vinitaly con le 115 aziende presenti nello spazio da 270 metri quadrati, su cui campeggiava il motivo grafico dedicato alla ricorrenza del bando di Cosimo III de’ Medici, che nel 1716 individuò la denominazione storica nel territorio a cui oggi fa capo il Gallo Nero.
 La partecipazione al Vinitaly è stata occasione per rammentare il progetto di candidatura   del territorio del Chianti Classico a Patrimonio dell’Umanità. Il vino Chianti Classico forte della ripresa del mercato interno, è tornato a crescere dopo anni di stasi, merito anche dell’introduzione della Gran Selezione, volta a valorizzare le eccellenze qualitative.

Si è tenuta presso il Vinitaly la conferenza di presentazione del quinto Premio Gambelli edizione 2017, istituito nel 2012 da ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) che premia ogni anno l’enologo under 35 il cui lavoro abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti dal Maestro del Sangiovese: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale. La consegna del Premio avverrà nel 2017 a Firenze in occasione dell'Anteprima del Consorzio Vino Chianti Classico. Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, presente all’incontro, ha annunciato l’attribuzione alla memoria di Giulio Gambelli del prestigioso Gonfalone d’Argento, un omaggio che il mondo del vino accoglierà con grande soddisfazione, dopo il Pegaso conferito anni fa all’altro grande del vino toscano, Giacomo Tachis.

Giacomo Tachis è stato l’enologo italiano di successo internazionale. Nato a Poirino, Piemonte nel 1933, nel 1954 si è laureato presso la Scuola Enologica di Alba. Nel 1961 fu scelto come enologo junior da Antinori a San Casciano in Toscana, impegno durato 32 anni. Tachis ha collaborato alla creazione di nuovi generi di vino rosso italiano, ha saputo creare non solo alcuni dei più conosciuti vini italiani (Sassicaia, Tignanello, Solaia, Turriga e tanti altri noti come “Supertuscan”), contribuendo sensibilmente al lancio definitivo della Toscana nel mondo, ma ha anche collaborato alla valorizzazione e la riscoperta di territori antichi di grande vocazione quali le Marche, la Sardegna e la Sicilia. Ha fatto scelte innovative per il suo tempo, nella specifica zona del Chianti Classico, utilizzando la fermentazione malolattica e l’utilizzo di barrique per i periodi d’invecchiamento. Ha promosso e collaborato alla produzione di molti altri vini, tra cui il sardo Vermentino e Carignano, il siciliano Nero D’Avola, Inzolia , Cataratto e Grillo  e i piemontesi Barbera e Nebbiolo.

“Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l’intuizione,
il privilegio e l’onore di lavorare al suo fianco, ha dichiarato Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere, Giacomo Tachis ha rappresentato il Rinascimento dei vini italiani e resterà per sempre nella Scoria dell’enologia italiana e nei cuori di quanti lo hanno conosciuto”. Ufficialmente in pensione dal 2010, Tachis ha comunque continuato a occuparsi di vino. Nel 2010 la rivista Decanter ha pubblicato la sua autobiografia e nel 2011 l’ha proclamato “uomo dell’anno”. Tachis ci ha lasciato il 6 febbraio del 2016 all’età di 82 anni. Vinitaly gli ha dedicato la più importante degustazione della 50esima edizione.

La prossima 51ª edizione di Vinitaly sarà in programma dal 9 al 12 aprile 2017.
 

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Fiumicino: Francesca Risi incoronata Miss Riviera Tirrenica 2024

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Nell’incanto di Fiumicino la splendida Francesca Risi, 19 anni salernitana ma residente ormai da anni a Roma dove studia Giurisprudenza con il sogno di diventare Magistrato, si aggiudica la prestigiosa fascia di Miss Rivera Tirrenica 2024 che consente l’ingresso alle prefinali di Miss Italia.

Francesca Risi, neo Miss Riviera Tirrenica 2024, durante la coreografia dedicata al film “Barbie”

Una serata all’insegna della bellezza con l’omaggio alle dive che incarnano, da sempre, lo stile e l’egenza italiana: da Gina Lollobrigida a Sophia Loren, passando poi per Miriam Leone, Francesca Chillemi e Giusy Buscemi.

