Connect with us

Castelli Romani

Velletri, Arma dei carabinieri: alla “Salvo D’Acquisto” celebrato il 50imo anniversario della fondazione della caserma e la chiusura del primo corso superiore di qualificazione per allievi marescialli

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

VELLETRI (RM) – Il 26 giugno 2019, presso la caserma “V. Brig. Salvo D’Acquisto M.O.V.M.” di Velletri, sede del 2° Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri, alla presenza del Ministero della Difesa, Dott.ssa Elisabetta Trenta, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, oltre a numerose autorità civili, militari e religiose, si è tenuta la cerimonia di celebrazione del 50° Anniversario della Fondazione della caserma e di chiusura del 1° Corso Superiore di qualificazione per Allievi Marescialli.

Nel piazzale della Bandiera è stata schierata la Fanfara appiedata del 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo ed un Battaglione di formazione su tre Compagnie Allievi. Dopo l’ingresso dei labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e del gonfalone della città di Velletri, sono stati resi gli onori alla Bandiera d’Istituto della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Firenze ed ai Caduti mediante la deposizione di una corona d’alloro da parte del Comandante del 2^ Reggimento, Colonnello Liviano Marino.

È giunto poi il Ministero della Difesa, accompagnata dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, che, dopo la resa gli onori, ha passato in rassegna lo schieramento. È stata data lettura della motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria conferita al Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, eroe dell’Arma, a cui è intitolata la caserma di Velletri, di cui si celebra il 50° Anniversario della fondazione, realizzata nel 1969 per ospitare il I Battaglione Allievi Sottufficiali dei Carabinieri trasferito dalla sede di Moncalieri.

Il Ministro della Difesa ed il Comandante Generale dell’Arma hanno quindi consegnato i gradi da maresciallo agli allievi più anziani che hanno ricoperto l’incarico di Capi Compagnia, nonché consegnato, unitamente al Comandante delle Scuole dell’Arma Generale di Divisione Ciro D’Angelo, un attestato di merito ai tre Allievi primi classificati, in rappresentanza dei 655 Allievi Marescialli, che al termine del corso hanno conseguito l’importante traguardo.

Terminata la cerimonia, a cui hanno partecipato anche i radunisti del 22° Corso Allievi Sottufficiali che per primi inaugurarono i corsi presso la sede di Velletri nel 1969, nei saloni di rappresentanza del 2° Reggimento è stata inaugurata una mostra storico-documentale sui cinquanta anni della caserma di Velletri, che resterà aperta al pubblico fino al 3 luglio p.v. Nell’occasione sono stati esposti anche automezzi storici e autovetture operative in uso all’Arma.

Nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantennale, nel pomeriggio dello scorso 19 giugno, il Comandante di Reggimento unitamente al Sindaco hanno deposto una corona al Monumento ai Caduti di tutte le guerre nella Piazza Garibaldi di Velletri, alla presenza di due Reparti in armi del Reggimento ed una formazione ridotta della Banda dell’Arma, che da Piazza Cairoli hanno sfilato lungo il Corso della Repubblica. Nella stessa serata, nel Piazzale della Bandiera della Scuola Marescialli e Brigadieri, alla presenza delle autorità locali e circa duemila cittadini, si è tenuto un memorabile concerto della Banda dell’Arma.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Monte Compatri, un Consiglio Comunale tra unità e scontri

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Congratulazioni per l’elezione di Agnese Mastrofrancesco, ma il dibattito si infiamma su compostiera di comunità e inquadramento contrattuale degli operatori ecologici

Il Consiglio Comunale di Monte Compatri ha inaugurato la sua ultima seduta con un momento di unità, esprimendo le congratulazioni di tutti i membri all’indirizzo di Agnese Mastrofrancesco, recentemente eletta consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale. Un chiaro segnale di riconoscimento per un’importante figura del panorama politico locale.

la consigliere Agnese Mastrofrancesco, dal 27 settembre neo consigliere di città metropolitana di Roma Capitale

Subito dopo, l’attenzione si è concentrata sull’approvazione del Bilancio Consolidato 2023, un momento cruciale che ha però preceduto un acceso dibattito su due mozioni presentate dalle opposizioni: la messa in esercizio della compostiera di comunità e l’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici secondo il contratto FISE.

Entrambe le proposte sono state respinte dall’attuale maggioranza, scatenando confronti animati tra i consiglieri.

