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Roma

VELLETRI: IL CASO DISPERATO BARBARA DI BERNARDO LA CUI MADRE E' STATA STRANGOLATA DAL FRATELLO

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Tempo di lettura 4 minuti Barbara non ha più una casa e ha chiesto più volte aiuto all'amministrazione di Fausto Servadio

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di Cinzia Marchegiani

Video inchiesta a cura di Ernesto Melappioni


Velletri (RM) – Due occhi verdi pieni di dignità e una storia terribile di cui adesso rimane una straziante disperazione da parte di una donna che chiede auto alle istituzioni. Capita spesso di imbatterci in video postati sui social network, che parlano di vite distrutte, storie al limite tra il grottesco e il paradosso di cittadini italiani che rimangono abbandonati dalle istituzioni proprio nel momento del bisogno. Il video di Ernesto Melappioni che ha mostrato la storia di Barbara Di Bernando mi ha colpito particolarmente, perché rappresenta una cittadina come tanti che all’improvviso della sua vita viene catapultata in un incubo che sembra non avere soluzioni. Il suo grido di dolore, di disperazione sembra rimanere afono e Barbara appare come un fantasma dimenticato tutti, persono dall'aministrazione comunale cui si è rivolta. Per questo L’Osservatore d’Italia ha voluto verificare di persona i documenti che la stessa signora Di Bernardo ci ha messo a disposizione e che di seguito vi narriamo.

ANTEFATTO
Barbara in un giorno come tanti della sua vita si reca al lavoro. Era il 24 maggio 2014, quando viene raggiunta al telefono da suo fratello che gli dice che la madre era stata portata in ospedale. Inizialmente a Barbara diranno che sua madre era morta e che la causa fosse da associare ad un infarto, forse sopraggiunto dalla visita di un ladro che era entrato in casa. La storia per Barbara diventa ancora più tragica, poiché dopo le indagini avviate dei carabinieri scopre che a strangolare la madre fu suo fratello stesso. Barbara ricorda che quando lasciò casa per recarsi al lavoro salutò sua madre mentre suo fratello stava dormendo (tutti e tre vivevano sotto lo stesso tetto).

IL PARADOSSO DI QUESTA STORIA
Barbara da quel giorno, ormai un anno, oltre a fare i conti con una tragica realtà, quella di aver perso sua madre per mano di suo fratello, si è vista sequestrare l'abitazione della madre da parte dell’A.G. affinché il luogo rimanesse intatto per le indagini degli stessi investigatori.
Dal 24 maggio 2014 Barbara è costretta a mendicare un posto dove dormire, passando da una casa all'altra casa, approfittando della bontà di chi le offre la possibilità di fare una doccia e dormire in un letto. Non avendo né un lavoro fisso, né una situazione economica solida da permettere l’affitto di una camera, Barbara ha chiesto aiuto sia al Tribunale di Velletri, chiedendo il dissequestro dell’abitazione, sia allo stesso Comune di Velletri.

TRIBUNALE DI VELLETRI RIGETTA IL DISSEQUESTRO
Il Tribunale di Velletri – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari e dell’udienza preliminare – in data 21 gennaio 2015, purtroppo rigetta l’istanza di dissequestro dell’appartamento della signora Di Bernado avanzata dal suo legale difensore, presentata il 20 gennaio 2015. Una doccia fredda per la signora Di Bernado che dopo un anno si sente come una persona emarginata. Niente solidarietà da parte delle istituzioni che per paradosso sono solidali con gli immigrati ma non prestano attenzione ai cittadini italiani. Con atto N. 4613/14 RGNR il PM spiegava: “Rilevato che, nonostante il bisogno dell’alloggio ritenuto comprensibile, occorre evidenziare per l’interesse probatorio la cui tutela – atteso che il procedimento prosegua alla Corte d’Assise – appare allo stato prioritaria, ritenuto che l’alterazione dei luoghi a fronte di ritenuti e sopravvenuti accertamenti, potrebbero rappresentare un vulnus nell’accaduto del reato per cui il PM rigetta l’istanza di dissequestro.”

