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Cronaca

VERBANIA, BULLISMO:DIFFAMAZIONE AGGRAVATA PER DUE 13ENNI

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Tempo di lettura 3 minuti Le ragazze hanno pubblicato su un social network il seguente annuncio “sesso violento con uomini tra i 15 e i 60 anni”

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di Angelo Barraco

Verbania – Due tredicenni hanno fatto uno scherzo di cattivo gusto ad una loro amica, scherzo che è costato a due ragazze di tredici anni una denuncia per diffamazione aggravata. Le ragazze hanno pubblicato su un social network il seguente annuncio “sesso violento con uomini tra i 15 e i 60 anni”, le due ragazze in allegato all’annuncio hanno messo anche il nome e il numero di telefono della loro amica. La ragazza, successivamente alla pubblicazione dell’annuncio, ha ricevuto tantissime chiamate hot con relative richieste.

Le ragazze sono state identificate grazie al numero che hanno usato per pubblicare l’annuncio sul social network, le ragazze hanno definito tale gesto uno scherzo. Il bullismo, nella società odierna, sembra essere diventata una cosa semplice, comune e la cosa che fa paura è che sono sempre di più i giovani ad esercitare bullismo verso i loro coetanei, senza temere le conseguenze e senza avere un minimo di sensibilità e di pentimento per i gesti che compiono. Spesso gli atti di bullismo vengo esercitati per imitazione, per ostentare superiorità contro il più debole, contro chi non può difendere; la domanda sorge spontanea: ma che valori vengono impartiti all’interno del nucleo familiare? Si, perché tutto parte da lì, dalla famiglia, dall’origine, da chi da la vita, la formazione, l’educazione, i valori etici e morali.

Ormai sembra che un oggetto ha più valore rispetto al sentimento umano, e penso che la causa sia uno scarso controllo da parte dei genitori verso i figli e una poca rigidità nell’educarli e nell’impartire loro i valori morali. Il caso di Verbania non è il primo caso di umiliazione tramite social accaduto ultimamente. Un altro episodio è avvenuto poco tempo fa a Prato quanto, Su ordine della Procura di Prato, i Carabinieri di Montemurlo si sono recati presso l’abitazione di una ragazza di 19 anni e l’hanno perquisita. La ragazza vive con la famiglia. Il motivo della perquisizione è dovuto al fatto che la 19enne è accusata di aver compiuto atti di bullismo nei confronti di una sua compagna di classe portatrice di handicap. La prova di tali atti starebbe proprio sul web, dove la 19enne avrebbe pubblicato dei filmati di derisione su instagram. L’accusa sostiene che la ragazza disabile avrebbe subito atti di bullismo anche da altri compagni di classe che oltre a pubblicare video sui social, avrebbero esercitato anche violenza fisica sulla ragazza disabile. Ad interrompere questo calvario e ad accorgersi delle malefatte attuate ai danni della ragazza è stato il fratello, che ha visto i video pubblicati su Instagram e si è prodigato nel riferire quanto stava accadendo alla madre, che ha denunciato tutto alla Procura di Prato. I capi d’accusa per la 19enne sono: violenza privata e atti persecutori. Altro episodio di bullismo si è verificato poco tempo fa a Genova; sono state due ragazze di 16 e 17 anni per aver picchiato una loro coetanea di 12 anni e mentre compivano tale gesto, le due ragazze hanno ripreso l’aggressione con i loro smartphone e per provocare un ulteriore danno alla loro coetanea, per deriderla ed umiliarla ulteriormente, hanno diffuso il video tramite whatsapp a tutti i loro amici.

Le due ragazze sono state denunciate e poste sotto indagine dalla Procura dei minori e  dovranno rispondere del reato di lesione aggravata e diffamazione. Le indagini hanno appurato che le due ragazze avrebbero attirato la vittima in una trappola e che al pestaggio della vittima avrebbero assistito altri ragazzi, coetanei della vittima, che però non avrebbero fatto nulla e sarebbero rimasti inermi durante l’agguato. I coetanei della vittima che avrebbero assistito all’aggressione sono stati tutti identificati dalla Polizia nel corso delle indagini. Dalle indagini è emerso il movente dell’aggressione, ovvero un torto che la 12enne avrebbe fatto alle due ragazze nei giorni precedenti.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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