Rischia di rivelarsi un boomerang per il Trump show il debutto sul palco della convention di Cleveland di Melania Trump. La bellissima ex modella slovena infatti avrebbe copiato stralci del suo discorso da quello che Michelle Obama pronunciò nel 2008 quando l'attuale first lady si trovava nella sua stessa posizione di moglie del candidato proiettato nella corsa per la Casa Bianca. L'accusa arriva dai giornalisti americani che, dopo l'intuizione di un cronista navigato che nel discorso di ieri sera hanno sentito l'eco di quello pronunciato otto anni fa di Michelle, hanno recuperato il testo del 2008 e hanno fatto i confronti.
«Io e Barack siamo cresciuti con così tanti valori in comune: devi lavorare sodo per quello che vuoi nella vita, che la tua parola è un vincolo e fai quello che dici che avresti fatto, che si devono trattare le persone con dignità e rispetto, anche se non li conosci anche se non sei d'accordo con loro». Impressionanti le assonanze, se non il plagio vero e proprio, nel discorso di Melania: «fin da quando ero bambina i miei genitori mi hanno insegnato che devi lavorare sodo per quello che vuoi nella vita – ha detto la signora Trump che è nata nel 1970 a Knavs, allora parte della Jugoslavia comunista di Tito – che la tua parola è un vincolo e fai quello che dici e mantieni le promesse, che tratti le persone con rispetto». A parte l'ultima frase, in cui il riferimento al rispetto di chi è diverso sarebbe suonato troppo tollerante ed aperto rispetto al messaggio al limite della xenofobia e del razzismo di Trump, vi sono frasi completamente copiate dal discorso di Michelle, nata e cresciuta nel South Side di Chicago.
Le similarità non si fermano qui. Otto anni fa Michelle, madre delle allora ancora bimbe Malia e Sasha, sottolineava come l'impegno suo e del marito Barack fosse di trasmettere questi valori «alla prossima generazione: perché vogliamo che i nostri bambini, e tutti i bambini del Paese, sappiano che l'unico limite per i nostri successi è la forza dei nostri sogni e la volontà di lavorare per realizzarli». Il messaggio, che acquistava un valore storico lanciato dalla futura prima first lady afroamericana nata negli anni sessanta quando in stati del Sud dell'America vigeva ancora il segregazionismo, è stato «attualizzato» nel discorso pronunciato dalla possibile prima first lady nata all'estero dal 1825 in un inglese che non ha perso l'accento slavo. Una first lady che, ironia della sorte, arriverebbe alla Casa Bianca al fianco di un presidente che promette di costruire muri per fermare i migranti dal Messico e vuole chiudere le frontiere ai migranti musulmani. «Noi vogliamo che i nostri bambini in questa nazione sappiamo che l'unico limite per i nostri successi è la forza dei nostri sogni e la volontà di lavorare per realizzarli», ha detto la madre di Baron, il quinto figlio di Trump. Il ragazzo di 10 anni sarà l'unico dei figli del magnate che non salirà sul palco di Cleveland, dove tra oggi e domani sfileranno Donald jr, Tiffany e Eric. Poi giovedì, la notte del gran finale del Trump show con il discorso dell'investitura, sarà la volta di Ivanka, la figlia prediletta che, secondo alcuni, Trump avrebbe voluto al suo fianco come 'running matè.