SINCADO DI VELLETRI, ASSESSORE AI SERVI SOCIALI E PROBLEMI DELLA CASA E DIRIGENTE SETTORE SERVIZI SOCIALI NON RISPONDONO ALLA RICHIESTA DI AIUTO NE’ AD AGOSTO 2014, NE’ A MARZO 2015
Per la signora Bernardo, il rigetto dell'istanza da lei avanzata alla Procura per poter rientrare in casa sua, l’ha gettata in uno sconforto totale, visto che dovrà attendere tempi considerevoli affinché il processo arrivi in Corte d’Assise. Per questo motivo, non potendo sempre vivere come una palla di ping pong, e grazie esclusivamente alla solidarietà delle persone che offrono alla stessa un posto dove poter dormire e farsi una doccia, ha provato a chiedere per la “seconda” volta aiuto allo Comune di residenza.

Infatti già lo scorso anno il suo legale, tramite posta certificata, ha inviato una lettera accorata della signora Di Bernado all'amministrazione di Fausto Servadio rappresentando la sua situazione precaria ed estrema. La pec di avvenuta ricezione da parte del Comune di Velletri è datata 7 agosto 2014, ma a quest'ultima non è seguita alcuna risposta. Silenzio tombale. Dopo la richiesta di dissequestro, lo stesso legale, ha così inviato nuovamente un’altra email posta certificata, notificando anche la risposta del Tribunale di Velletri, che non poteva accogliere l’istanza del dissequestro pur riconoscendo comprensibile l’uso del proprio appartamento. Nessuno le ha risposto, ne il sindaco Servadio, né l’assessore Servizi Sociali e problemi per la casa, la d.ssa Alessandra Modio, né tantomeno il Dirigente del Settore Servizi Sociali, d.ssa Rossella Prosperi. Eppure la posta è stata ricevuta lo scorso 13 marzo 2015, ma purtroppo non è arrivata nessuna buona notizia, nonostante Barbara avesse fatto presente che in caso di mancata risposta sarebbe stata costretta addirittura a dormire in auto.

ISOLAMENTO TOTALE
Della storia di Barbara ora rimane un video grazie all’attenzione del signore Melappioni che venendo a conoscenza di questa situazione ha voluto comunicarlo al mondo di internet. Noi de L'Osservatore d’Italia non potevamo rimanere indifferenti e rivolgiamo alle stesse istituzioni Comunali di Velletri di poter aiutare una donna, che sta vivendo in un incubo reso ancora più drammatico e al limite del paradosso, poiché il suo grido è rimasto inascoltato pur conoscendo la sua storia. Ma la domanda sorge spontanea: possibile che tra Tribunale di Velletri e Comune non ci sia stato alcun dialogo al fine di poter arginare questa drammatica situazione? Per Barbara, la sua quotidianità sarà in una autovettura, lavarsi ad un bagno pubblico, perché non si vergogna di chiedere in continuazione solidarietà dalle persone che le sono state sempre accanto. Anche la dignità di Barbara ha un valore, aiutiamola ad essere aiutata e non lasciamo cadere nel vuoto il suo appello. 

Cronaca

Roma, via Mezzoiuso nel degrado: Cittadini in piazza per la legalità

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Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00

Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00 i cittadini di Via Mezzoiuso manifesteranno per un ritorno alla legalità nel loro quartiere. È una questione che abbiamo seguito durante questa estate mostrando senza filtri il grave stato di illegalità e di insicurezza che questi cittadine e queste cittadine stanno vivendo.

Spazi comunali, a quanto ci dicono gli organizzatori della manifestazione, occupati abusivamente; baracche senza alcun servizio igienico trasformate in abitazioni di fortuna; accumulo seriale di immondizia e materiali pericolosi che hanno generato incendi gravissimi nel territorio.

Una vera e propria “sacca di illegalità” contro la quale i cittadini, riuniti in comitato spontaneo, stanno combattendo non volendo cedere nemmeno di un millimetro dalla loro posizione.

Accompagnammo, alla fine di luglio, l’amministratore di condominio, Monia Lustri, alla riunione della Commissione Sicurezza del VI Municipio richiesta proprio dai cittadini di via Mezzojuso per capire le ragioni di queste “immobilismo” da parte delle Istituzioni.


Anche stavolta abbiamo incontrato l’amministratore Monia Lustri alla quale abbiamo rivolto alcune domande:
Monia ci rincontriamo di nuovo e già ti dico che il 28 settembre come Osservatore d’Italia saremo presenti alla manifestazione proprio per documentare la vostra richiesta di legalità.


