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Valiant Hearts Coming Home, un videogame per capire gli orrori della guerra
Published
9 mesi faon
Valiant Hearts Coming Home è finalmente disponibile su PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch. Il gioco è scaricabile sulle piattaforme citate dopo essere stato lanciato lo scorso anno in esclusiva su App Store e Google Play per gli abbonati Netflix. Oltre al gioco singolo è disponibile anche un bundle che include Valiant Hearts The Great War (il primo titolo della saga) e Valiant Hearts Coming Home. Proprio come il suo predecessore l’ultimo capitolo della serie è ambientato durante la prima guerra mondiale e mette il giocatore al centro di un mosaico fatto di scorci e prospettive: punti di vista di personaggi molto diversi tra loro ma ugualmente costretti ad affrontare gli orrori di un conflitto logorante che nessuno potrà mai dimenticare. Il titolo di Ubisoft e Old Skull Games riprende la storia esattamente da dove si era conclusa l’avventura del 2014, riportando i giocatori sul fronte occidentale della Grande Guerra in concomitanza con l’entrata nel conflitto degli Stati Uniti. A stabilire questo punto di contatto è la sequenza iniziale, in cui si vede Freddie, personaggio presente nel primo capitolo, scrivere una lettera al fratello minore James, al quale confida le proprie preoccupazioni, esortandolo a non arruolarsi, a non “seguirlo in quell’inferno”. Il ragazzo però, spinto da un moto d’ingenuo patriottismo, è però ostinato a intraprendere lo stesso percorso lastricato di cadaveri del fratello maggiore, e decide così di entrare come volontario nel 15° Reggimento della Guardia Nazionale di New York. Valiant Hearts Coming Home pone una certa enfasi sulle vicende del quindicesimo reggimento, passato alla storia per essere stato il primo battaglione di afroamericani ad aver avuto un ruolo attivo nella Prima Guerra Mondiale. Circa 360.000 combattenti si schierarono sul fronte francese per dimostrare il proprio coraggio e la propria lealtà all’America, nella speranza che un simile atto di patriottismo potesse liberarli, prima di tutto, dalla morsa della segregazione razziale. Proprio come il suo predecessore quest’ultimo titolo narra la storia di più personaggi, sono presenti infatti Anna, l’irriducibile infermiera già presente in The Great War, George, un pilota di caccia e fotografo inglese, ed Ernst, sommergibilista tedesco alle prese con un profondo conflitto interiore. Le imprese di tutti confluiscono in un amalgama vivida e struggente, forse di minore impatto rispetto a quanto visto nel 2014, ma comunque capace di lasciare con il fiato sospeso per la ferocia con cui fa trasparire la terribile realtà della guerra. Lo svolgersi degli eventi si sviluppa attraverso diversi canali: la voce narrante introduce ogni spezzone di gameplay illustrando gli antefatti che portano alle varie situazioni di gioco, ma durante queste il racconto si svolge soprattutto in forma visiva, come una sorta di libro illustrato incentrato sulla Grande Guerra. A supporto di tutto questo sono presenti gli ormai consueti documenti con foto reali e testi che raccontano, con precisione storiografica, i vari aspetti dell’epoca attraverso la descrizione di oggetti, personaggi, luoghi ed eventi caratteristici. La grafica stilizzata e disegnata a mano in 2D risulta particolarmente espressiva e in grado di raccontare gli orrori della guerra mediando sempre tra momenti oscuri e altri più sereni o malinconici, mentre l’accompagnamento audio con musica al pianoforte e innesti jazz contribuisce perfettamente a completare l’atmosfera.
Essendo questo Valiant Hearts un titolo dall’impatto artistico a dir poco stupendo, che colpisce al cuore e fa leva sulle coscienze dei giocatori, è sul fronte ludico che a nostro avviso sono presenti alcune scelte di design non del tutto convincenti. Partiamo col dire che la formula è rimasta grossomodo invariata rispetto al passato: Valiant Hearts Coming Home è infatti un’avventura grafica basata su enigmi da risolvere, con altre contaminazioni di genere più specifiche a seconda del personaggio che si sta utilizzando. Ad esempio quando si controlla Anna, l’obiettivo è quello di curare i feriti, cosa che avviene attraverso un mini-gioco “punta & clicca” da eseguire entro un certo limite di tempo. George, dal canto suo, sfreccia per i cieli stando attento a evitare il fuoco nemico, ma quando è a terra – complice la mancanza di un addestramento da soldato – deve muoversi silenziosamente e aggirare gli avversari. Sul fronte del gioco non c’è dunque quasi nulla di nuovo e, anzi, sembra che il team abbia proceduto a una certa semplificazione ulteriore dei puzzle, forse alla ricerca di una maggiore compattezza narrativa e in linea con una durata che sembra forse un po’ ridotta rispetto all’originale. Torna anche il cane Walt, anche lui strumento indispensabile per la soluzione di alcuni enigmi, a rimarcare come tutte le idee relative al gameplay siano sostanzialmente ripetute dal primo a questo nuovo capitolo. Tirando le somme, quello che possiamo dire è che Valiant Hearts: Coming Home è un gioco che trascina il giocatore nella sua narrazione, riesce a raccontare la guerra senza diventare melodrammatico e mettendo in scena dei personaggi che cercano di mantenere sempre la loro umanità. Il gioco ha un valore formativo grazie alla narrazione che viene completata con gli innesti documentaristici. Valiant Hearts: Coming Home ritrae con successo gli orrori della guerra, evoca un palpabile senso di terrore, anche durante i momenti più leggeri. E’ davvero piacevole ascoltare e “vivere” la guerra attraverso un racconto visivo di grande spessore proprio come se fosse un libro interattivo. A nostro avviso l’arrivo su Pc e console di questo titolo è un’ottima occasione per scoprire il predecessore e vivere una magnifica serie di avventure. Se invece si è già riusciti a finire il capitolo originale, quest’ultimo sarà un’occasione speciale per vivere delle storie toccanti, coinvolgenti ed estremamente interessanti. Valiant Hearts è a nostro avviso una saga che tutti dovrebbero giocare per capire gli orrori del passato e far si che non si ripetano mai più in futuro.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8
Francesco Pellegrino Lise
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