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VACANZE ALL'ESTERO: ATTENZIONE ALLE MALATTIE INFETTIVE
Published
10 anni faon
La malaria nell’Africa sub-Sahariana trasmessa dalle zanzare, l’Ebola in Sierra Leone, il coronavirus in Medio Oriente e gli animali selvatici del sub-continente indiano: queste le infezioni più preoccupan
Con l’avvicinarsi del periodo di vacanze estive è opportuno ricordare a tutti coloro che intendono recarsi all’estero la necessità di programmare per tempo le necessarie misure profilattiche per prevenire i rischi sanitari, spesso di natura infettiva ma non solo, che possono verificarsi soprattutto nei Paesi del sud del mondo. Gli specialisti della Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, consigliano di prestare maggiore attenzione a zanzare, acque, animali selvatici e rapporti sessuali, i principali canali di trasmissione per malattie infettive durante le prossime settimane.
Tra questi, in gran parte dell’Africa sub-Sahariana, la malaria trasmessa di sera e di notte dalle zanzare Anopheles rimane il pericolo principale da prevenire adeguatamente, anche mediante la assunzione di opportuni farmaci profilattici, per le conseguenze potenzialmente mortali che comporta. Sempre le zanzare, questa volta del tipo Aedes a puntura diurna, sono invece responsabili della trasmissione del virus Chikungunya e del virus dengue. La prevenzione di queste infezioni, in assenza di farmaci o vaccini efficaci, rimane affidata alla prevenzione della puntura della zanzara.
“Oltre alle zanzare – spiega il Prof. Massimo Andreoni, Presidente Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – sono da ricordare i rischi, anche gravi, connessi alla ingestione di acqua o alimenti contaminati che possono causare anche patologie gravi quali la amebiasi e la epatite virale A e che richiedono il rigoroso rispetto di norme alimentari che evitino il rischio di contaminazione. Analogamente importante è usare tutte le precauzioni possibili soprattutto per i rapporti sessuali occasionali, nei paesi più frequentati, e potenziali fonti di infezioni anche gravissime quali la infezione da HIV e la epatite virale B, oltre alle classiche malattie veneree”.
“Tra le epidemie attualmente in atto – aggiunge il Prof. Francesco Castelli, Presidente Simet, Società Italiana di Medicina Tropicale – è da ricordare quella di virus Ebola, che ancora colpisce la Sierra Leone, Liberia e la Guinea Conakry, aree tuttavia normalmente non interessate dai flussi turistici, e quella di virus Chikungunya che da ottobre 2013 colpisce alcune isole caraibiche. Un richiamo particolare anche alle precauzioni da contatto respiratorio per chi si reca in Medio Oriente, dove serpeggi la infezione dovuta al nuovo coronavirus MERS-CoV”.
Una particolare attenzione al contatto con gli animali selvatici soprattutto nel sub-continente indiano dove è stato segnalato un incremento dei casi di rabbia anche mortali conseguente a morsi di cani. Oltre alle patologie infettive, occorre qui ricordare come il maggior numero di morti tra i turisti sia causato da imprudenze accidentali sulla strada o in ambito sportivo, richiedendo una particolare cautela nell’uso dei bevande alcoliche.
“Se il viaggio è occasione di spensieratezza e di piacere – conclude il Prof. Andreoni dal suo osservatorio privilegiato al Policlinico universitario di Tor Vergata a Roma – è quanto mai opportuno pianificarlo con accuratezza anche sotto il profilo sanitario rivolgendosi per tempo a chi potrà fornire i più opportuni consigli vaccinali, chemio profilattici e comportamentali oltre che provvedere a stipulare una adeguata copertura assicurativa per le eventuali necessità sanitarie che dovessero rendersi necessarie nel Paese di destinazione. La nostra struttura è a disposizione anche attraverso i social media e i siti web”.