Ti faccio la prima domanda: avete deciso di organizzare questa manifestazione, come mi dicevi nelle tante telefonate di questi giorni, che la misura è colma.
Ma le promesse, le aspettative da parte delle Istituzioni, scusami, sono venute meno?

Buongiorno in realtà io non sono di Borghesiana ma rappresento alcune persone, miei condomini, che sono esasperati da una situazione ormai invivibile che non vede luce di essere fermata.
Non si riesce a capire chi abbia la competenza su cosa e perché non venga esercitata.
Come Amministratore del condominio interessato maggiormente dal problema, debbo rilevare l’annosa problematica che tale situazione ci porta, sia per la mole notevole di topi, entrati addirittura dentro gli appartamenti di alcuni condomini al piano terra, devastando tutto ciò che hanno trovato in giardino, sia trovandoli dentro le parti comuni del condominio e al piano 4 ultimo di 5 piani, accessibile con le parti comuni.
Per il pericolo che tale situazione comporta alla sicurezza dei condomini e del fabbricato poiché c’è una rampa privata in cui abbiamo scoperto esserci buttati a terra e accatastati: una ventina di estintori, dei motori di condizionatori, degli split, delle biciclette, dei monopattini, stendino e tanto altro creando il solito mucchio che se va a fuoco mette in serio pericolo tutto il fabbricato con i condomini o terzi, se non pure il vicinato.
Già dal mio esposto del 4/4/24 protocollato a tutti i soggetti interessati del Municipio VI Roma delle Torri e alla Polizia Locale del VI municipio di Roma delle Torri, tutto ciò che è seguito è il numero dei due protocolli: ad oggi ho capito che posso serenamente incorniciarli.

l’incendio avvenuto il 12 luglio 2024 in via Mezzoiuso

Non è servito a prevenire quanto è avvenuto in data 12 luglio 2024 in quanto un bruttissimo incendio in una proprietà, in buona parte privata, e il retro accessibile dal privato e non recintato, del Demanio, che ha bruciato una quantità spaventosa di materiali, baracchette, bombole del gas, scaldabagni o caldaie, e tanti altri che hanno portato un rischio per le stesse persone che ci vivono a tutt’oggi, a un dispendio notevole a tutt’oggi si sa che è stato a carico della collettività per lo spegnimento e la bonifica del luogo.
Non è ancora dato sapere se questi costi sono stati imputati ai proprietari che mettono a vivere in queste baracche prive di fogne e priva di acqua potabile delle persone di colore.
Senza alcun controllo dell’utilizzo che ne viene fatto.
Non risultano interventi di identificazione nonostante il giorno dell’incendio in un video si nota uno degli ospiti in asciugamano arancione accanto al camion dei vigili del fuoco intenti a cercare di spegnere le notevoli fiamme. Operazione durata tantissime ore. Che ha impiegato almeno una ventina di pattuglie della polizia di Stato per chiudere e monitorare per ore tutte le vie di accesso per interdirle. Non risulta alcuna operazione per fermare questo fenomeno.
Nonostante non solo i molti mesi passati dall’esposto ma almeno un anno o due dalle varie segnalazioni bonarie inviate per whatsapp al presidente anche per altre questioni anomale che riguardavano il contesto collegato relativamente all’acqua del condominio, argomento, questo, di notevole importanza di cui si potrà parlare successivamente.
Tale situazione porta accumuli di spazzatura mostruosi abbandonati a terra e attaccati ai nostri secchioni condominiali. Cosa che fa rizzare i capelli agli operatori della stessa Ama che puntualmente se la prendono con i miei condomini che invece, nella maggior parte, la differenziata la fanno bene
Insomma una situazione pesante che viene vissuta malissimo da tutto il vicinato che sinceramente non ne può proprio più.
Esserci rivolti al municipio non ha portato assolutamente ad alcun concreto interesse da parte loro a risolvere il problema.

