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VATILEAKS: "TALPE" DAL PAPA, DUE ARRESTI PER FUGA DOCUMENTI SEGRETI

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Tempo di lettura 4 minuti In manette Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqi

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Roma – Girava nell'aria in queste settimane ma non si aveva ancora la certezza matematica. Due arresti in Vaticano per la fuga di documenti riservati della Santa Sede, monsignor Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, già componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede (Cosea).

Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, spagnolo, già segretario della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative (Cosea) e arrestato perché ritenuto il nuovo "corvo" per la fuga di documenti riservati, è stato rinchiuso in cella in Vaticano, nella stessa del Palazzo della Gendarmeria dove tre anni e mezzo fa era stato recluso Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo papale accusato di aver trafugato e diffuso le carte segrete di Benedetto XVI nel precedente scandalo Vatileaks. Non è il primo ne l'ultimo "Vatileaks"…di talpe in passato ce ne sono già state.

Il 25 maggio del 2012 Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI viene arrestato con l'accusa di aver sottratto carte e documenti riservati dall'appartamento di Ratzinger, finiti poi su libri e giornali. Il giorno dell'arresto viene anche sfiduciato il presidente dello Ior, la banca Vaticana, Ettore Gotti Tedeschi. Sono mesi di grande tensione. Inizia il processo, si susseguono le deposizioni e proseguono le fughe di notizie. Si parla non di un solo corvo, ma di 'corvi' che stanno agendo a favore del Papa. E il loro piano sarebbe colpire il segretario di Stato Tarcisio Bertone: in tanti credono che abbia troppo potere e che "Benedetto XVI sia troppo debole per guidare la Chiesa". Il documento su un presunto piano omicida nei confronti di Papa Benedetto I documenti fanno emergere lotte di potere all'interno delle Mura Leonine e alcune irregolarità sia nella gestione finanziaria dello Stato che nell'applicazione delle normative anti-riciclaggio. Tra i documenti che fanno più scalpore, vi è quello in cui si allude a un presunto piano omicida nei confronti di Papa Benedetto da attuarsi entro un anno, che doveva preludere all'ascesa al soglio pontificio del cardinale Angelo Scola. Bertone rifiuta invece qualsiasi attribuzione di responsabilità in merito a Vatileaks, il più grande scandalo mai scoppiato in Vaticano. Gabrielli, intanto, viene condannato a un anno e sei mesi di reclusione. Benedetto XVI gli ha poi concesso la grazia del perdono. Nuova fuga di documenti, due arresti In questi giorni la vicenda si ripropone: di nuovo le finanze vaticane, gli scontri di potere nello Stato pontificio, di nuovo "documenti inediti", rivelati benché riservati. Come nel 2012, le intrusioni informatiche danno seguito alle inchieste della gendarmeria. Il colpo di scena sono però gli arresti di oggi.

All'epoca Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI, fu arrestato, unico accusato, e condannato in quanto autore materiale del furto di carte. Oggi mons. Lucio Angel Vallejo Balda, il presule spagnolo vicino all'Opus dei, e Francesca Chaouqui, poi rimessa in libertà perché "nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini". Riforma della struttura economico-amministrativa della Santa Sede Balda e Chaoqui sono due membri della Cosea, la ormai disciolta commissione referente sull Organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede che nei primi mesi del pontificato Bergoglio imbastì una riforma che, nel frattempo, ha sconvolto i quadri dirigenziali del Vaticano. Differenze: è cambiato il Vaticano Le differenze tra la vicenda del 2012 e quella odierna, in attesa della pubblicazione dei due libri di Nuzzi e Fittipaldi che conterrebbero rivelazioni, hanno diverse analogie, ma anche molte differenze. Ad essere cambiato profondamente, nel frattempo, è il Vaticano

. La fine del pontificato di Ratzinger Benedetto XVI assistette ai prodromi di una crisi. Il Pontefice tedesco ereditò molti problemi spinosi che scoppiarono sotto il suo pontificato: lo scandalo della pedofilia, i torbidi giri finanziari dello Ior, gli immobili di Propaganda Fide scambiati con politici e affaristi. Intellettuale timido, il Pontefice tedesco era poco incline al governo energico. Molti nunzi apostolici, molti vescovi, tentarono di contattarlo per avvertirlo di questa o quella emergenza, senza successo. "Il Papa è manipolabile", disse al processo il suo maggiordomo, che spiegò di aver girato le carte alla stampa per creare uno choc nell'opinione pubblica che smuovesse la opacità vaticana. Joseph Ratzinger, in realtà, era tutt'altro che manipolabile, e rinunciando al Pontificato ha compiuto una rivoluzione. Ha stroncato le manovre sotterranee, ha dato uno schiaffo alla Curia ed ha aperto le porte a un conclave dove i cardinali di tutto il mondo hanno affrontato il tema della riforma della Curia, della necessità di una Chiesa povera e lontana dagli affari e dagli scandali, meno romanocentrica, aperta al mondo. La svolta con l'arrivo di Bergoglio Jorge Mario Bergoglio ha impersonato la svolta. Forte di una valanga di voti in Conclave, conservatori e progressisti, europei, americani, asiatici e africani, tutti convinti che bisognava voltare pagina. Al primo riesplodere degli scandali (l'arresto di un monsignore salernitano che maneggiava milioni sul conto dello Ior), il Papa ha reagito con durezza. Ha decapitato i vertici di Ior (Istituto per le opere di Religione) e Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), ha fatto pubblicare per la prima volta i bilanci dello Ior (dissanguati per il repulisti sui precedenti investimenti avventati), ha obbligato gli uffici a collaborare con la magistratura italiana, ha ristrutturato l'ufficio di revisione contabile, il Consiglio per l'economia, ha creato un nuovo super-dicastero economico, la Segreteria per l'Economia. Via praticamente tutti gli italiani al vertice, Francesco ha messo un cardinale australiano, George Pell, e tedesco, Reinhard Marx, a capo delle due strutture-chiave.

Non sono mancati i malumori. Pell, in particolare, ha concentrato un considerevole carico di potere, tanto da suscitare perplessità oltre il circolo degli italiani. Un Papa raggiungibile Quanto al Papa, è raggiungibile da chi gli voglia parlare, vive a Casa Santa Marta, incontra quotidianamente collaboratori, vescovi, Nunzi apostolici, confidenti, esperti. Non ha paura del contraddittorio, come ha dimostrato il turbolento sinodo sulla famiglia. Né è inconsapevole dei problemi che possono annidarsi anche nella nuova gestione, come ha spiegato chiaro e tondo emanando, solo pochi giorni fa, una circolare per porre un freno alle deroghe troppo generose per le assunzioni. In uscita nuove pubblicazioni Eppure i documenti vengono ancora filtrati alla stampa. Giovedì prossimo esce il libro di Nuzzi: "Da registrazioni e documenti inediti la difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa". Il Vaticano replica secco: "Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l'equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa".

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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