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VACCINO INFLUENZALE INEFFICACE: SERRAVALLE INVITA I MEDIA ITALIANI A PUBBLICARE LO STUDIO DEL CDC DI ATLANTA

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Tempo di lettura 4 minutiCiò che va indagato è il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili avventi avversi

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Severo il dr Eugenio Serravalle, dopo lo scandalo che ha colpito la sanità con il vaccino FLUAD:”questa notizia è stata pubblicata sui giornali statunitensi. Ci aspettiamo che facciano altrettanto quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone”

di Cinzia Marchegiani

Molte procure stanno indagando sulle morti avvenute in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino Fluad, e nonostante le prime analisi, che ricordiamo sono solo parziali e sulla presenza delle tossine nei lotti incriminati abbiano dato esisto negativo… e per fortuna verrebbe da dire, ancora occorre attendere molti giorni per quelle più importanti. Come ci aveva spiegato il dr Euegnio Serravalle, presidente dell’Assis, ciò che va indagato è il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili avventi avversi, ossia reazioni impreviste da parte dell'organismo umano:”Questo è l'ambito in cui andrebbe verificata l'esistenza di rapporti di causa-effetto tra i decessi ed i vaccini, e solo uno sforzo in questo senso della autorità sanitarie sarebbe davvero rassicurante ed indice di reale volontà di tutelare la salute degli individui." Ora per l’Italia arriva un’altra tegola e proprio dai laboratori governativi statunitensi, il CDC di Atlanta, Centers for Diseases Control and Prevention che spiegano che quest’anno il vaccino antinfluenzale è pressoché inefficace perché le previsioni riguardo i possibili virus influenzali circolanti non sono state del tutto corrette. Ma come mai in Italia le autorità sanitarie nazionali non forniscono questa informazione a cittadini e pazienti?

Tuona il dr Serravalle e spiega:”Utilizzare un farmaco che non fornisce prove di efficacia è inutile, se non dannoso. A quest’assunto devono rispondere tutte le vaccinazioni, e i vaccini antinfluenzali hanno una difficoltà in più perché devono cambiare ogni anno. I virus influenzali sono 3 (tipo A, B, C) e sono capaci di modificare le loro proteine di superficie; queste mutazioni, oltre a conferire ai virus maggiore o minore aggressività, rendono inutilizzabile l’immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione.”
Nel dettaglio Serravalle illustra la modalità con cui avvengono questi cambiamenti, e sono due meccanismi:

1.Deriva antigenica (antigenic drift), quando i virus influenzali vanno incontro frequentemente a piccole variazioni della sequenza degli amminoacidi di uno o entrambi gli antigeni di superficie (emoagglutinina e neuraminidasi). La mutazione antigenica crea un nuovo ceppo virale che può diventare più aggressivo e diffondersi rapidamente tra la popolazione. Questo fenomeno riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A avviene in modo più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Le varianti diventano irriconoscibili agli anticorpi presenti nelle persone che si sono già ammalate di influenza, così da renderle suscettibili all’infezione del nuovo ceppo.
2. Spostamento antigenico (antigenic shift), è un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A, che acquisiscono antigeni del tutto nuovi, ad esempio perriassortimento tra i ceppi aviari e i ceppi umani. Di conseguenza avremo la comparsa di un nuovo ceppo virale, con proteine di superficie diverse da quelle precedenti, con la conseguenza che tutte le persone possono essere vulnerabili. Gli shift antigenici sono dovuti o a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo.
E andare a scegliere gli antigeni (ossia i sierotipi che devono stimolare una risposta immunitaria nel nostro organismo) presenti nel vaccino è una procedura delicata perché le risposte delle nostre difese immunitarie sono molto specifiche. Tutto è basato sulla previsione di quali saranno i virus in circolazione durante la stagione invernale. Se la previsione è corretta, il vaccino può proteggere dal virus in circolazione per l’anno in corso, ma se la previsione non è corretta l’efficacia diminuisce o si annulla addirittura perché occorre che ci sia una corrispondenza precisa tra i ceppi virali circolanti e quelli contenuti nel vaccino. Il vaccino in uso quest’anno contiene tre virus:
• A/California/7/2009 (H1N1)
• A/Texas/50/2012 (H3N2)
• B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata)

Cos’è che è andato storto con questi vaccini antinfluenzali, dr Serravalle?
Non basta la corrispondenza con il virus A o B, occorre che tutti “i numeri della targa” siano identici. Basta che differiscano di un solo valore e il vaccino non sarà efficace. Le previsioni di quest’anno non sembrano essere state del tutto corrette, in base alle analisi comunicate dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sono state identificate le caratteristiche antigeniche di 132 virus influenzali isolati in malati [1 A (H1N1) pdm09, 114 A (H3N2), e 17 B] confermati in laboratorio dal 1 ottobre 2014 ad oggi 8 dicembre. Esiste corrispondenza tra i sierotipi contenuti nel vaccino e i test di laboratorio per i tipi A/California/7/2009 (H1N1) e B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata), mentre questa non è sufficiente per il terzo tipo contenuto nel vaccino: A/Texas/50/2012 (H3N2), nonostante sia stimato che proprio questo dovrebbe essere il ceppo dominante nell’epidemia influenzale dell’anno in corso. Se 58 (il 42%) dei 114 virus identificati nei malati corrispondono al sierotipo vaccinale, ben 66 (58%) o hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’ A/Texas/50/2012, o appartenevano ad un gruppo genetico che tipicamente mostra un ridotto titolo per l’A/Texas/50/2012. Tra i virus che hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’A/Texas/50/2012, molti erano simili, dal punto di vista degli antigeni, a A/Switzerland/9715293/2013. L’A/Switzerland/9715293/2013 è correlato all’A/Texas/50/2012, ma è differente da questo sia geneticamente che per alcuni antigeni.Insomma, la targa è differente, anche se simile, ed il vaccino non può funzionare.

La comunicazione del CdC ripropone la complessità di una strategia vaccinale nei confronti di virus perennemente mutanti come quelli influenzali e di epidemie dall’intensità variabile e imprevedibile.In virtù di ciò, il dr Serravalle ricorda, anzi sottolinea fortemente che sottovalutare questi aspetti, insieme all’inadeguatezza degli studi finora condotti e alla grande incertezza della definizione del caso (si tratta d’influenza o di sindrome influenzale?) porta a sopravvalutare l’utilità della vaccinazione. E proprio in questa direzione va dritto al cuore di questa campagna vaccinale 2014/2015:”Non ci sembra di chiedere troppo se desideriamo conoscere la reale situazione epidemiologica italiana, quanti i casi di vera influenza, quali i sierotipi identificati e correlabili con quelli vaccinali, quali le percentuali di malati tra vaccinati e non vaccinati.” E per questo motivo auspica che questa importante comunicazione pubblicata sui giornali statunitensi, sia altrettanto evidenziata da quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone.

Arriveranno questi dati dalle autorità sanitarie? 

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