IL VIDEO ESCLUSIVO DELL’INCENDIO IN VIA MEZZOIUSO DEL 12 LUGLIO 2024

La commissione che è stata convocata su mia richiesta al consigliere Licopodio era generica e non identificava il luogo come privato con persone messe li dai privati, ma veniva identificato come uno dei tanti accampamenti abusivi nati spontaneamente.
Non veniva citato minimamente che si trattasse di un terreno privato che non ha alcuna limitazione ad estendersi sulla parte pubblica del retro baracche.
La recinzione anche con muro e ringhiera da anni per strada e mai sistemata sta solo sul davanti che recinta la proprietà privata.
Nella convocazione si sono scordati di convocarmi nonostante la richiesta partiva da me. Mi diceva Licopodio quando mi ha invitata tramite Messenger di fb che non avevano i miei dati: poteva chiederli visto che ci eravamo sentiti svariate volte.
In effettivamente siamo molto sfiduciati e vediamo molto lontano un serio intervento delle istituzioni.

Quello che vi preoccupa, oltre alla situazione che state vivendo come cittadini, è la situazione ai limiti della decenza, delle persone che vivono nelle baracche e che sono, a vostro dire, vittime di un “vortice di situazioni” che li porta a vivere nella illegalità.
Ci preoccupa che sembra che alcuni cittadini abbiano carta bianca per far ciò che vogliono ed altri devono rispettare le leggi altrimenti su questi si agisce.
Quindi non riesco a spiegarmi perché non viene applicato lo stesso metodo su tutti.
E ci sono molti altri casi che possono far ciò che vogliono o lo fanno perché puntualmente i controlli li non vanno nemmeno a seguito di precise segnalazioni e questo onestamente è un tema che vorremmo estendere e che ci venga chiarito. Non riguarda solo questo caso.
Beh non saprei se le persone messe lì sono vittime.
Sarei invece interessata a sapere di cosa campano, perché ciò che vediamo accadere quotidianamente apre a molti dubbi ma non siamo noi cittadini a doverli approfondire.
Ci sono situazioni strane che accadono tipo le molte consegne a delle macchine che si fermano lungo la strada, consegne di cosa non è dato sapere.
Si sa solo che da moltissimo tempo, qualche anno, accade ciclicamente ma in orari sempre diversi e giorni diversi.
L’unica persona che risulta fermata a fine luglio di notte era il figlio di una condomina che rientrava dal lavoro. Persona che fa parte del gruppo non piccolo che lamenta e soffre di questa situazione che svaluta notevolmente anche i loro stessi appartamenti oltre la qualità di vita.

una delle “consegne” che avvengono per strada in via Mezzoiuso

Allora l’appuntamento è sabato 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00.
Cosa vi aspettate che succeda?

Il 28 settembre 2024 è previsto un Sit In in cui parteciperanno tutte le persone gravemente colpite da questa incessante situazione vivono ormai nel terrore che possa esplodere qualcosa.
E sinceramente anche io. Parliamo della situazione collegata sotto il palazzo.
Cosa ci aspettiamo? Che chi di competenza non perda più tempo ed intervenga poiché presumo abbiano in tal senso un obbligo giuridico.

È una donna combattiva Monia Lustri ed unisce alla sua la forza che gli viene dalle decine di donne, di mamme che vivono in via Mezzoiuso e chiedono, ormai da troppo tempo, di vivere in un luogo dove regni la legalità ed il rispetto perché ci dice alla fine: … che messaggio stiamo dando alle nuove generazioni?

Seguiremo, come sempre, l’evolversi di questa battaglia di legalità e, come sempre, se volete evidenziare criticità nelle vostre zone basta scrivere alla nostra redazione.
Vorrei aggiungere, ci dice in ultima battuta Monia Lustri, che basta vedere la situazione ai due leoni a San Biagio Platani, situazione molto diversa, per capire che se gli interventi non sono sufficienti le situazioni gravi continuano a sovrastare gli spazi pubblici e privati e si estendono come sta accade di lì.
A fine agosto dovevo incontrarmi con il titolare di una ditta e mi ero scordata che il bar riapriva il 2 settembre ebbi la pessima idea di andarci a piedi. Verso le 14 … arrivato il titolare della ditta mi ha detto che era stato addirittura fermato da dei tizi per sapere dove andasse.
Siamo proprio oltre la soglia.

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Castelli Romani

Velletri si prepara alla 93esima Festa dell’Uva e dei Vini: un weekend di tradizione e cultura

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Il 21 e 22 settembre 2024, il centro storico si trasformerà in un palcoscenico di sapori, musica e folklore

Velletri si appresta a celebrare la sua storica Festa dell’Uva e dei Vini, giunta alla 93esima edizione. L’evento, organizzato dalla Fondazione De Cultura e patrocinato dal Comune di Velletri, dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, si terrà il 21 e 22 settembre 2024.

