Velletri, Banca Popolare del Lazio: figli e figliastri? Ecco la storia di Francesco (L’inchiesta 7 parte)

Banca Popolare del Lazio la banca del territorio e la storia di Francesco (nome di fantasia per tutelare la privacy del ragazzo).

La video intervista a Francesco trasmessa a Officina Stampa il 7/3/2019

Una storia come tante ne stanno uscendo fuori, chi più piccola chi più grande, chi con più debiti chi meno, chi con affidamenti milionari concessi senza garanzie chi invece ha trovato le porte chiuse anche rispetto una situazione tragica. Una famiglia che in poco tempo si è vista mettere all’asta la propria abitazione.

La vicenda

Il padre di Francesco chiede un mutuo alla Banca Popolare del Lazio, filiale di Lariano, a dicembre del 2011 per rifinire la propria abitazione e successivamente si ammala di tumore. L’uomo a causa della malattia si viene a trovare nella condizione di non poter più lavorare quindi senza poter contare su entrate economiche.

Francesco racconta che l’istituto bancario, appena venuto a conoscenza della grave situazione, rientrava dello scoperto di 3mila euro che il padre aveva da circa 25 anni sul conto e bloccando il bancomat della madre cointestataria del conto corrente.

“Dopo 4/5 mesi dall’operazione – racconta Francesco – io e mia madre ci rechiamo alla filiale di Lariano della Banca Popolare del Lazio dal direttore per bloccare il mutuo come prevedeva la legge. Ma non ci viene bloccato”.
Secondo il racconto di Francesco, dunque, la banca non congela il mutuo, in considerazione della grave situazione in cui si era venuta a trovare questa famiglia, mancavano 22 rate ognuna da 400 euro circa, con la conseguenza che le rate non vengono pagate.

Successivamente, racconta Francesco, la Banca Popolare del Lazio non contatta la famiglia al fine di cercare una possibile soluzione e non accetta nessuna proposta transattiva per un debito di 12mila euro mettendo direttamente all’asta la casa.

Immobile abusivo all’asta

Altra questione, evidenziata da Francesco, è quella che l’immobile al momento dell’erogazione del mutuo e dell’istituzione dell’ipoteca figurava abusivo. Come è possibile che sia stato concesso un mutuo su un immobile abusivo che poi è stato addirittura messo all’asta (improbabile che lo acquisti qualcuno perché ancora oggi abusivo) per soli 12mila euro di rate non pagate? Non che non si possa fare, ma vi sono ragioni di convenienza che una banca dovrebbe considerare. Ad esempio il basso ricavo che se ne otterrebbe dalla vendita, probabilmente non sufficiente a garantire tutto il credito.
Eppure esistono documenti che testimoniano diverse proposte di accordo ignorate dalla Banca: “Loro a 15.000 euro non hanno accettato perché vogliono le spese di 27.000 euro. – Spiega Francesco – Io ho tutte le carte che accertano quello che gli ho scritto”

Essere “vicini al territorio” per molte banche è una specie di mantra, una formula che viene ripetuta all’infinito e diventa quasi un rumore di fondo, al cui significato non si presta più grande attenzione. Del resto, fa brutto dire che si è “lontani dal territorio”, no? Ma che cosa vuol dire, davvero, essere vicini a un territorio? Non basta avere una rete di agenzie? E poi, che cos’è un territorio? Un posto? Un luogo con dei confini definibili? O c’è, in più, un componente sociale che lo identifica?