La malaria nell’Africa sub-Sahariana trasmessa dalle zanzare, l’Ebola in Sierra Leone, il coronavirus in Medio Oriente e gli animali selvatici del sub-continente indiano: queste le infezioni più preoccupanti
“Il caldo favorisce la presenza di zanzare e zecche, potenziali vettori di infezioni. L’innalzamento delle temperature, inoltre, favorisce l’inquinamento delle risorse idriche a causa della proliferazione di organismi infestanti. Con l’avvicinarsi del periodo di vacanze estive aumentano non soltanto le probabilità di incorrere in rischi sanitari durante vacanze fuori dall’Italia, ma anche quelle causate dal turismo in entrata. Gli specialisti della Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, consigliano di prestare maggiore attenzione a zanzare, acque, animali selvatici e rapporti sessuali, i principali canali di trasmissione per malattie infettive durante le prossime settimane.
Nell’anno corrente sembrano accertati in Italia casi di influenza aviaria proveniente dalla Cina. Gli spostamenti aerei della durata di poche ore possono rappresentare un rischio di importazione di malattie respiratorie responsabili di crisi acute e caratterizzate da diffusione a breve termine, quali SARS e nuova SARS (MERS). Inoltre, bisogna aggiungere il rischio di incremento dei casi di infezione da HIV, a causa di rapporti promiscui e non protetti con persone provenienti da aree endemiche, in particolare nella stagione estiva che facilita incontri, e spostamenti, nonché di altre malattie infettive sessualmente trasmissibili quali la sifilide e la gonorrea. “Sono da sottolineare – spiega il Prof. Massimo Andreoni, Presidente Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – i rischi, anche gravi, connessi alla ingestione di acqua o alimenti contaminati che possono causare anche patologie gravi quali la amebiasi e la epatite virale A e che richiedono il rigoroso rispetto di norme alimentari che evitino il rischio di contaminazione””.
EBOLA:
L’Italia, a differenza di altri paesi europei, non ha collegamenti aerei diretti con i paesi africani colpiti dall’epidemia. Nonostante il rischio di importazione della malattia sia remoto, il Ministero della Salute ha rafforzato le misure di sorveglianza presso porti ed aeroporti. Inoltre gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) sono tenuti al controllo delle navi che nei 21 giorni precedenti all’arrivo in Italia hanno toccato i paesi africani nei quali il virus Ebola si sta diffondendo.
Eventuali casi sospetti a bordo degli aeromobili, su indicazione del Ministero della Salute, devono essere segnalati, affinché l’aereo venga dirottato su aeroporti italiani provvisti di laboratori e di attrezzature deputate al controllo. “Il rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso – spiega il Prof. Antonio Chirianni – se si seguono alcune precauzioni elementari, quali: evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei e con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti oltre alle altre semplici e generiche precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana quali ad esempio, evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani”.
L’epidemia si trasmette attraverso contatto diretto con fluidi corporei e la diffusione è, in genere, facilitata da usi e abitudini culturali locali, legate ad esempio alla sepoltura dei cadaveri, o a paure diffuse all’interno di alcune comunità, che spesso non informano le autorità sanitarie dei nuovi casi per timore degli ospedali, percepiti a volte come luoghi di morte anziché di guarigione. L’esistenza di guerre tribali tra i diversi Paesi rende, inoltre, difficile per motivi logistici controllare la diffusione dell’epidemia tra due o tre frontiere differenti.
“I migranti clandestini che giungono sulle coste siciliane – aggiunge Chirianni – non rappresentano un rischio di importazione della malattia da virus Ebola: il viaggio che tali individui affrontano per raggiungere il nostro paese è lungo mesi, via terra e via mare e la malattia, che presenta un periodo di incubazione di circa 10 giorni e che da subito è altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in Italia. E’ improbabile che un soggetto malato e che presenta febbre elevata, diarrea, vomito e manifestazioni emorragiche, possa andare in giro a diffondere l’infezione.