Le partecipanti al concorso durante la coreografia dedicata al film “Barbie”

Le 23 ragazze in gara hanno incantato il folto pubblico presente esibendosi dapprima nelle coreografie dedicate al film evento “Barbie” per ricevere, poi, un calorosissimo applauso quando sonoscene in scena riportando l’atmosfera nei meravigliosi anni 70 con il fashion show “Flower Power” dedicato alla cultura hippie.
L’ evento, ottava tappa del Tour delle Finali Regionali di Miss Italia, nell’ambito della kermesse “Notti d’Estate 2024” promosso dalla Km Service con il patrocinio del comune di Fiumicino è stato realizzato dalla Delta Events che da oltre un decennio è agenzia esclusivista per il Lazio dello storico concorso Miss Italia.

la neo Miss Riviera Tirrenica 2024, Francesca Risi, abbracciata a Greta Caretta e Aurora Filitti

Ad incoronare la neo Miss Riviera Tirrenica 2024 Francesca Risi le assessori di Fiumicino, Federica Poggio e Monica Picca, assieme con la neo Miss Roma 2024 Beatrice Mazzoni.
Una giuria, come sempre, di altissimo livello composta dal produttore cinematografico Luca Mastrangelo, il preparatore atletico Tommaso Capezzone, lo chef personaggio televisivo Bruno Brunori, Cristina Adduci per il Codacons, Stefano Mariani per Miluna, Michela Scafati per Training Academy e in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Fiumicino Federica Poggio, assessore a Turismo e Cultura, Monica Picca, assessore ai Servizi Sociali-Pari Opportunità, Roberto Rosati, capo Relazioni Esterne, ha decretato al secondo ed al terzo posto rispettivamente Greta Caretta, 25 anni romana, e Aurora Filitti, 20 anni di Velletri.

nella foto Margherita Praticò, Monica Picca, la neo Miss Riviera Tirrenica 2024 Francesca Risi, Federica Poggio, e Miss Roma 2024 Beatrice Mazzoni

La serata condotta dalla straordinaria e sempre elegantissima “padrona di casaMargherita Praticò, per la regia del sempre attento Mario Gori, entrambi anima pulsante del concorso per il Lazio, ha visto sul palco la partecipazione della neo Miss Roma 2024, Beatrice Mazzoni che tra lo stupore generale dei presenti ha annunciato la sua personale scelta di non gareggiare, il prossimo 1 e 2 settembre, per il titolo di Miss Lazio 2024.

Beatrice Mazzoni non si candida per il titolo di Miss Lazio 2024

Miss Roma 2024, Beatrice Mazzoni

“Ho riflettuto bene – ha detto commossa dal palco – e visto che tecnicamente è possibile farlo, ho deciso di non candidarmi per il titolo di Miss Lazio che darà diritto alla vincitrice di partecipare direttamente alla seconda fase delle nazionali; parteciperò quindi alla prima fase delle nazionali mettendomi in gioco per superare questo turno ed accedere ai successi”.
Il motivo principale – ha poi concluso -, non è per immodestia, è che se dovessi diventare Miss Lazio 2024 dovrei cedere la fascia di Miss Roma 2024 ad un’altra partecipante. Oltre a non voler lasciare la mia fascia, mi sembra giusto, vista la grande visibilità che ho ricevuto in questa settimana, lasciare lo spazio di espressione ad un’altra concorrente. Sono troppo legata alla mia città natale, Roma
Una scelta che dimostra la bellezza di questo concorso capace, ancora una molta, di mostrare lo spirito davvero sincero che anima queste splendide ragazze.

Le novità del concorso Miss Italia 2024

Miss Italia, a partire dalle selezioni regionali, quest’anno ha cambiato cambia la formula che porterà all’elezione della nuove reginetta di bellezza.
Formula fortemente voluta dalla patron, Patrizia Mirigliani, che vuole valorizzare, identità, personalità, rappresentatività territoriale, talento naturale e capacità inventiva, valorizzazione e sperimentazione di arti e mestieri, storia e formazione personale, contemporaneità ed attitudine all’uso dei nuovi media, insieme con importanti e significativi elementi di femminilità, intesa come leadership femminile ma anche come recupero di tutte quelle valenze di genere in continua evoluzione, ed ancora apertura ad iniziative di solidarietà e di inclusione insieme con azioni di partecipazione attiva alla vita sociale.
Obiettivo principale delle miss dell’edizione 2024 sarà quello di farsi eleggere, non solo esclusivamente per l’estetica, ma anche per il loro talento oppure per la loro capacità di comunicare emozioni e veicolare messaggi di appartenenza ma anche d’attualità, creando con il pubblico una forte relazione di empatia.
Le fasi nazionali saranno invece caratterizzate da una novità assoluta : Miss Italia Talent Academy.
Un’esperienza della durata di 5 giorni, durante la quale le 40 miss finaliste – costantemente filmate da videomaker esperti – avranno l’occasione di incontrare dei veri e propri “maestri” e “testimonials” delle discipline più varie ed accedere a 10 master class con altrettante quick question per singola seduta, con simulazioni di colloquio ed analisi delle most-wanted skills nei vari mondi della comunicazione, della moda, dello spettacolo.

