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di Chiara Rai
Velletri (RM) – Il Tribunale di Velletri è commissariato. E’ del 7 aprile la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso proposto dal magistrato Lucio Di Lallo contro il Consiglio Superiore della Magistratura per l’ammissione all’incarico di Presidente del Tribunale di Velletri e di fatto condanna il Ministero della Giustizia ed il CSM a restituire a Di Lallo le spese dell’ultimo grado di giudizio, liquidate in ottomila euro.
Di Lallo aveva svolto per oltre quindici anni, tra il 1992 ed il 2008, un incarico semidirettivo, quale presidente di sezione del Tribunale di Velletri e per un periodo le funzioni presidenziali di fatto. I magistrati della Camera di Consiglio Paolo Numerico, Sandro Aureli, Raffaele Greco, Fabio Taormina e Andrea Migliozzi in ventitré nutrite pagine di sentenza ripercorrono tutto l’escursus che ha sostanzialmente visto contrapporsi Lucio di Lallo contro Francesco Monastero, quest’ultimo nominato nel 2009 Presidente del Tribunale di Velletri.
La nomina di Francesco Monastero, impugnata da Lucio Di Lallo, ha aperto una serie di ricorsi e impugnazioni tra i due magistrati fino ad arrivare all’ultimo giudizio. Il Consiglio di Stato ribadisce la valenza dei due magistrati candidati alla poltrona di presidente, come si legge, nella sentenza, si tratta di “valentissimi magistrati senza alcuna pecca o macchia di alcun genere nelle rispettive carriere, di condotta cristallina, e cui nulla, giammai, si è potuto rimproverare sotto alcun profilo”. Viene evidenziato anche che, sotto il profilo della molteplicità delle esperienze “strettamente giudiziarie”, l’impugnante Di Lallo ha percorso esperienze più variegate: dal civile al penale, seppur sempre di merito ed all’interno del Tribunale di Velletri. Mentre Monastero ha esplorato prevalentemente il campo del diritto penale.
Nell’immediato è stato nominato un Commissario ad acta, che dovrà esaminare entro 40 giorni le posizioni dei due aspiranti all’incarico di presidente del Tribunale veliterno e terrà conto delle delibere susseguitesi e successivamente annullate o dichiarate nulle, nonché dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato. Per il caso che, nel termine di venti giorni, non dovesse pervenire, alla segreteria della quarta sezione del Consiglio di Stato l’indicazione ed investitura, quale commissario ad acta, del magistrato di Cassazione ordinario o a riposo, la sezione stessa investe, come potenziale commissario ad acta, il consigliere di Stato a riposo Giuseppe Farina.
Gli avvocati del foro auspicano l’autorevole intervento del consiglio dell’ordine affinché questo stato di cose trovi al più presto l’ubi consistam necessario al funzionamento del servizio pubblico fondamentale qual è quello della giustizia. Di fatti il presidente del Tribunale ha compiti organizzativi fondamentali. Intanto, entro il 29 aprile, gli uffici del Giudice di Pace di Albano, Anzio, Frascati, Genzano e Segni saranno riuniti a Velletri e si potranno verificare disservizi.
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