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Roma

VELLETRI ELEZIONI, SERVADIO: DALLA SICUREZZA AI RIFIUTI PASSANDO PER SANITA' E STRADE COLABRODO

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Tempo di lettura 4 minuti Servadio, nel 2008 vinse col 53 per cento di voti dopo un ballottaggio che registrò un’affluenza in calo pari al 64 per cento rispetto l’84 del primo turno.

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C.R.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Il sindaco uscente Fausto Servadio si ricandida col centrosinistra per il secondo mandato. Servadio, nel 2008 vinse col 53 per cento di voti dopo un ballottaggio che registrò un’affluenza in calo pari al 64 per cento rispetto l’84 del primo turno.

 

La storia del “rapinatore e maniaco di Velletri”, i furti nel centro che hanno visto crescere la paura nei cittadini ad uscire di casa, è la prova che c’è una esigenza di maggior sicurezza. Solo adesso Lei parla di “cittadella della sicurezza”. Che intende fare a proposito e cosa ritiene di aver fatto finora?

Gli odiosi fatti di cronaca accaduti a Velletri sono stati utilizzati, squallidamente, come propaganda politica dai miei avversari che hanno in questo modo gettato discredito su tutta la città. L’epilogo, con l’arresto dei colpevoli, dimostra come la collaborazione tra sindaco a forze dell’ordine sia stata efficace; com’era doveroso ho agito con senso di responsabilità, non ho alimentato paure o comportamenti istintivi e ho rispedito al mittente qualunque tentativo di descrivere Velletri come città insicura. La domanda di sicurezza è tuttavia legittima e la mia amministrazione ha risposto con azioni concrete: un sistema di video sorveglianza che nessuna città limitrofa possiede e l’illuminazione di tutto il centro e di tutte le strade sensibili. Proprio quegli elementi che sono stati oggetto della campagna di stampa alla quale ha aderito, e questo mi rammarica, una testata nazionale solo per esigenze di audience. La “cittadella della sicurezza” è un progetto che prevede la costruzione di uno stabile che ospiterà la Polizia e la Guardia di finanza e dunque non ha nulla a che vedere con la sicurezza attiva poiché si tratta di un progetto finalizzato a dare maggiori servizi agli operatori di polizia che tuttavia già sono sul territorio e svolgono un servizio eccellente. Per il futuro avvierò il potenziamento del sistema “Velletri città sicura” con un numero maggiore di video camere di sorveglianza grazie ai fondi del progetti Plus, inoltre sarà ampliata la sala di controllo che già è uno strumento prezioso che utilizzano polizie e carabinieri per contrastare i reati in città. Inoltre, sempre con il progetto Plus, abbiamo finanziato degli aiuti per le attività commerciali che vorranno potenziare l’illuminazione e la sicurezza dei loro locali. In ultimo mi consenta una riflessione sull’uso delle video camere che sono un strumento e non una panacea a tutti i problemi della sicurezza, sono installate in punti sensibili ma non coprono tutto il territorio e i delitti possono avvenire anche al di fuori del campo di osservazione, esattamente com’è avvenuto quando sono stati commessi gli stupri.

 

Le municipalizzate Velletri e Volsca Ambiente S.p.a. sono tacciate di essere poco trasparenti e soprattutto “ente strumentale politico” nelle assunzioni. Come risponde e soprattutto ritiene che funzionino a dovere?

