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MILANO – Quaranta giorni è il tempo che i bambini non vaccinati degli asili nido e delle scuole materne della Lombardia avranno a disposizione per recuperare eventuali inadempienze. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha chiarito, durante una conferenza a Palazzo Lombardia, la procedura che le famiglie dovranno seguire per quanto riguarda le vaccinazioni, diventate obbligatorie dopo l’approvazione del Decreto Lorenzin dello scorso 29 luglio.
Entro il 10 settembre i genitori dovranno consegnare i documenti di autocertificazione relativi alle vaccinazioni (scaricabili dal sito dell’Ats) alle segreterie della scuola. Nei dieci giorni successivi saranno proprio le scuole a controllare i documenti e le autocertificazioni: da quel momento chi risulterà inadempiente sarà convocato, nei 15 giorni successivi, tramite una raccomandata, ad un incontro formativo con gli esperti della Ats che proveranno a risolvere dubbi e sciogliere eventuali resistenze. A quel punto la famiglia potrà decidere di risolvere l’inadempienza (in questo caso la vaccinazione sarà programmata entro 15 giorni) o rifiutare, andando incontro alla sanzione, ovvero all’esclusione dal bambino della scuola. Responsabilità e competenza, in questi caso – ha chiarito Gallera – “non spetta alla Regione Lombardia, che ha il compito di fare le sanzioni, ma spetta a chi gestisce la struttura. Non sarà la Regione a togliere bambini dalla scuola”. L’assessore ha lanciato un messaggio ai lombardi, invitando le famiglie a “consegnare l’autocertoficazione che è il modo più veloce e comodo. Un metodo semplice e immediato. Ci vuole un minuto di orologio per compilarla, non si dica che c’è un disagio”. Ad oggi, negli asili nodo in Lombardia, i bambini non ancora vaccinati per esavalente sono 8950 e 10240 quelli ancora inadempienti per morbillo, rosolia e parotite, su un totale di 165mila. Per chi ancora non è vaccinato, ma ha intenzione di farlo, tre sono i modi per richiederlo: con una email tramite posta certificata (PEC), attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno o presentando direttamente richiesta alle Asl. L’obiettivo, ha chiarito Gallera, “è quello di applicare una norma e un principio, non di impedire a qualcuno di andare a scuola” piuttosto di “portare consapevolezza e fare vaccinare i bambini”.
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