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6 anni agoon
VENAFRO (IS) – Venolea 2018, la manifestazione promossa dal Parco dell’Olivo di Venafro che punta alla tutela dei paesaggi rurali storici, vedrà tra i suoi partecipanti il pro Rettore dell’università La Sapienza con delega all’energia, il Professore Livio De Santoli. Di origine molisana, sarà presente al convegno proprio per parlare di territorio, dell’impatto che le attività umane hanno sui territori agricoli e rurali.
Abbiamo chiesto al pro Rettore quale è il messaggio che vuole portare nella discussione, in una dichiarazione che pubblichiamo in anteprima per i lettori de L”Osservatore d’Italia
Quella di sabato sarà la prima uscita ufficiale da quando è stato nominato Pro Rettore, nella quale si parlerà di territorio. Quanto può influire un’attenta politica energetica per la salvaguardia di luoghi come quelli del Molise, che lei conosce bene perché ne è originario?
Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno assunto l’obbligo di presentare entro il 2018 il Piano nazionale clima-energia, che deve contenere la definizione degli obiettivi e delle misure al 2030 coerenti con quelli su energia e decarbonizzazione dell’Unione europea (Clean Energy for All European Package) e una proiezione di questi obiettivi al 2050.
Gli obiettivi della UE sono molto sfidanti e possono essere conseguiti solo con azioni contestuali, congiunte ed intersettoriali su tutti i centri di consumo. Un centro di consumo molto rilevante è quello dell’agricoltura, che rappresenta attualmente circa il 30 per cento del consumo totale di energia del mondo ed il 22 percento delle emissioni di gas climalteranti totali. I paesi industrializzati utilizzano una porzione maggiore di questa energia per la lavorazione e il trasporto, tre-quattro volte superiore all’energia usata per la produzione primaria.
Questo significa che occorre necessariamente migliorare l’efficienza energetica per l’intera filiera alimentare, nelle coltivazioni, nell’uso dell’irrigazione e fertilizzanti, nella refrigerazione, nei sistemi di stoccaggio, nei trasporti, nella produzione e nella preparazione del cibo. I consumi di energia nel sistema agricolo-alimentare italiano sono – dopo un lungo trend in diminuzione – in rialzo, con una quota parte dell’energia finale consumata in Italia pari a circa 12%. Anche in questo settore occorre fare di più e soprattutto farlo in maniera organica, proprio nel settore alimentare dove si consuma quasi il doppio di quello agricolo (8 contro 5 Mtep/anno).
I potenziali risparmi energetici del settore sono da considerarsi significativi, con valori del 25% nell’irrigazione, del 70% nella ventilazione degli ambienti industriali e del 20% nella trasformazione agroalimentare, con interventi di efficienza energetica che devono riguardare contestualmente sia la produzione, la trasformazione, la conservazione dei prodotti, la climatizzazione degli ambienti di lavoro. Ma per rendere più strutturale il tema dell’efficienza energetica nel settore agricolo, occorre riferirsi obbligatoriamente alla filiera corta come strumento per ridurre le emissioni e contenere il consumo di fonti fossili. Questo significa valorizzazione dei territori ed investimenti soprattutto rivolti a questi.
Infine, l’accesso all’energia prodotta da fonti rinnovabili trova una perfetta integrazione e utilizzazione nei settori dell’agricoltura, dell’acquacoltura, negli impianti di trasformazione dei prodotti e l’energia può essere fonte di introiti supplementari se venduta sul territorio, soprattutto se favorisce lo sfruttamento delle risorse locali, dei residui di biomassa, della produzione e della trasformazione alimentare. L’aumento dell’uso delle fonti rinnovabili è allo stato iniziale nel settore agricolo, e proprio per questo il settore in questo campo si rivela ad elevato potenziale, a patto che si potenzino investimenti e ricerca, unitamente allo sviluppo di programmi di istruzione e di disseminazione di buone pratiche.
Simonetta D’Onofrio
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