Il centro storico della città, da Piazza Garibaldi a Piazza Caduti sul Lavoro, sarà il cuore pulsante della manifestazione. Stand enogastronomici, degustazioni, attività culturali e spettacoli animeranno le vie e le piazze, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nelle tradizioni locali.

Tra gli eventi in programma, spiccano i Tour nelle Cantine Vinicole e il Salotto del Vino nelle principali piazze. L’inaugurazione ufficiale, sabato alle 16, vedrà la partecipazione della Banda Città di Velletri Umberto Cavola e il corteo delle associazioni folkloristiche.

Non mancheranno momenti di intrattenimento per tutte le età: dalla Corsa delle Botti alla pigiatura tradizionale, dai concerti agli spettacoli degli Sbandieratori. Per i più piccoli, sono previste attività dedicate nel Camelieto.

La domenica si aprirà con il raduno dei Bersaglieri e proseguirà con una serie di eventi, tra cui la cerimonia di riempimento delle Botti e spettacoli musicali. La serata si concluderà con il gran concerto finale di Greg e the Frigidaires in Piazza Caduti sul Lavoro.

L’edizione 2024 si propone di valorizzare ogni angolo del centro storico, coinvolgendo attività commerciali e monumenti. L’obiettivo è offrire ai cittadini e ai turisti un’esperienza unica, che coniughi tradizione, cultura e divertimento.

La manifestazione è resa possibile grazie al supporto di numerosi sponsor locali e all’impegno degli organizzatori. L’appuntamento è per tutti a Velletri, il 21 e 22 settembre, per due giorni di festa all’insegna della tradizione enogastronomica e culturale del territorio.

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Roma

Aggressione shock a Roma: coppia rincorsa da un uomo con un’ascia sulla via Cassia

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I Carabinieri arrestano un 43enne per tentato omicidio, cittadini sconvolti dall’accaduto

Una tranquilla serata sulla via Cassia si è trasformata in un incubo per una coppia di fidanzati, vittime di una violenta aggressione. Alle ore 19:30 circa, all’altezza del civico 700, i due giovani sono stati attaccati da un uomo in evidente stato di alterazione, presumibilmente dovuta all’assunzione di alcol. Il 43enne, di origine srilankese, li avrebbe prima insultati senza motivo apparente, poi avrebbe afferrato una bottiglia di vetro rotta e, successivamente, un’ascia, minacciandoli con l’urlo agghiacciante: “Ti ammazzo!”

Alcuni testimoni, terrorizzati, hanno immediatamente allertato i Carabinieri, mentre altri si sono precipitati alla Stazione di Roma Tomba di Nerone, a pochi passi dal luogo dell’aggressione. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha evitato il peggio: i militari sono riusciti a disarmare l’uomo e a metterlo in sicurezza. La coppia, fortunatamente, è riuscita a sfuggire all’aggressore senza gravi ferite, ma sotto choc ha raccontato la vicenda.

“È stato terribile, non riuscivamo a credere a quello che stavamo vedendo,” ha dichiarato uno dei residenti che ha assistito alla scena. “Sentire quelle urla e vedere un uomo rincorrere due ragazzi con un’ascia in mano è stato qualcosa che non dimenticherò mai.”

Un altro testimone, ancora visibilmente scosso, ha aggiunto: “Questa è una zona tranquilla, passeggiamo spesso qui, ma ora siamo tutti spaventati. È impensabile che qualcosa del genere possa accadere sotto i nostri occhi.”

Il 43enne è stato arrestato e condotto presso la caserma dei Carabinieri, dove, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, è stato formalmente accusato di tentato omicidio. Attualmente si trova detenuto presso il carcere di Regina Coeli, mentre il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e imposto per lui la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana in caserma.

La comunità locale è sotto shock, chiedendo maggiore sicurezza e più controlli nella zona. “Non ci sentiamo più sicuri,” ha commentato una residente. “Dopo questo episodio, ci chiediamo se sia davvero possibile vivere in pace nelle nostre strade.”

L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica a Roma, con molte persone che sollecitano un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nelle aree residenziali periferiche come quella della Cassia.

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