La mozione sulla compostiera di comunità

La compostiera di comunità, un progetto avviato grazie alla partecipazione a un bando pubblico nel 2017, è stata consegnata al comune di Monte Compatri il 22 ottobre 2021. L’assessore Igiene, Sanità ed Ambiente, Nicoletta Felici, ha illustrato il percorso intrapreso dal comune, evidenziando che “tutte le procedure per la messa in esercizio” sono in fase di attuazione.

il vice sindaco Nicoletta Felici, assessore Igiene, Sanità ed Ambiente

Tuttavia, l’assessore ha anche sottolineato la necessità di valutare l’economicità dell’operazione, presentando dati che indicano una potenziale “non economicità” nell’avvio del servizio, sebbene l’aspetto ambientale rimanga fondamentale.
La compostiera, che potrà contenere esclusivamente “materiale organico puro”, avrà, sempre a quanto affermato dall’assessore, una capacità operativa massima di 80 tonnellate.
Il dibattito si è infiammato soprattutto quando le opposizioni hanno contestato i numeri presentati dall’assessore e messo in discussione le affermazioni sullo stato di avanzamento del progetto nonché sul fatto che all’atto della consegna avvenuta 22 ottobre 2021, stante le affermazioni del consigliere Marco de Carolis, la stessa poteva già essere avviata “in illo tempore” .

Ancor più acceso è stato il confronto quando si è ricordato che, sulla rivista comunale del dicembre scorso, come da noi riportato nel precedente articolo su questo argomento (https://www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-consiglio-comunale-immobili-in-zona-167-e-compostiera-di-comunita/), era stata “promessa” dall’assessore Felici la messa a regime della compostiera entro la fine di questo anno.
Il capogruppo della maggioranza, Serena Gara, ha difeso la posizione della sua coalizione, affermando che “l’iter per la messa in funzione si sta svolgendo” e ha “accusato” le opposizioni di voler imporsi su di un processo che, secondo lei, sta già avvenendo nella giusta direzione. “Questa mozione la riteniamo rigettata – ha detto Gara – poiché intendiamo attivare la compostiera e lo faremo con uno studio maggiore rispetto a chi ci ha preceduto”.

La mozione sull’inquadramento FISE Assoambiente

Anche il punto successivo ha visto manifestarsi un acceso dibattito sull’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici della società Tekneko, incaricata della raccolta rifiuti nel comune.

il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri

La questione è stata sollevata dal consigliere comunale Marco de Carolis, che ha presentato una mozione per richiedere l’inquadramento, per tutti i dipendenti Tekneko del cantiere di Monte Compatri, del contratto FISE Assoambiente.
Secondo de Carolis, l’articolo 6 del contratto di appalto stipulato con Tekneko prevede esplicitamente tale inquadramento per tutti i suoi dipendenti. Tuttavia, l’assessore Felici ha risposto sostenendo che nel capitolato d’appalto non esiste alcun obbligo vincolante in questo senso. Felici ha dichiarato che, sebbene il Comune sia tenuto a verificare il rispetto delle tutele previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), la ditta aggiudicatrice ha la libertà di scegliere quale tipologia contrattuale applicare, tra FISE Assoambiente e Multiservizi.
A supporto delle sue affermazioni, l’assessore ha citato un parere della Gazzetta Amministrativa risalente a maggio 2021, che confermerebbe la regolarità del contratto speciale di appalto in relazione alle indicazioni dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione.

Felici ha quindi esemplificato che eventuali difformità tra i CCNL applicati non giustificherebbero una richiesta di adeguamento, dato che la priorità deve essere il rispetto delle tutele lavorative da un punto di vista sia normativo che economico.

Ha ribadito, inoltre, che non vi sarebbero motivi per dubitare della legalità della situazione, poiché i controlli sono stati eseguiti in fase di aggiudicazione della gara.
D’altro canto, il consigliere Fabio d’Acuti, già sindaco di Monte Compatri, ha messo in luce un aspetto critico della vicenda, facendo notare che alcuni dipendenti Tekneko, pur essendo contrattualizzati con il contratto FISE Assoambiente, stanno svolgendo mansioni non previste dal loro CCNL.

D’Acuti ha quindi invocato un maggior controllo da parte dell’amministrazione su questa problematica, che solleva interrogativi sul corretto adempimento delle responsabilità da parte della società appaltatrice.
Nonostante le argomentazioni presentate dall’opposizione, la maggioranza ha nuovamente respinto la mozione, lasciando irrisolti i dubbi sollevati.

Il dibattito intorno a questa vicenda riflette le tensioni politiche in atto e la complessità delle questioni legate ai diritti dei lavoratori nel settore dei servizi pubblici.


