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VELLETRI, FUNZIONE GIUDIZIARIA E POLITICA: LETTERA APERTA AL PROCURATORE CAPO

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Tempo di lettura 3 minuti Francesco Prete: "Anche quest'anno deve registrarsi una debole risposta nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione."

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LEGGI ANCHE: PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI E "STRANE COINCIDENZE"

 

Redazione

Velletri (RM) – I riflettori che sono stati accesi dal nostro quotidiano L'Osservatore d'Italia sulle lungaggini della Procura di Velletri sono serviti da spunto per proseguire in una analisi dello status quo in cui versa la Procura della Repubblica di Velletri cui fanno riferimento i Comuni dei Castelli Romani e non solo.

Marco Risica, che ha promosso un’azione giudiziaria sulle vicende giudiziarie che hanno investito il Comune di Albano Laziale e che vedono 11 imputati tra cui il sindaco Nicola Marini convocati davanti al Gup il prossimo 10 marzo 2016 con l’accusa di abuso di ufficio in concorso, ha inviato alla nostra redazione una lettera aperta indirizzata al Capo Procuratore di Velletri Francesco Prete.

Ecco la lettera aperta di Marco Risica al Procuratore Capo di Velletri Francesco Prete:
Nel Bilancio Sociale delle attività svolte dalla Procura di Velletri nel corso dell'anno 2014, redatto dal Procuratore Capo Francesco Prete in data 8 Gennaio 2015 si legge tra l'altro: 

…..omissis …….
“Un altro indice di "produttività" richiesto dal C.S.M. è rappresentato dal tempo necessario a definire i procedimenti. Con riferimento alla fase delle indagini preliminari si ricava dalle statistiche che oltre il 50% dei procedimenti a carico di noti è stato definito nei sei mesi dall'iscrizione ( che è il tempo ordinario previsto dalla legge, salve le proroghe), mentre il dato complessivo dei procedimenti si attesta su una media di 365 giorni.”

….omissis …..
reati contro la pubblica amministrazione
Anche quest'anno deve registrarsi una debole risposta nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione. La nuova legge 190/2012 non ha sortito in questo circondario apprezzabili risultati nell'emersione dei fenomeni più perniciosi, restando contenute le denunce di tali reati provenienti da privati o da organi della P.A. . I procedimenti per peculato sono stati 14; a quota 3 sono rimasti quelli per concussione; solo 4 sono quelli per corruzione, nessun procedimento iscritto per l'ipotesi del 319 quater c.p.
Non mancano quelli per reati ex tabella 323 (abuso d’ufficio) e 328 (rifiuto di atti d’ufficio), ma spesso vi si annidano fatti di esclusiva rilevanza amministrativa.
….omissis …..

Questo è uno stralcio della relazione sullo stato della “Procura di Velletri” nell’anno giudiziario 2014, redatta dall’eccellentissimo Procuratore Generale.

Richiamo l’attenzione sul fatto che il responsabile della Procura attesta che il 50% delle indagini si concludono in 6 mesi e la totalità in un anno. Come mai allora le denunce, tutte per reati penali (non per fatti di rilevanza amministrativa) presentate alla Procura della Repubblica di Velletri contro gli amministratori del Comune di Albano Laziale nel periodo 2011-2014 sembrerebbero essersi perse in meandri sconosciuti mentre quelle giunte a conclusione della fase preliminare hanno impiegato 4 anni?

Noi tutti ci rendiamo conto delle condizioni di sottodimensionamento in cui versano gli uffici giudiziari ma questo non può giustificare mai il venir meno di uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione: “l’obbligatorietà dell’azione penale”. Se mai s’incorresse (per assurdo) nella possibilità che un sostituto procuratore potesse decidere di quale caso occuparsi, avremmo realizzato un autentico colpo di stato strisciante in cui l’ente supremo a garanzia della trasparenza e della legalità si trasformerebbe nei fatti nel principale strumento di coercizione antidemocratica sulla società civile.

Dato che per fortuna la realtà è quella dell’ossequio dei principi fondanti della nostra democrazia, vuol dire che le anomalie non sono frutto di condizioni sistemiche sfavorevoli ma di comportamenti individuali sui quali sarebbe opportuno si cominciasse a fare piena luce.

Non ci possono essere funzioni al di sopra delle parti, in particolare quelle di maggiore valore sociale come quelle proprie della Magistratura inquirente. Auguro a me stesso e a tutta la comunità che il Procuratore Capo possa apportare quelle migliorie e quegli aggiustamenti indispensabili al corretto funzionamento dei poteri istituzionali, impedendo con forza quel corto circuito, ahinoi sempre più pericoloso, tra la funzione giudiziaria e quella politica di governo del territorio che debbono rimanere separate ed indipendenti.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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