Le prossime date del tour delle finali regionali

AGOSTO

Domenica 18 ad Anzio ( Stabilimento Tirrena – Riviera Zanardelli) : Miss Cinema Lazio 2024
Venerdì 23 a Trevignano Romano (Piazza del Molo): Miss Cinema Roma 2024
Domenica 25 ad Antrodoco (Piazza del Popolo) : Miss Framesi Lazio 2024
Martedì 27 a Grottaferrata (Park Hotel Villa Ferrata): Miss Eleganza Roma 2024 e Preselezione Finalissima Regionale Miss Lazio 2024

SETTEMBRE

Domenica 1 e Lunedì 2 a San Felice Circeo (Giardini di Vigna la Corte): Miss Lazio 2024

ph. by Roberto Antonelli

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Adolescenti e primi amori, da “Il Tempo delle Mele” a Tik Tok: le emozioni intense restano immutate

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L’amore adolescenziale è un tema universale, che ha attraversato generazioni e culture, suscitando emozioni intense e ricordi indelebili. Dai tempi de “Il Tempo delle Mele”, film iconico degli anni ’80 che ha dipinto con dolcezza e ingenuità i primi turbamenti amorosi, al contesto iperconnesso e digitale dei giorni nostri, il modo in cui gli adolescenti vivono i loro primi amori è cambiato radicalmente.

Il Tempo delle Mele: innocenza e romantiche lettere

“Il Tempo delle Mele”, uscito nel 1980, è diventato un simbolo dei primi amori vissuti con trepidazione e semplicità. Il film racconta la storia di Vic, una giovane ragazza alle prese con le sue prime emozioni amorose. In quell’epoca, gli adolescenti comunicavano attraverso bigliettini scritti a mano, lettere segrete e telefonate brevi e attese con ansia. Gli incontri avvenivano spesso nei contesti scolastici o durante le feste, e il contatto fisico era limitato a timidi baci rubati o a balli lenti durante le serate danzanti.

Questa era un’epoca in cui il tempo sembrava scorrere più lentamente, e ogni gesto, sguardo o parola aveva un peso specifico. Le relazioni si sviluppavano gradualmente, alimentate da sogni, speranze e la magia dell’ignoto. L’ingenuità e l’innocenza caratterizzavano questi primi amori, in un mondo ancora lontano dalle influenze esterne del digitale e dei social media.

I primi amori nell’era digitale: tra connessione e superficialità

Oggi, l’approccio agli amori adolescenziali è molto diverso. L’avvento dei social media, delle app di messaggistica e delle piattaforme di incontri ha trasformato il modo in cui gli adolescenti si conoscono, comunicano e vivono le loro prime relazioni. Se un tempo ci si conosceva tramite amici comuni o a scuola, oggi molti ragazzi iniziano a frequentarsi dopo essersi conosciuti online, attraverso Instagram, Snapchat o TikTok.

La comunicazione, oggi, è istantanea e continua. I messaggi non si scrivono più a mano, ma si inviano tramite chat, spesso accompagnati da emoji, GIF o foto. Questo ha sicuramente reso più facile rimanere in contatto, ma ha anche cambiato il ritmo e l’intensità delle relazioni. La possibilità di essere sempre connessi ha portato a un’esposizione maggiore alle emozioni altrui, ma anche a una certa superficialità nei rapporti. Il “cuoricino” su una foto o un “like” a un post possono essere interpretati come gesti d’interesse, ma al tempo stesso riducono il tutto a un’interazione fugace, spesso priva di un vero coinvolgimento emotivo.

