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Roma

VELLETRI, OMICIDIO DI MEO: SI SCAVA NEL PASSATO

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Tempo di lettura 2 minutiLa ‘ndrangheta colpì freddamente ai Castelli Romani nel 2009 Domenico Marsetti, 32 anni, che fu freddato a Frascati con un unico colpo alla nuca

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Federico Di Meo aveva alle spalle un matrimonio finito con la figlia dell’ex sindaco di Lariano Ferdinando Tamburlani

 

Chiara Rai

Velletri – Sono state perlustrate in lungo e largo le abitazioni della famiglia di Federico Di Meo detto “Federichetto”, il trentasettenne freddato a colpi di pistola in strada ai confini tra Velletri e Cisterna di Latina. Una esecuzione in pieno stile mafioso. Da regolamento di conti. Ancora si è in attesa della data dei funerali.

Intanto, si cercano indizi, si scava nel passato dell’uomo che pare avesse avuto problemi di droga e gioco d’azzardo. Un vortice di cui in passato ha fatto parte anche Luca De Angelis, noto gommista di viale Roma e da indiscrezioni, sembrerebbe conoscente di Federico Di Meo.
Pare che i due, anni fa, frequentassero gli stessi ambienti. De Angelis detto "‘O Gommista" fu assassinato da quattro colpi in faccia mentre rientrava nella sua villa la sera del 12 dicembre 2008. Per il delitto venne arrestato un quindicenne, figlio di un ristoratore che era stato trovato impiccato e con la lingua tagliata.

L’omicidio di Federico Di Meo c’entra qualcosa con gli affari di cui si occupava De Angelis? Gli inquirenti non escludono nulla. Chi ha conosciuto Di Meo, lo descrive come un uomo tranquillo, un bravo padre con i suoi due figli di 12 e 7 anni che vivono a Cisterna di Latina con la sua ex compagna.

Di Meo non sarebbe ne la prima ne l’ultima vittima della criminalità organizzata dell’area metropolitana. Si pensa ad un’azione camorristica ma non si esclude la mano della ‘ndrangheta che colpì freddamente ai Castelli Romani nel 2009 Domenico Marsetti, 32 anni, che fu freddato a Frascati con un unico colpo alla nuca. Quell’uomo era fuggito appena tre giorni prima dalla Calabria perché aveva fatto uno sgarbo alla cosca degli Alvaro, proprietari di diversi locali a Roma tra cui il Cafè de Paris, confiscato tre anni fa.

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