RISCHIO SARS DALLA CINA:
Il turismo 2014 in Italia è caratterizzato, al momento, prevalentemente dal boom turistico proveniente dalla Cina. Se da un punto di vista economico ci conforta, da un punto di vista sanitario non deve lasciarci indifferenti. “La Cina ha negli ultimi anni promosso una campagna vaccinale per il contenimento di malattie gravi – spiega Chirianni – quali l’encefalite giapponese, la malaria resta confinata in alcune aree rurali del sud: tali patologie non sembrano essere ad elevato rischio di importazione da parte dei paesi europei che accolgono individui provenienti dalla Cina. Di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della SARS e della nuova SARS (MERS), che hanno colpito e colpiscono Asia e Medio Oriente, con l’arrivo di individui che si spostano per turismo o per lavoro”. L’ OMS già da tempo ha comunque rafforzato il filtro aeroportuale che prevede controlli clinici dei passeggeri in arrivo da aree infette e sorveglianza sanitaria dei soggetti che hanno viaggiato o avuto contatti con individui malati o sospetti.
CON L’ESTATE AUMENTA LA PROBABILITA’ DI DIFFUSIONE: I microrganismi patogeni, anche grazie alla loro velocità di riproduzione, presentano un elevato potenziale evolutivo. Molti fattori possono favorire l’insorgenza di malattie infettive e la loro diffusione: uno di questi fattori è rappresentato dalle modificazioni ecologiche ed in particolare dai cambiamenti climatici. “Il caldo allertano gli specialisti SIMIT – favorisce la presenza di zanzare e zecche, potenziali vettori di infezioni. L’innalzamento delle temperature, inoltre, favorisce l’inquinamento delle risorse idriche a causa della proliferazione di organismi infestanti. In molti paesi, dove ancora le difficoltà relative allo smaltimento dei rifiuti rappresentano una triste realtà, c’è un rischio di diffusione di infezioni derivanti dalla proliferazione di germi conseguente la fermentazione dei rifiuti esposti. Il caldo modifica anche la suscettibilità individuale alle infezioni, provocando disidratazione ed alterazioni della flora batterica intestinale. non bisogna dimenticare, però, che molte patologie infettive, possono essere favorite dai climi freddi, quali la tubercolosi e le meningiti”.
TUBERCOLOSI:
Nei primi 6 mesi del 2014 sono stati registrati 60mila arrivi di clandestini in Italia. Se è vero che i movimenti di popolazione, per motivi di turismo, per lavoro o per necessità di sopravvivenza come nel caso dei migranti da paesi poveri, è pur vero che gli individui che lasciano la loro terra d’origine ed affrontano viaggi lunghi settimane o mesi sono per lo più giovani sani. “Oggi non è possibile arrestare – afferma il Prof. Chirianni – la circolazione di uomini e di conseguenza di germi, ma non bisogna creare inutili allarmismi. Le malattie che prevalentemente vengono importate dai paesi riceventi i clandestini, che provengono principalmente dall’Asia e dall’Africa sono rappresentate da Malaria, Tubercolosi, HIV e patologie respiratorie infettive quali la SARS. Se è vero che la SARS è una patologia responsabile di crisi acute, è pur vero che l’immigrato che affronta un lungo viaggio non ne manifesta i sintomi al suo arrivo, essendo una affezione altamente debilitante. Altre malattie, quali la TBC, la Malaria e l’HIV, endemiche in molti paesi asiatici ed africani, hanno una diffusione più lenta. Il solo modo di contenere le patologie infettive da importazione non è “preoccuparsi” e scatenare “panico” attraverso la diffusione di false informazioni, ma offrire assistenza medica, favorire l’accesso di chi arriva presso le strutture di diagnosi e cura, al fine di consentire una diagnosi precoce ed un eventuale trattamento, garantire le coperture vaccinali nella popolazione ospite. L’OMS già da tempo collabora con le istituzioni italiane per gestire lo stato sanitario dei migranti e tutelare le comunità che li accolgono”.