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UNIONI CIVILI IN SENATO: SCONTRO SUL NUOVO TESTO. RESTANO LE ADOZIONI

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Tempo di lettura 3 minutiUn testo che, per la senatrice dem Monica Cirinnà, prima firmataria del ddl, non fa "nessun passo indietro sul riconoscimento dei diritti sociali"

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Redazione

Scoppia la polemica per il nuovo testo sulle Unioni civili, targato Pd, depositato ieri in Senato. Con la norma sulla 'stepchild adoption' (la possibilità di adottare il figlio del partner), in particolare, che finisce nel mirino della componente centrista, Ncd e Ap, della maggioranza di governo. Critiche da Ncd – "La nuova versione del ddl Cirinnà sulle unioni civili è una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso". attacca il presidente dei deputati di Area popolare Maurizio Lupi. "Il Partito democratico, avallandola, sta sprecando un’occasione: non quella di ottenere una legge purchessia con maggioranze spurie, ma di fare insieme una buona legge. Introdurre tensioni nella maggioranza continuando ad alzare asticelle divisive non è un buon servizio né al governo né al Paese”, conclude Lupi. "Una attenta lettura del nuovo ddl Cirinnà conferma come il riferimento formale all'articolo 2 della Costituzione, invece che all'art. 29, viene poi contraddetto da un regime sostanzialmente omologo a quello matrimoniale: stesso rito con testimoni, stessi impedimenti e nullità, stessa adozione anche di un solo cognome comune, stesso riferimento integrale agli tabella 143 e 144 del codice civile, due su tre di quelli letti nella celebrazione delle nozze, stessa quota legittima nelle successioni, stesse provvidenze per coniuge a carico o sopravvissuto", aggiunge il senatore di Ncd, Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama.

Un testo che, per la senatrice dem Monica Cirinnà, prima firmataria del ddl, non fa "nessun passo indietro sul riconoscimento dei diritti sociali. Stepchild adoption, l'estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner, e reversibilità della pensione restano previsti, così com'erano", afferma Cirinnà, che ricorda come con la calendarizzazione in aula del nuovo ddl sulle unioni civili scadrà il suo mandato di relatrice in commissione. "Ho presentato ieri – ribadisce Cirinnà – un nuovo disegno di legge che ripropone il testo base adottato dalla commissione Giustizia nello scorso marzo e recepisce alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi. Nell'ordinamento giuridico italiano ci sarà il riconoscimento pieno delle coppie composte da persone dello stesso sesso, e questo avverrà attraverso un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico, denominato unione civile".

Cosa cambia con il nuovo ddl? "Non più – sottolinea l'esponente dem – un registro ad hoc per le unioni civili, le coppie saranno iscritte, più correttamente, nell'archivio dello stato civile. Inoltre, vengono soppressi alcuni rimandi agli tabella del codice civile che regolano il matrimonio". "I diritti e i doveri delle coppie unite civilmente -spiega Cirinnà- sono elencati negli tabella 3 e 4 che si riferiscono alla vita familiare e agli obblighi di mutua assistenza e di contribuzione ai bisogni comuni e ai diritti sociali derivanti dalla condizione di coppia, sono previsti i diritti successori dei coniugi".

"Resta anche il titolo secondo sulla disciplina della convivenza: le coppie di fatto etero e omosessuali vedranno scritti nero su bianco tutti quei loro diritti sanciti dalla giurisprudenza italiana ed europea. Saremo presto in aula. Le polemiche non ci spaventano, siamo chiamati a dare delle risposte ai cittadini, alla Corte costituzionale e alle corti europee, che troppe volte hanno condannato l'Italia", conclude Cirinnà.

Cirinnà: testo noto da 6 mesi, il 14 spero in aula – Cirinnà replica poi alle accuse di Ap e Ncd che dicono di non essere stati consultati sul nuovo testo sulle unioni civili. ''Dicono il falso, il nuovo ddl che ho presentato recepisce il testo base adottato in commissione a marzo, ben 6 mesi fa. Ci sono stati 6 mesi di tempo in commissione per emendare, discutere, condividere. Chi voleva trovare una soluzione, lo ha fatto. Ma c'è stato chi ha preferito inondare la commissione di emendamenti ostruzionistici e lasciamo perdere i dettagli pruriginosi su cui ho dovuto lavorare…", si sfoga Cirinnà. "Ora finalmente usciamo dal pantano che è stato volutamente alimentato in commissione. Usciamo dalla vasca da bagno e andiamo in mare aperto, in aula. Spero il 14 ottobre si possa iniziare. Noi vogliamo andare avanti e questo non lo dice Cirinnà, ma lo dice il Pd", conclude la senatrice dem.