Nonostante le tensioni, il Consiglio Comunale continua il suo percorso, affrontando tematiche di fondamentale importanza per il futuro ambientale ed economico di Monte Compatri.

La questione della compostiera di comunità, in particolare, resta un punto centrale di discussione, testimoniando la volontà della maggioranza di portare avanti progetti di sostenibilità, ma al tempo stesso anche la determinazione dell’opposizione nel chiedere maggiore chiarezza e responsabilità così come la situazione degli operatori ecologici di Tekneko continua a essere un tema caldo all’interno del Consiglio Comunale, e molte saranno le aspettative rispetto a come l’amministrazione gestirà le questioni di inquadramento e tutela dei diritti dei lavoratori in futuro.

La strada è segnata, ma le divergenze di opinione promettono di tenere alta l’attenzione sui lavori del Consiglio Comunale di Monte Compatri nei prossimi mesi.

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Porzio Catone: la nuova rotonda sotto accusa

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Ogni mattina, all’alba, si ripete lo stesso copione.
“Esco dal cancello di casa, in via di Monte Compatri, e mi trovo subito immerso in una scena di caos – dice l’avvocato Evandro Senatra, uno dei decano tra gli avvocati di Monte Porzio Catone – Frotte di studenti affollano la fermata dell’autobus, alcuni addirittura sul manto stradale, rischiando di trovarsi in situazioni pericolose. Questo è solo l’inizio di una mattinata che si preannuncia problematica!”

La nuova rotonda, che ha fatto tanto discutere nel comune di Monte Porzio Catone, si è rivelata una benedizione per pochi, ma per la stragrande maggioranza è diventata un vero e proprio incubo.
La fila di automobili che si snoda da Monte Compatri, arrivando fino alla località Ponte Grande, è sintomatica di un ingorgo senza fine.
In molti impiegano, al mattino o nelle ore di punta, quasi mezz’ora solo per raggiungerla su di un tragitto che, un tempo, richiedeva pochi minuti.
«In certe ore di punta è peggio che a Roma!», dice uno dei tanti “arrabbiati” sui social.
Ma il problema non riguarda solo il traffico congestionato. La sicurezza è un tema sempre più impellente.


Quello che appare sempre più evidente, ci dicono molti cittadini, è la necessità di adottare un controllo più rigoroso per le auto che giungono da Frascati. Troppo spesso si assiste a veicoli che ignorano il segnale di dare precedenza, imboccando Via di Monte Compatri a velocità ben superiori al limite di 30 km/h. Questo comportamento mette a repentaglio non solo la vita degli automobilisti, ma soprattutto quella dei pedoni, e in particolare degli studenti, che ogni giorno attraversano la strada per raggiungere la fermata dell’autobus.
E se a tutto ciò aggiungiamo, sempre come dicono alcuni cittadini della zona, il “cattivo” comportamento dei mezzi pubblici, “il gioco è fatto”.
Gli autobus del Cotral, l’azienda dei trasporto regionale vengono indicati, in molti post, come “indisciplinati” e “pericolosi”.
Va da se che bisogna ricercare una soluzione rapida e veloce ma soprattutto va predisposta, a stretto termine, una banchina riparata per i tanti passeggeri che attendo il bus direzione Frascati.

la “assai discussa” fermata dei bus Cotral

Fioccano già le proposte, come quella di creare “una piccola rientranza nella proprietà alle spalle”, oppure spostando la fermata dei bus Cotral in un luogo ove i passeggeri non rischino di essere investiti dalle auto.
Inoltre, sarebbe utile, dicono sempre i cittadini sui social, installare dei semafori funzionanti durante le ore di punta per regolare il traffico, evitando di ricadere nelle insidie delle “rotonde” che, nel nostro caso, sembrano piuttosto causare un ulteriore ingorgo.
“La sicurezza e il benessere della comunità devono essere la priorità” è il filo conduttore delle dichiarazioni di molti cittadini monteporziani.

Si spera che le istituzioni ascoltino le richieste dei cittadini e trovino soluzioni efficaci per rendere vivibile il territorio.

Continua a leggere

Castelli Romani

Nemi sotto la lente: denuncia contro il Comune per violazioni nella gestione del centro canoe e impatti sul lago

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

L’esposto mette in luce la realizzazione di una struttura in cemento armato in un’area protetta, contraria alle leggi sul Parco dei Castelli Romani

Il tranquillo specchio d’acqua del lago di Nemi, circondato dai suggestivi Colli Albani e immerso nella bellezza naturale del Parco dei Castelli Romani, è diventato il centro di una controversia legale che potrebbe avere implicazioni importanti per la salvaguardia ambientale e la gestione pubblica. Due associazioni, il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani e Italia Nostra, hanno depositato un esposto presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Velletri, denunciando presunte irregolarità nell’assegnazione del centro canoe alla società Matrix Srl, e per quanto riguarda l’edificazione della struttura stessa.