Le relazioni oggi possono svilupparsi molto rapidamente, e altrettanto rapidamente dissolversi. L’accesso costante alle vite altrui attraverso i social ha generato un nuovo tipo di pressione: quella di apparire sempre perfetti e di dimostrare il proprio valore attraverso l’approvazione degli altri. Questa dinamica può rendere le relazioni più fragili e meno autentiche rispetto al passato, dove l’interazione face-to-face era predominante e ogni momento vissuto insieme aveva un significato più profondo.

Le sfide del nuovo millennio: autenticità vs. immagine

Un altro aspetto critico dei primi amori nell’era moderna riguarda l’equilibrio tra la costruzione dell’immagine e la ricerca dell’autenticità. Gli adolescenti di oggi sono spesso spinti a presentare una versione idealizzata di sé stessi sui social media, che può non corrispondere alla realtà. Questo può creare aspettative irrealistiche sia su di sé che sull’altro, portando a delusioni e incomprensioni.

Inoltre, la costante esposizione ai modelli di relazione proposti da influencer e celebrità online può far sembrare che il valore di una relazione dipenda da quanto essa viene “esibita” al pubblico. Di conseguenza, molti ragazzi possono sentirsi in dovere di conformarsi a questi standard, dimenticando che le relazioni vere sono fatte di momenti privati e personali, non solo di post e storie.

Il ritorno all’essenziale: verso relazioni più consapevoli

Nonostante la digitalizzazione delle relazioni, si nota anche una crescente consapevolezza tra i giovani sulla necessità di vivere relazioni più autentiche e significative. Alcuni adolescenti stanno riscoprendo il valore del contatto umano diretto, cercando di bilanciare l’uso della tecnologia con momenti reali e condivisi. C’è una tendenza, seppur ancora timida, a riscoprire modalità di interazione più lente e personali, come l’invio di lettere, la scelta di condividere meno sui social, o l’organizzazione di incontri faccia a faccia senza l’intermediazione della tecnologia.

Il passaggio dai tempi de “Il Tempo delle Mele” all’era dei social media ha profondamente cambiato il modo in cui gli adolescenti vivono i loro primi amori. Se da un lato la tecnologia ha facilitato la comunicazione e l’accesso alle informazioni, dall’altro ha introdotto nuove sfide legate alla superficialità e alla pressione sociale. Tuttavia, l’essenza dell’amore adolescenziale – fatta di emozioni intense, scoperte e vulnerabilità – rimane immutata. La sfida per i giovani di oggi è trovare un equilibrio tra l’uso della tecnologia e la ricerca di relazioni autentiche e significative, che possano lasciare un segno profondo, proprio come accadeva ai tempi delle mele.

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A Roma un Ferragosto alternativo al Bioparco

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Cocomeri agli animali e attività educative
 
Il 15 agosto il Bioparco di Roma è aperto. Per festeggiare Ferragosto, gli animali riceveranno durante i pasti il cocomero; i guardiani distribuiranno anguria a fette di varie dimensioni dalle 11.00 alle 14.30 a: macachi del Giappone, lemuri catta, elefanti asiatici, orsi bruni e scimpanzé. Mentre otarie della California e pinguini del Capo mangeranno rispettivamente alle 15.30 e 16.00.
 
Durante la giornata poi, dalle ore 11.00 alle 17.00, le famiglie potranno partecipare all’attività educativa ‘Chi non si adatta è perduto’. In compagnia di un operatore didattico, si osserveranno da vicino animali molto interessanti come gechi del Madagascar, testuggini dalle zampe rosse, rane freccia, rospi, pogone, axolotl, camaleonti e insetti stecco. Si potrà scoprire come, attraverso la selezione naturale, le forme di vita abbiano trovato adattamenti a volte molto ingegnosi per riuscire a sopravvivere. Perché alcuni anfibi hanno colori spenti e altri sgargianti? L’axolotl è un pesce? Molti animali hanno le corna, perché alcuni le perdono altri no? A queste e a tante altre domande si troverà una risposta. Inoltre, sarà possibile manipolare diversi reperti come palchi, corna, vertebre di giraffa, uova di struzzo per sperimentarne il peso, la consistenza, la forma e scoprire che ognuno di quei reperti rappresenta l’incredibile risultato di un percorso evolutivo molto lungo.
 
Prenotazione obbligatoria; si prenota il giorno stesso della visita presso il desk prenotazioni all’ingresso del parco, fino a esaurimento posti.
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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