Chi le taccia in questo modo sta ricordando com’erano gestite in passato, noi le abbiamo prese in consegna fallite e le abbiamo rimesse in piedi. Le assunzioni sono bloccate a causa del dissesto dunque non è un argomento di attualità. In merito alla “poca” trasparenza abbiamo introdotto il controllo analogo e la Volsca ha preso due certificazioni Iso. Oltre alla propaganda invece è opportuno registrare un netto miglioramento delle due aziende che stanno erogando servizi in regime di efficacia ed efficienza grazie a un lavoro attento e meticoloso che è stato messo in atto con la mia amministrazione. La Volsca è tornata una società equilibrata, ben organizzata e che riesce a gestire un territorio complesso pur essendo sottodimensionata, ha qualificato il personale e avviato un processo di cambiamento che sta dando i suoi frutti. La Velletri servizi fornisce supporto a molte attività comunali e svolge il suo mandato di accertamento e riscossione con attenzione e nel rispetto dei cittadini. Già dal 2010, la Velletri servizi, viene utilizzata dal comune al posto di Equitalia per i tributi locali, cosa che migliaia di comuni non hanno ancora fatto e per questo oggi si trovano in difficoltà.

 

L’ospedale Colombo è al collasso, da Dea di I livello è stato declassato. Il San Raffaele ha chiuso. Adesso Lei parla di nuovo polo ospedaliero da costruire di sana pianta: quale sarebbe la sua funzione?

Sarebbe più opportuno fare riferimento ai danni cagionati dalla giunta Polverini che ha distrutto la sanità locale con particolare accanimento su Velletri. Ho già rappresentato al presidente Zingaretti le mie preoccupazioni e anche un piano di azione che intendo concordate e condividere per sanare i danni già fatti. Il riferimento al nuovo polo ospedaliero è errato, il mio progetto prevede la realizzazione di un “polo sanitario” che prevede la costruzione di un edifico a fianco dell’ospedale, su terreno comunale, per ospitare il distretto sanitario con lo scopo di riunire il servizio nello stesso luogo e di ridurre i costi di affitto sostenuti per i locali di via San Biagio.

 

I cittadini di Velletri pagano a peso d’oro l’immondizia. Eppure nelle campagne proliferano le discariche abusive. Che pensa di fare?

La tassa si rifiuti è quella che abbiamo trovato e non possiamo modificarla causa dissesto. Per contro siamo riusciti a introdurre la raccolta porta a porta e a non toccare la tariffa quando è noto che i costi aumentano. Per arginare il fenomeno delle discariche abusive, abbiamo realizzato la prima isola ecologica e progettato la seconda che sarà realizzata su un terreno confiscato alla mafia in via Appia Nord. Sul fronte del controllo del territorio vanno intensificate le azioni di vigilanza e repressione del fenomeno, tuttavia ritengo che sia necessaria una maggiore informazione per chiedere ai cittadini stessi di vigilare sul territorio.

Velletri è l’ultima città dei Castelli che ancora combatte con l’emergenza arsenico. Cosa ha impedito finora di tornare tempestivamente entro i limiti di legge?

In tutto il territorio comunale i limiti dell’arsenico sono entro la soglia di legge che è di 10 micro grammi per litro, escluso il pozzo in località Le Corti che serve circa 3000 utenti e sul quale con Acea abbiamo pianificato un intervento risolutivo.

In periferia i cittadini lamentano la carenza dei servizi essenziali ma soprattutto la scarsa attenzione alla viabilità: strade sterrate, buche e mancanza di sicurezza. Cosa ha impedito in questi 5 anni che venisse garantita una viabilità idonea anche in periferia?

Parlare di periferia a Velletri è improprio, il territorio passa rapidamente dal centro urbano alla campagna per un’estensione di 114 kilometri quadrati, più o meno come Napoli o Milano. Oltre 130 km di strade che vanno dalla cresta del Monte Artemisio fin quasi al mare, dedali che necessitano di manutenzione nonostante le poche risorse disponibili; abbiamo fatto il possibile cercando di rispettare un ordine di priorità determinato dalle condizioni del manto stradale. È stato creato un catasto delle strade, tutte sono state catalogate e suddivise in funzione della loro categoria e funzione; ciò aiuterà l’amministrazione a pianificare gli interventi e anche a sensibilizzare i cittadini che abitano in strade private a contribuire attivamente nella gestione e manutenzione.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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