Le accuse contenute nell’esposto

Secondo quanto riportato nell’esposto, la realizzazione del centro canoe, affidato alla Matrix Srl a seguito di un bando nel 2023, avrebbe violato i vincoli di tutela previsti per l’area del lago di Nemi, che è classificata come zona A a bassa antropizzazione e rientra nelle aree protette del Parco dei Castelli Romani. Gli attivisti sostengono che la costruzione in cemento armato abbia alterato significativamente la sponda lacustre, con la creazione di terrazzamenti e l’uso di materiali non conformi alle normative vigenti.

La legge istitutiva del Parco dei Castelli Romani, infatti, limita severamente l’edificazione nelle aree naturali protette, prevedendo specifiche restrizioni per evitare un eccessivo impatto ambientale. Le associazioni sostengono che la struttura, oltre a non rispettare tali vincoli, avrebbe provocato danni all’ecosistema, compromettendo la fauna locale, tra cui specie protette come i pipistrelli lacustri.

Critiche alla gestione del centro canoe

Non è solo l’impatto ambientale a destare preoccupazioni. Nell’esposto si fa riferimento a una serie di criticità legate alla gestione stessa del centro canoe. In particolare, viene evidenziato come la struttura si sia trasformata in un’attività prevalentemente commerciale, con la somministrazione di cibi e bevande e l’organizzazione di eventi serali con musica ad alto volume. Queste attività non solo avrebbero un impatto negativo sull’ambiente circostante, ma sarebbero in contrasto con quanto previsto dal bando di assegnazione, che indicava come finalità la promozione di attività sportive e sociali, senza menzionare la ristorazione.

Inoltre, il servizio di noleggio di sdraio e ombrelloni a prezzi considerati elevati (25 euro al giorno) ha sollevato ulteriori dubbi sulla fruibilità pubblica del centro, che secondo i ricorrenti avrebbe dovuto offrire servizi a beneficio della collettività, in particolare per anziani e disabili, come specificato nel bando.

Un bando sotto accusa

Le perplessità espresse dai ricorrenti non riguardano solo la gestione del centro canoe, ma anche le modalità con cui è stato espletato il bando di assegnazione. Secondo quanto riportato, il bando, pubblicato il 29 giugno 2023 e chiuso il 10 luglio, avrebbe lasciato uno spazio temporale troppo ristretto per la preparazione di un progetto gestionale complesso. Inoltre, la Matrix Srl, unica partecipante e vincitrice del bando, non risulterebbe essere affiliata alle federazioni sportive richieste (FICK e FIN), né offrirebbe le attività sportive previste, tra cui il canottaggio.

Un altro punto critico riguarda la congruità economica dell’intera operazione. Secondo i dati dell’Anac, la costruzione del centro canoe sarebbe costata 310.000 euro, mentre il canone annuo versato al Comune di Nemi è di soli 7.200 euro, una cifra che, secondo i denuncianti, sarebbe sproporzionata rispetto all’investimento e al potenziale guadagno della struttura.

Le dichiarazioni del Comitato Protezione Boschi e di Italia Nostra

“Quello che sta accadendo sul lago di Nemi è inaccettabile – ha dichiarato un portavoce del Comitato Protezione Boschi –. Abbiamo assistito alla trasformazione di una zona protetta in un luogo dove l’interesse commerciale prevale sulla tutela ambientale. È nostro dovere far luce su queste irregolarità e chiedere alla Procura di indagare”.

Anche Italia Nostra ha espresso forti preoccupazioni: “Il lago di Nemi è un gioiello naturale e storico che non può essere trattato come una semplice risorsa economica. L’impatto ambientale di queste attività è evidente, e i vincoli di tutela devono essere rispettati senza compromessi”.

L’attesa per la decisione della Procura

Ora sarà compito della Procura della Repubblica di Velletri esaminare l’esposto e verificare se le accuse mosse dalle associazioni trovano fondamento. Se dovessero emergere irregolarità, l’amministrazione comunale e i gestori del centro canoe potrebbero essere chiamati a rispondere per i danni ambientali e le eventuali violazioni delle normative vigenti.

Nel frattempo, l’attenzione sul lago di Nemi rimane alta, con gli attivisti e i cittadini in attesa di risposte chiare e di interventi che garantiscano la tutela di un luogo di inestimabile valore naturalistico e culturale.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti